L’UE ritiene di essere ancora “sulla buona strada” per centrare i target climatici al 2030, che prevedono la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% rispetto all’anno di riferimento del 1990 ed una produzione di energia da fonti rinnovabili ad almeno il 42,5%. E’ quanto emerge dalla consueta relazione annuale sullo stato dell’Unione dell’energia, pubblicata oggi dalla Commissione europea. Tuttavia, la capacità di centrare pienamente questi obiettivi si è fatta più difficoltosa ed occorrerà una accelerazione del processo di decarbonizzazione, arrivando a tagliare le emissioni del 3,6% annuo.
La lunga strada per il taglio delle emissioni
La relazione indica che l’UE ha registrato nel 2024 una riduzione del 2,5% delle emissioni di gas a effetto serra nel 2024, che segnano ora una diminuzione del 37,2% rispetto al 1990 (o del 39% se si considerano solo le emissioni nette interne). Il rapporto conferma anche che la maggior parte dell’elettricità prodotta in UE proviene ora da fonti energetiche pulite, sebbene i progressi differiscano da Stato a Stato.
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La capacità di energia rinnovabile di nuova installazione nel 2024 è stimata a circa 77 GW e il mix di energia elettrica dell’UE contava il 47% di energie rinnovabili già nel 2024. Il consumo di energia finale continua a diminuire, con una diminuzione del 3% rispetto al 2022, principalmente nel settore residenziale, seguito dall’industria e dai servizi.

I consumatori di energia elettrica nell’UE hanno già risparmiato 100 miliardi di euro grazie alla produzione di energia elettrica da nuovi impianti solari fotovoltaici ed eolici nel periodo 2021-2023, mentre ogni 1% di miglioramento dell’efficienza energetica si è tradotto in una riduzione del 2,6% delle importazioni di gas. Ciò sottolinea l’importanza di liberare il potenziale delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica per migliorare la sicurezza energetica e la competitività.
L’UE deve realizzare un’elettrificazione su larga scala, la quota di energia elettrica sul totale deve passare dall’obiettivo attuale del 23% a circa il 32% entro il 2034 e potenziare sostanzialmente gli investimenti nelle reti, intensificare gli sforzi in materia di efficienza energetica e stimolare l’innovazione per costruire un settore competitivo delle tecnologie pulite.
Per superare tali sfide, la Commissione stima che l’UE debba mobilitare 695 miliardi di euro all’anno dal 2031 al 2040 per investimenti connessi all’energia. La proposta di un ambizioso quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2028-2034 mira a rafforzare le infrastrutture transfrontaliere e a convogliare i finanziamenti verso tecnologie strategiche per l’energia pulita.