«In certe riunioni ero l’unica donna, ma ho sempre pensato che quello che conta sono il valore e le competenze»

«In certe riunioni ero l’unica donna, ma ho sempre pensato che quello che conta sono il valore e le competenze»

Oggi è alla guida del business Smart Infrastructure di Siemens in Italia. Claudia Guenzi, classe ’72, di strada ne ha fatta tanta per arrivare fino a qui. In tasca una laurea in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano, ha iniziato la sua carriera nel settore elettronica di consumo in ambito marketing e vendite in multinazionali come Motorola, Siemens Mobile e BenQ Mobile. «Un ex collega di Motorola era passato in Siemens e mi aveva proposto di seguirlo», racconta. Claudia ha lavorato in diversi ambiti: da funzioni corporate al settore energia fino al telecontrollo delle reti di distribuzione elettrica, assumendo la responsabilità, tra gli altri incarichi, delle business unit Smart Grid, Digital Grid e Regional Solution and Services. Un percorso che le ha consentito di acquisire esperienze diversificate e di change management non solo professionali ma anche personali. L’intervista nella nuova puntata di Unstoppable Women.

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Claudia Guenzi, Business Smart Infrastructure di Siemens in Italia

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Come è iniziata la tua esperienza in Siemens?
Dopo aver seguito il collega ho lavorato per anni nella multinazionale per poi uscire e rientrarci nel 2005 all’interno di una funzione corporate, dove ho lavorato per circa 3 anni. Successivamente ho avuto la possibilità di iniziare una nuova avventura come responsabile marketing strategico per il settore energia, con attività di analisi e strategy finché, nel 2013, mi sono messa in gioco di nuovo. Così è iniziata una nuova avventura in un piccolo segmento di business, una sorta di startup all’interno della divisione Smart Grid di Siemens che si occupava di digitalizzazione delle reti elettriche e di progetti sulla mobilità elettrica. In questi ambiti sono cresciuta, fino a settembre 2020, quando sono rientrata di nuovo in Siemens inizialmente come responsabile regional solutions and service e poi con responsabilità di buildings e dell’intero business delle infrastrutture.

Hai mai accusato il gender gap?
Mi è capitato, ma oggi tanto è stato fatto per cercare di abbattere questo soffitto di cristallo. Ci sono stati momenti in cui mi sono trovata in situazioni “antipatiche” ma non è mai stato un ostacolo e ho voluto dimostrare che la competenza non ha genere e il valore si misura in quello che si sa fare e non per etichette o stereotipi. Soprattutto in passato questo divario era molto più accentuato, mi è capitato di presenziare a riunioni come unica donna. Quella situazione però per me è stata più uno stimolo che un ostacolo. Spesso siamo noi stesse a sottovalutarci. Ricordo un colloquio molti anni fa, mi ero candidata come responsabile Business unit. Mi presentai e mi venne detto: «Sei donna e non ingegnere, perché dovrei prenderti?» E la mia risposta fu: «Proprio perché sono donna e non ingegnere». Il che voleva dire che era necessario ampliare gli orizzonti e valutare le persone, appunto, per quello che sanno fare. Il giorno dopo mi contattarono: quel posto era mio. 

Insomma, un messaggio chiaro di come a volte sia anche necessario non farsi mettere i piedi in testa…
Assolutamente, spesso siamo noi stesse a farci dei problemi. Situazioni sfidanti, che generano imbarazzo, possono essere trasformate in opportunità. Poi il resto è venuto da sé e in diversi contesti l’essere donna non è stato di ostacolo spesso: durante la maternità, per esempio, non sono mai stata penalizzata e mi è stato consentito di prendermi il mio spazio per dedicarmi alla famiglia. A livello aziendale oggi c’è molta attenzione al tema e sono previste diverse agevolazioni per i neo genitori.

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Che cosa ti ha guidato nelle tue scelte?
Mi sono sempre messa in gioco e ho sempre lavorato tanto, convinta che se fai il lavoro che ti piace riesci a farlo bene e con passione. Lavorare è anche divertirsi e io voglio continuare a divertirmi, come oggi.

Adesso quali sono i prossimi traguardi?
Ora mi occupo di infrastrutture, un settore in crescita costante trainato da megatrend come digitalizzazione, decarbonizzazione, dove la sostenibilità è sempre più importante e può essere ottenuta grazie all’unione di reale e digitale (mondo OT e mondo IT). In questo campo, per noi l’AI è una leva fondamentale soprattutto nell’analisi dei dati, al fine di ottimizzare le operations e anticipare i problemi. L’Intelligenza artificiale ci aiuta a intervenire con attività di manutenzione predittiva e a rendere le infrastrutture sempre più autonome. Fino a poco tempo fa si parlava di “smart building”, oggi si parla di “autonomous building” che si autoregolano e migliorano da un punto di vista di efficienza.