Winter Burrow, l’inverno sta arrivando e un topino tutto solo e spaurito dovrà sopravvivergli

Winter Burrow, l’inverno sta arrivando e un topino tutto solo e spaurito dovrà sopravvivergli

Winter Burrow è davvero un gioco strano. I ragazzi di Pine Creek Games, startup danese “diffusa” ovvero senza una sede fisica, hanno deciso di sviluppare quello che loro definiscono cozy game che però alla fine della fiera così cozy non è, perché le meccaniche di gioco, così come la storia, non tardano a scivolare nelle tinte fosche, spesso disperate, del survival.

Winter Burrow, come Dickens ma senza fantasmi di Natale

Il risultato è sicuramente peculiare, perché ricorda i racconti natalizi di Charles Dickens, perennemente sospesi sul baratro rappresentato da una società ostile che non si fa scrupoli a schiacciarci e la promessa di un riscatto che però richiede costanza e impegno, dato che la vita se non si è fortunati è una lunghissima maratona a ostacoli da percorrere scalzi.

Winter Burrow 1

Lo impara a proprie spese il topino protagonista di Winter Burrow, rimasto solo al mondo e costretto ad andare a vivere in una… ehm… topaia abbandonata nel bosco. La casetta è infatti un rifugio da rimettere in piedi. Il giocatore potrà arredarla e renderla un luogo accogliente in cui passare l’inverno, ma scordatevi le meccaniche à la Animal Crossing dove volendo si poteva anche continuare a vivere in tenda: qui ogni modifica, ogni miglioria e persino ogni mobile sarà essenziale per avere maggiori chances di sopravvivenza.

winter burrow topino

Bisognerà raccogliere materiali, ma si trovano nel bosco e spesso le escursioni possono rivelarsi fatali, sia per il gelo sia perché i predatori là fuori non mancano e il nostro è un ratto di campagna ben poco abituato a menare le zampette.

E allora ecco che l’intero gioco fa perno su di un equilibrio delicato in cui a mano a mano che si ripristina la propria casetta si potrà, grazie ai vestiti sempre più caldi che cuciremo sprofondati nella nostra comoda poltrona, alle pietanze sempre più nutrienti che prepareremo al nuovo focolare e agli strumenti (asce e picconi) sempre più resistenti che metteremo a punto al tavolo degli attrezzi, esplorare nuove porzioni del bosco.

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Un bosco molto lontano da quelli disneyani, sotto le cui fronde la maggior parte dei suoi abitanti sarà ostile, affamata e resa disperata dai rigori dell’inverno. E proprio l’inverno sarà il nostro principale nemico, visto che, per quanto vestito rigorosamente “a cipolla” pure il nostro topolino non riuscirà a sopravvivere a lungo alle gelide temperature, specie nelle zone più esposte, soprattutto se ci dovesse sorprendere la notte.

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Insomma, Winter Burrow non è un cozy game perché non vi permetterà mai di rilassarvi, con la pancia del topino che brontola di continuo, le sue energie allo stremo, la temperatura corporea in costante diminuzione e giganteschi aracnidi pronti a tendervi agguati mortali. Non è nemmeno un survival game puro, perché non si incorre in stati di morte perpetua né c’è il rischio col game over di perdere gli item chiave (le risorse ottenute nella spedizione, però, si azzerano in caso di dipartita). Insomma, l’idea di arredare un accogliente rifugio in cui il topino possa trascorre l’inverno non vi tragga in inganno: siamo a chilometri di distanza da titoli onirici come quel Twinkleby che il nostro Alessandro Di Stefano ha recentemente recensito.

E non è affatto un male dato che l’esigenza di mettere qualcosa sotto i denti avvertita continuamente dal piccolo roditore ci spingerà lontano da casa, costringendoci a fare amicizia con personaggi che avranno bisogno del nostro aiuto, con storie potenti alle spalle capaci di restarci nel cuore. Proprio come quelli tratteggiati da Charles Dickens nei suoi racconti. A proposito, pure lo stile grafico del videogioco di Pine Creek Games rimanda alle illustrazioni dell’inizio del secolo scorso rendendo Winter Burrow davvero delizioso.