Educazione finanziaria: una priorità per il futuro dei giovani 

Educazione finanziaria: una priorità per il futuro dei giovani 

Non sono messi affatto bene i ragazzi e le ragazze italiane, quanto a competenze finanziarie. A domande su concetti finanziari di base come l’inflazione, il tasso di interesse e la diversificazione del rischio risponde correttamente solo il 35% di chi ha tra i 18 e i 34 anni – dice una ricerca della Banca d’Italia – e comunque resistono i divari risaputi: fa meglio chi studia piuttosto che chi già lavora, chi è maschio e chi vive nelle regioni del Nord. Le cose non stanno migliorando tra chi frequenta la scuola media o le superiori, specie al confronto con altri Paesi. Nell’ultimo rapporto OCSE-PISA, che misura ogni tre anni il grado di alfabetizzazione finanziaria dei e delle quindicenni in 20 Stati, l’Italia totalizza un punteggio di 484 punti, al di sotto della media OCSE: il 18% di ragazzi e ragazze italiani non raggiunge il livello minimo di competenza; appena il 5% si colloca nella fascia più alta (mentre la media OCSE è dell’11%). Ancora: la percentuale di quindicenni sotto il livello minimo di competenza è 1 su 10 nei licei e arriva quasi a 5 su 10 nelle scuole professionali. E non si intravedono miglioramenti: rispetto ai rapporti OCSE-PISA precedenti, in quest’ultimo l’Italia ha ottenuto un punteggio superiore solo a quello del 2012. 

Come mai ci ritroviamo così indietro? Certo nelle scuole italiane sono a lungo mancati programmi strutturati e obbligatori per studenti e studentesse e quasi mai, quando anche c’erano, sono stati affidati a docenti con una formazione specifica. Da parte loro, figlie e figli lasciano tuttora solo da adulti la casa dei genitori, imparando dunque molto più tardi degli altri a mettere in fila, sul tavolo della cucina, le cifre della contabilità domestica. Ma forse, più di tutto, scontano la coda lunga del tabù sociale, tutto mediterraneo, del denaro: di soldi i padri e le madri hanno insegnato a non parlarne troppo, tanto più in pubblico; hanno stravinto l’imbarazzo, la vergogna, forse pure i sensi di colpa. 

Un futuro da costruire

Adesso occorre sterzare. Saper risparmiare è oggi una competenza necessaria come l’aria, così come è cruciale essere capaci di darsi obiettivi finanziari di lungo periodo, di far fruttare il denaro accantonato, di mettersi al riparo dagli imprevisti: sono le architravi di una vita prospera, indipendente, resiliente. I giovani, insomma, devono avere ben chiaro che i soldi non sono numeri e basta, ma una una dotazione di sicurezza per quando il cielo mette al brutto, una rete su cui appoggiare il futuro, un seme che, a crescerlo bene, può generare il bosco, perché una vita prospera e sicura è frutto più di metodo che di colpi di fortuna. 

Non c’è mai stato un momento più propizio di oggi per cambiare la mira sulle questioni finanziarie e sulle competenze necessarie per affrontarle. È che oggi mutazioni velocissime ci stanno consegnando un mondo ogni volta nuovo e spingono le persone, specie le più giovani e all’imbocco della vita lavorativa, a risalire un futuro imprevedibile, tanto nei rischi, quanto nelle opportunità. Urgono, dunque, manuali di istruzione ancora più ricchi e articolati, adatti ad attraversare questi tempi carichi di promesse e, insieme, così tumultuosi e provvisori. In un pianeta scosso da altalene geopolitiche ed economiche, in cui il denaro è sempre più astratto e complesso, in cui le fonti non verificate rischiano di costruire il reale, non si può più pensare di navigare a vista. Occorrono strumenti, competenze, formazione sistemica, esperienze finanziarie, le stesse che, peraltro, possono essere determinanti per trasformare in progetti, in carriere, in imprese le risorse e i talenti personali e per costruire quel patrimonio previdenziale che a lungo termine sarà, per le nuove generazioni, l’approdo di una vita molto longeva.  

Fortunatamente le ricerche rassicurano sul fatto che i e le più giovani beneficiano sempre e in maniera netta – ogni volta che ci sono – di programmi scolastici dedicati, di formazione e di strumenti digitali appositamente pensati per loro. Tocca dunque al mondo adulto equipaggiarli con queste dotazioni strategiche, avendo chiaro che la complessità sarà la cifra della loro vita e per questo bisogna che non vi entrino a mani vuote: la loro autonomia, il loro successo, la loro sicurezza sarà anche il riflesso dell’efficacia degli strumenti che decideremo oggi di mettere nelle loro mani.