«Nel 2024 c’è stato il sorpasso dei pagamenti digitali sul contante. Un grande acceleratore di questo cambiamento è stato il fenomeno del contactless. In questa decima edizione del Salone dei Pagamenti lanceremo tante novità, a partire da quelle presenti nell’Agorà del Futuro». Silvia Attanasio, responsabile innovazione di ABI, ci ha fornito alcuni elementi di riflessione in vista dell’evento in programma a Milano dal 29 al 31 ottobre, durante il quale è previsto anche il format in collaborazione con StartupItalia. All’Agorà del Futuro si susseguiranno panel con interventi di esperti del settore, aziende e non solo per commentare il futuro dei pagamenti tra tecnologie, innovazioni e norme.
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Cosa aspettarsi da questa nuova edizione del Salone dei Pagamenti?
Sarà un’edizione di grande festa, dato che è il decimo compleanno. Ci sono tante novità. L’Agorà del Futuro cresce e si trasforma in questa terza edizione. Ci sarà la terrazza dei talenti e poi un podcast. Al Salone dei Pagamenti cerchiamo sempre di portare cambiamento così come i classici interventi. E poi vale come occasione per la community, una grande community, di incontrarsi dal vivo.
Cosa significa oggi parlare di innovazione in ambito bancario, finanziario e fintech?
Parlare di innovazione significa sempre progettare il futuro. C’è una dialettica in campo: gli innovatori spingono mentre altri, più cauti, rallentano. Questo è un gioco di ruoli. In un mondo prudente per natura, regolato, come quello bancario e finanziario bisogna per forza trovare una via per fare le cose per bene. Dobbiamo credere nei princìpi che ci regolano, indipendentemente dalle tecnologie. E serve avere quel gusto e quel coraggio che ci porta a disegnare il domani.

Lei sarà presente nel panel sull’euro digitale. A che punto è il dibattito?
Portiamo due sessioni nell’Agorà del Futuro sull’euro digitale. Una riguarda il percorso di innovazione e le sperimentazioni con la Banca Centrale Europea che ha presentato risultati importanti; l’altra è una sessione a domande aperte tramite WhatsApp in cui ci saranno rappresentanti del Mef, della BCE e proveremo a rispondere. Faremo divulgazione. I processi decisionali in Europa non sono rapidi, certo, ma credo che abbiamo l’opportunità di fare le cose per bene. Non qualsiasi euro digitale sarà utile. Ma soltanto quello fatto bene.
Nello scenario internazionale si parla sempre più di stablecoin. Anche questo è un tema divisivo.
Da sempre nel mondo dei pagamenti esistono soluzioni pubbliche e private. Questa convivenza, è bene chiarirlo, continuerà ad esserci. Vale per tutte le soluzioni private di pagamento che sperimentiamo tutti i giorni, che ad oggi arrivano prevalentemente da Oltreoceano. Se parliamo di stablecoin dobbiamo distinguere: se sono mezzi di pagamento che non danno alcuna garanzia sono una cosa ben diversa dai token di moneta elettronica, regolati dal MiCa, che possono essere emessi solo da banche o istituti di moneta elettronica. A seconda che ci sia un quadro normativo europeo o americano i risultati sono molto diversi.

I pagamenti sono connessi ai device. Con wearable e smartphone quanto è importante il tema della tutela della privacy?
Ogni pagamento che effettuiamo è regolato e prevede forme di autorizzazione ben definite dalla normativa. In questo momento notiamo qualcosa di particolare: non esistono strumenti più a rischio di altri, perché oggi le frodi avvengono soprattutto convincendo chi paga, la vittima, a versare soldi al truffatore. È il problema principale. Abbiamo infatti lanciato una campagna di cyber-security in cui ribadiamo che chi si ferma è salvo. La prima misura di sicurezza è la consapevolezza del pagatore.
L’Italia non è certo il paese più digitalizzato. Cosa servirebbe dal suo punto di vista per facilitare questa ennesima transizione?
Passi avanti sono stati fatti. Nel 2024 c’è stato il sorpasso dei pagamenti digitali sul contante. Un grandissimo acceleratore è derivato dalla semplicità del gesto contactless. Parliamo di un’innovazione solida dal punto di vista tecnico e che è diventata invisibile. Questo tipo di cambiamenti aiuta le persone a evolvere le proprie abitudini.
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Con l’Intelligenza artificiale le sfide per i pagamenti sono notevoli.
Ci sono forme di automazione sempre più intelligenti che sono attive da anni. Vediamo una crescente sperimentazione e anche alcuni casi di implementazione. Ma dal mio punto c’è anche un rischio di sopravvalutazione. Se ne parla talmente tanto che si pensa che tutto avvenga già con l’AI. Ma tenterei di non vedere AI ovunque: dove c’è e funziona aiuta ad aumentare la qualità dei processi. Possiamo sfruttare la macchina per effettuare più controlli e ci può aiutare a intercettare nuovi comportamenti nel caso delle frodi.
Che ruolo gioca la Banca Centrale Europea in tutto questo?
Si dice spesso che questo mondo è un ecosistema. Avere occasioni di scambio, dialogo, sperimentazione comune è fondamentale. Aprirsi al dialogo con vari attori è sicuramente un passo necessario. Non siamo più nell’epoca della Banca Centrale veniva vista come una torre d’avorio, irraggiungibile. E l’Agorà del Futuro vuole rappresentare questo cambio di passo. Alla prima edizione condividevamo ragionamenti fuori dagli schemi, oggi è diventata una cerniera tra parte istituzionale e parte innovativa. Per questo abbiamo voluto coinvolgere Istituzioni e autorità tra cui la Banca d’Italia, il Ministero dell’Economia, la Banca Centrale Europea e la Banque de France.