Apple non lascia la Cina, Microsoft ha già pronte le valigie? Cosa sappiamo sui piani dell’azienda americana per assemblare i nuovi prodotti fuori dal Paese del Dragone

Apple non lascia la Cina, Microsoft ha già pronte le valigie? Cosa sappiamo sui piani dell’azienda americana per assemblare i nuovi prodotti fuori dal Paese del Dragone

Nella settimana in cui Tim Cook, in visita a Pechino, ha fatto intendere che Apple non smetterà di investire in Cina nonostante i dazi, un’altra notizia riguardante le Big Tech americane propone una soluzione assai diversa. Secondo quanto riferiscono testate come Financial Times e The Information, Microsoft sarebbe intenzionata ad assemblare i nuovi prodotti e device fuori dalla Cina a partire dal 2026.

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Microsoft lascia la Cina? Cosa sappiamo

Microsoft è presente in Cina dal 1992 e a giudicare dalle indiscrezioni riportate dalla stampa sembrerebbe che il colosso di Redmond abbia avviato un dialogo con i propri fornitori per traslocare la produzione al di fuori del Paese del Dragone. Ma quali sono i device che verrebbero realizzati altrove? I laptop Surface, ma anche i server per i data center.

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La partita, evidentemente, ha a che fare con l’incertezza relativa ai dazi di Donald Trump. Nei giorni scorsi, a seguito di una stretta cinese alle esportazioni di terre rare (necessarie per gli USA), il presidente americano ha minacciato di imporre tariffe al 100% contro le merci di Pechino. L’allarme è poi rientrato con li tycoon che ha fatto intendere la propria volontà nel trovare una soluzione. Prossimamente è atteso un suo incontro con il presidente cinese Xi Jinping.

Avere a che fare con la Cina rappresenta comunque un problema non da poco per le grandi aziende. Le minacce dei dazi convinceranno tutte le Big Tech a fare i bagagli e lasciare Pechino? Resta il fatto che diverse multinazionali stiano studiando contromisure: oltre a Microsoft anche AWS e Google stanno attuando un piano per ridurre le dipendenze dalla Cina per spostare la propria supply-chain in Stati meno esposti al rischio dazi.