Honda Motor ha rivisto al ribasso le previsioni per l’anno fiscale in corso. Colpa dei dazi statunitensi e della carenza di semiconduttori provenienti dal fornitore olandese Nexperia, al centro di una disputa tra i governi di Paesi Bassi e Cina. La casa giapponese ha inoltre segnalato un impatto strutturale a lungo termine dovuto al rallentamento della domanda di veicoli elettrici, prevedendo ora che la quota di EV sulle vendite globali nel 2030 scenda al 20%, rispetto al 30% annunciato in precedenza.
Perché Honda è più pessimista
Honda ha tagliato le previsioni di vendite globali di veicoli per l’anno fiscale, ora attese a 3,34 milioni di unità contro i 3,62 milioni precedentemente stimati, a causa della debolezza della domanda in Asia e della scarsità di chip.
Per l’esercizio che si chiuderà a marzo, il gruppo prevede ricavi in calo del 4,6% a 20,7 trilioni di yen e un utile netto in diminuzione del 64% a 300 miliardi di yen, rispetto alla precedente stima di 21,1 trilioni e 420 miliardi di yen.
La casa di Tokyo ha tuttavia ridotto la stima dell’impatto dei dazi USA sull’intero esercizio, ora previsto a 385 miliardi di yen rispetto ai 450 miliardi stimati in precedenza.
La semestrale del costruttore giapponese
Nel primo semestre chiuso a settembre, l’azienda giapponese ha registrato un utile netto di 311,83 miliardi di yen (circa 2,04 miliardi di dollari), in calo del 37% rispetto all’anno precedente e inferiore alle stime degli analisti di Quick (342,97 miliardi di yen). L’impatto dei dazi USA sull’utile operativo del periodo è stato di 164,3 miliardi di yen.