ChatGPT, perché il Garante della Privacy multa OpenAI per 15 milioni di euro?

ChatGPT, perché il Garante della Privacy multa OpenAI per 15 milioni di euro?

Il Garante della Privacy ha multato per 15 milioni di euro OpenAI, la società di Sam Altman nota da oltre due anni nel settore dell’Intelligenza artificiale. Il motivo riguarda la violazione del GDPR, ovvero il regolamento europeo della privacy. Oltre al pagamento della sanzione, la multinazionale tra i cui principali investitori compare Microsoft dovrà realizzare una campagna informativa di sei mesi su radio, tv, giornali e web. La multa è stata comminata al termine dell’istruttoria avviata dall’Autorità nel 2023.

ChatGPT, le ragioni della multa del Garante della Privacy a OpenAI

Motivando le ragioni della multa, il Garante della Privacy ha dichiarato che l’azienda americana non ha «notificato all’Autorità la violazione dei dati subita nel marzo 2023, ha trattato i dati personali degli utenti per addestrare ChatGPT senza aver prima individuato un’adeguata base giuridica e ha violato il principio di trasparenza e i relativi obblighi informativi nei confronti degli utenti».

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Oltre a questo, scrive il Garante, «OpenAI non ha previsto meccanismi per la verifica dell’età, con il conseguente rischio di esporre i minori di 13 anni a risposte inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza».

A questo punto l’azienda di Sam Altman dovrà anche produrre una campagna informativa con contenuti da concordare con il Garante per «promuovere la comprensione e la consapevolezza del pubblico sul funzionamento di ChatGPT, in particolare sulla raccolta dei dati di utenti e non-utenti per l’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa e i diritti esercitabili dagli interessati, inclusi quelli di opposizione, rettifica e cancellazione».