Hyrule Warriors L’era dell’esilio, il miracolo di Zelda: un Musou con trama e qualche passaggio meno caotico

Hyrule Warriors L’era dell’esilio, il miracolo di Zelda: un Musou con trama e qualche passaggio meno caotico

Che Hyrule Warriors non fosse semplicemente un Musou rebrandizzato The Legend of Zelda era chiaro da tempo: Nintendo non cede mai volentieri le sue IP e KOEI TECMO GAMES si è subito rivelata oltremodo rispettosa della proprietà intellettuale che le veniva affidata. Con gli ultimissimi capitoli si è deciso di aumentare la sinergia tra le due software house, sfruttando i Musou targati Zelda per esplorare fatti solo accennati in The Legend of Zelda Breath of The Wild e Tears of the Kingdom. Hyrule Warriors L’era dell’esilio ha proprio questo compito: portarci all’origine di Hyrule e svelare le peripezie vissute dalla principessa prima di prendere la ferale decisione di tramutarsi nel Drago eburneo che ben conosciamo.

Hyrule Warriors L’era dell’esilio, come tutto ha avuto inizio

Dal momento che Hyrule Warriors L’era dell’esilio per esigenze di sinossi ha vincoli ben precisi, scordatevi Link: il nostro infatti in quegli stessi frangenti sarà impegnato a lottare contro Ganondorf, risvegliatosi al venir meno del sigillo che lo teneva imprigionato sotto il castello di Hyrule. Noi seguiremo Zelda, rispedita alla fondazione del reame.

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Ghiotta occasione per conoscere Re Raul e la Regina Soniah, progenitori della stirpe reale, ma anche i primi campioni che unirono le forze contro Ganondorf: la saggia dell’acqua Qia, quello del fuoco Agraston, il rampollo dei Rito Kratica e la guerriera Gerudo Ardi. Quest’ultima è con ogni probabilità la figura più interessante in quanto avversa la linea del proprio patriarca e delle Twinrova che invece ne assecondano ogni bieco desiderio.

All’epoca dei fatti le Gerudo non solo non sono ancora alleate col regno di Hyrule, ma vengono guidate anche da un condottiero di sesso maschile, Ganondorf, evento epocale che, come The Legend of Zelda – Ocarina of Time insegna, si ripete solo una volta ogni cento anni.

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Il gioco di AAA Game Studios non indaga più di tanto sui dilemmi di Ardi (nessun personaggio risulta particolarmente complesso o sfaccettato, restando sempre nei dintorni dello stereotipo stile anime) ma è comunque interessante vedere che dedichi ben più di qualche frame alle sue indecisioni o all’estrema sicurezza che muove invece Ganondorf, il quale non esita a sacrificare la sua gente pur di ottenere il potere insito in Re Raul e nella Regina Soniah, scatenando il conflitto che ben conosciamo e che porterà Hyrule alla sua prima riunificazione.

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Zelda potrebbe facilmente spiattellare la verità su Ganondorf, avendone visto il cadavere nelle catacombe, ma Soniah l’ammonisce: il potere del Tempo va usato con saggezza

Tutto questo ludicamente si traduce in un Musou insolitamente zeppo di cinematiche e anche di sequenze nelle quali potrà capitare di dover semplicemente camminare mentre si ascoltano i personaggi di contorno parlottare tra loro.

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Un inedito che non sempre convince, vista l’anima incredibilmente animata e animosa (battaglie a non finire) del genere di riferimento, ma che comunque permette di carpire dettagli sulla storia e ammirare magari scorci di una Hyrule quasi del tutto inedita, geograficamente identica a quella perlustrata in Breath of the Wild o Tears of the Kingdom ma riportata agli albori della dinastia che la governerà per millenni.

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I vari personaggi non vengono introdotti solo per esigenze di trama: saranno tutti controllabili direttamente, ciascuno dotato di set di colpi normali e più forti che potranno essere alternati per scatenare delle combo (non si capisce bene perché di tanto in tanto le combinazioni dei pulsanti spariscano dallo schermo) e di mosse ancora più potenti, le Abilità speciali, da dover caricare. Inoltre, sarà possibile raccogliere e usare i congegni Zonau (molti conferiranno malus a chi viene colpito: elettrificato, incendiato, congelato…) a patto di avere le batterie occorrenti. Infine, con l’opportuna sintonia si potranno sfoderare poderosi attacchi combinati tra due personaggi.

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A livello ludico, Hyrule Warriors L’era dell’esilio non si distanzia insomma troppo dai Musou tradizionali: ci si muove ai quattro angoli di una mappetta dirigendoci dove il gioco decide. A volte bisogna mantenere una posizione così da dare il tempo ai nostri di montare un campo base, altre volte bisogna correre in soccorso di un alleato.

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Tutto ciò mentre attorno a noi sciamano centinaia di mostriciattoli: quelli base vengono fatti fuori con un singolo colpo mentre a presidio di alcune zone se ne trovano altri coi quali sarà necessario utilizzare un pizzico di strategia, alternando colpi deboli ad altri più forti che possano spezzare i loro attacchi più distruttivi.

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I propri personaggi come di consueto andranno livellati combattendo mentre prendendo parte a veloci side-quest (talvolta basterà consegnare un certo quantitativo di oggetti) sarà possibile irrobustirli aumentando la loro riserva di cuori o di Abilità speciali. Si tratta di una accortezza che servirà soprattutto nel post game, quando le missioni si faranno davvero impegnative. Insomma, la formula è la solita di sempre, stratificata pur nella sua immediatezza. E il risultato finale è un nuovo eccellente Musou a tema Zelda.