Siciliano di nascita, veneto d’adozione, Daniele Lombardo nel 2012 ha un’intuizione: fondare un’agenzia di comunicazione omnicanale. Un’intuizione che si concretizza assieme al lavoro di Andrea Caminiti e Stefano Bracco nel 2012. Quell’agenzia si chiama DMIND e oggi, con un team di oltre 60 persone, opera in Italia in particolar modo nei settori dell’arredo-design, del food, del fashion e del turismo, integrando dati e AI per risultati misurabili. «Ho iniziato a lavorare nel mondo delle concessionarie legate al settore sportivo e degli eventi, poi nel 2000 sono entrato in Tiscali advertising come responsabile dell’area nord‑est e, successivamente, sono stato area manager Nord‑Est in Condé Nast. Nel 2012 ho dato spazio alla mia vocazione imprenditoriale con DMIND insieme ad Andrea Caminiti e Stefano Bracco per dare forma a una visione integrata di comunicazione e media. Nei miei progetti porto una mentalità da regatante: lettura dei contesti, decisione rapida, gioco di squadra». La sua intervista nella nuova puntata del nostro speciale dedicato al mondo dei centri media.

DMIND di che cosa si occupa precisamente?
DMIND è un’agenzia di comunicazione omnicanale con sedi a Marcon (Venezia) e Milano. Uniamo strategia, creatività, content, media planning & buying e web experience per orchestrare campagne cross-mediali end-to-end. Operiamo soprattutto in Italia con verticalità in settori come quelli dell’arredo-design, del food, del fashion e del turismo, integrando dati e AI per risultati misurabili. Il nostro team oggi conta oltre 60 professionisti.
Come è nata l’idea?
Assieme ad Andrea Caminiti e Stefano Bracco abbiamo fondato DMIND nel “lontano” 2012 e oggi sono CEO e account director di questa realtà. Guido il team di pianificazione media e integrazione dell’AI nei processi di agenzia. Quello che continua a motivarmi è la capacità del team di unire rigore analitico e creatività, con una cultura pragmatica orientata al ROI e al test‑&‑learn.
Qual è il tuo background?
Siciliano di nascita e veneto d’adozione, ho iniziato nelle concessionarie legate a sport ed eventi; nel 2000 sono entrato in Tiscali Advertising come responsabile per l’area nord‑est; successivamente sono stato area manager nord‑est in Condé Nast. Nel 2012 ho dato spazio alla mia vocazione imprenditoriale fondando DMIND insieme ad Andrea Caminiti e Stefano Bracco per dare forma a una visione integrata di comunicazione e media. Porto nei progetti una mentalità da regatante: lettura dei contesti, decisione rapida, gioco di squadra.
Qual è l’approccio che oggi avete con l’AI?
L’AI è nativa nei nostri workflow: insight & planning, content & creatività, media planning, SEO/SAI e analytics. Con un modello “human‑in‑the‑loop”, è l’AI che lavora mentre l’umano decide: la macchina accelera, le persone garantiscono qualità, brand safety e responsabilità. In particolare ci serviamo di librerie di prompt e di quality assurance per ogni output. Utilizziamo modelli generativi (GPT‑5, Gemini) e strumenti per speech‑to‑text, text to video, traduzione e RAG per interrogare i dati di campagna. L’obiettivo è quello di ridurre i tempi low‑value e aumentare qualità e coerenza cross‑media.
In che modo la utilizzate e con quali scopi?
Utilizziamo l’AI con diversi obiettivi che elencherei in questo modo:
- Strategia & insight: analisi desk accelerata, clustering audience, simulazioni di personas e focus group assistiti da AI con miglioramento dell’efficienza e l’allargamento a interessanti e indispensabili esplorazioni;
- Content & creatività: concept exploration, script, varianti copy/ADV, adattamenti multicanale;
- Media & performance: ottimizzazione keyword/strutture campagne;
- Analytics: automatizzazione report, RAG su dati di campagna.
Come differenziate, a grandi linee, le vostre strategie tech rispetto ai differenti target?
Partiamo dagli insight di settore e del profilo consumatore e moduliamo tono, formati e canali lungo il customer journey. Nel design privilegiamo l’ispirazione, nel food privilegiamo dimostrazioni pratiche (ricette, test) e social proof (recensioni, creator), nel fashion la personalizzazione e le community, nel turismo lo storytelling e guide pratiche trasformando l’interesse in richieste.
Quali potrebbero essere, dal vostro punto di vista, le applicazioni future dell’AI per le agenzie e i centri media?
Immagino tre direttrici da approfondire nel futuro che sono:
- Creative ops: semi‑autonomi (da brief a versioning a traffico) con il controllo e la supervisione umana;
- Data layer unificato: first‑party, retail media e CRM interrogabili con il linguaggio naturale;
- Per le PMI italiane prevedo toolbox verticali per settori come arredo/design, food, fashion ed hospitality.
Insomma, ce ne sarà un po’ per tutti anche se per noi il centro di tutto resta, come sempre, l’essere umano.