Come ha riportato il Financial Times la società cinese EHang, specializzata nel settore dei taxi volanti, inaugurerà il proprio servizio all’interno di alcuni aeroporti nel giro dei prossimi tre anni. Dal momento che si tratta di un comparto di frontiera per quanto riguarda la mobilità urbana, non è scontato che i tempi vengano rispettati. Nel corso degli ultimi anni in Europa e negli USA diverse startup hanno sviluppato droni per trasportare persone, ma in alcuni casi le cose non sono andate bene.
EHang, cosa sappiamo sui taxi volanti
Il settore degli eVTOL non è fatto soltanto di tecnologie e innovazioni che devono garantire la sicurezza dei passeggeri negli spostamenti aerei. Ci sono nodi normativi e regolamenti che vanno affrontati e rispettati. EHang, secondo il Financial Times, sarebbe la prima società al mondo ad avere ottenuto una autorizzazione per l’utilizzo dei suoi mezzi senza pilota. Il costo del servizio dovrebbe partire dai 30 dollari a corsa.

A Guangzhou e Hefei dovrebbero essere inaugurate le prime corse dei taxi volanti di EHang. Ma non è soltanto la Cina a essere teatro di queste potenziali innovazioni nei trasporti. C’è anche la Thailandia dove è possibile l’arrivo dei primi voli commerciali. Nel resto del mondo altre società sono attive in un ambito rischioso, che al momento non dà ancora certezze rispetto a un utilizzo futuro sufficientemente di massa che giustifichi gli investimenti.
Lilium, ex startup tedesca, ha infatti dovuto chiudere le attività e, come abbiamo scritto sul magazine, i suoi asset (oltre 300 brevetti) sono stati acquisiti dall’american Archer (tra i cui investitori c’è anche Stellantis, molto attiva nel mercato USA). Altri esempi di droni per il trasporto passeggeri ci sono in Brasile e in Arabia Saudita, ma per il momento sono i robotaxi terrestri quelli che stanno macinando più chilometri (a partire da Waymo).