Dopo l’Australia il Giappone, Donald Trump stringe un accordo per le terre rare con Tokyo. Giovedì il tycoon incontra Xi, il vero padrone dei minerali critici

Dopo l’Australia il Giappone, Donald Trump stringe un accordo per le terre rare con Tokyo. Giovedì il tycoon incontra Xi, il vero padrone dei minerali critici

Prosegue il viaggio di Donald Trump in Asia, dove il tycoon ha incontrato oggi la neopremier giapponese Sanae Takaichi. Washington e Tokyo hanno siglato un accordo commerciale per le terre rare, che si aggiunge a un altro deal chiuso nei giorni scorsi dal presidente degli Stati Uniti con l’Australia del valore di quasi 9 miliardi di dollari.

362ab6ca0ba6a111
Fonte: profilo Truth di Donald Trump

Cosa sappiamo sull’accordo per le terre rare tra USA e Giappone?

In base al testo dell’accordo, i due Paesi «intensificheranno gli sforzi per promuovere il dialogo tra le società a monte e a valle per facilitare la diversificazione delle catene di approvvigionamento» delle terre rare. Quando si parla dei minerali critici l’elefante nella stanza è la leadership indiscussa di Pechino. La Cina, come abbiamo spiegato in questo articolo, ha investito dagli anni Ottanta in poi nella conquista di questo mercato che oggi regge intere industrie – dall’automotive alla difesa.

Xi Jinping BRICS summit 2015 01 scaled 1

Al momento non ci sono cifre economiche definite, ma «entro sei mesi», USA e Giappone intendono «adottare misure per fornire sostegno finanziario a progetti selezionati per generare prodotti finali per la consegna agli acquirenti negli Stati Uniti e in Giappone». Difficile che una simile operazione possa impensierire Pechino che in tutti questi mesi è riuscita a tenere testa a Trump e alle sue minacce nella guerra dei dazi.

Giovedì 30 ottobre è atteso in Corea del Sud l’appuntamento più importante per il viaggio di Trump in Asia: il presidente americano incontrerà il presidente cinese Xi Jinping per parlare di diversi temi, dal futuro di TikTok negli USA agli accordi commerciali, passando per il destino dell’Ucraina.