Qual è il piatto più buono che cucinava vostra nonna? A molti ex bambini già solo questa domanda sprigionerà un ricordo di sapori, di profumi e di affetto. Perché nessuna persona cucinava come lei, senza la paura di bruciarsi mentre padelle e pentole erano in fermento. Sopa: Tale of the Stolen Potato prende il via dal più tenero degli scenari: una nonna che prepara da mangiare per il suo adorabile nipotino di nome Miho. In questa avventura narrativa, da affrontare con la curiosità che si riserva a un film d’animazione, vivremo un viaggio fantastico, per recuperare un semplice ingrediente. La patata.
Sopa: Tale of the Stolen Potato, la recensione
Sviluppato dalla software house indie StudioBando, Sopa: Tale of the Stolen Potato è disponibile su Steam dove lo abbiamo provato. Con una direzione artistica colorate e intrigrante, seppure non originalissima, ci immergiamo in una località evidentemente latinoamericana. Il sole ha una luce diversa, più viva e capace di far brillare ogni oggetto come un faro sul palcoscenico.

Sopa: Tale of the Stolen Potato va giocato godendosi ogni cinematica e ogni dialogo. In inglese, racconta una storia per bambini, ma non infantile. Un viaggio alla scoperta dell’ignoto, per recuperare un sacco di patate rubato nel momento sbagliato, diventa l’escamotage narrativo per brevi sessioni di gameplay abbordabili e divertenti.

Mano a mano che si procede con l’avventura – che dura una manciata d’ore – si affrontano scenari di vario tipo, con la telecamera che inquadra la scena da varie angolature. Sempre accompagnati da una colonna sonora vivace, decisamente a tema con gli scenari sudamericani, risolviamo enigmi ed esploriamo un mondo conoscendo i vari NPC.

L’opera di StudioBando trasmette un messaggio universale sui valori che contano davvero, quelli che vanno tramandati alle nuove generazioni senza paternalismi, ma con l’ottimismo e la speranza che riescano a costruire, loro sì, un mondo migliore. Sopa: Tale of the Stolen Potato potrebbe ricordare i capolavori dell’animazione – come Coco. Dunque un’ottima ragione per dare una chance a quel che questi sviluppatori indie hanno da dire ai gamer di tutte le età.