Con ogni probabilità una delle tecnologie che ha subito le maggiori trasformazioni negli ultimi 10 anni è quella dei pannelli e-Ink, in un primo tempo confinati al bianco e nero e a una latenza digeribile da pochi utenti, successivamente resi la chiave d’accesso al mondo device per tutti coloro che soffrono di affaticamento agli occhi, riuscendo a offrire aggiornamenti dei frame sempre più fluidi e persino palette cromatiche via via meno opacizzate. Col B1051C Pro il costruttore cinese Bigme dichiara apertamente di voler compiere un ulteriore passo avanti: non si limita infatti a porsi in competizione diretta coi tablet, ma intende persino mettersi in scia ai laptop. Ci riuscirà?

B1051C Pro, un device e-Ink che sogna in grande
Quello che sorprende del B1051C Pro (da non confondere, attenzione, con il B1051C o col B1051C Lite, la famiglia è numerosa ma solo questo ha le prestazioni che stiamo per elencare) è la tanta – a tratti troppa, ci si chiede infatti se qualcuno la impiegherà mai tutta – tecnologia di bordo stipata a forza da Bigme nel tentativo di farne un device davvero versatile, perfetto tanto nello studio e quanto sul lavoro.
Ma soprattutto nel tentativo, a dir poco ambizioso, di creare un dispositivo che potesse realmente configurarsi come alternativa ai classici tablet e perfino ai laptop. Operazione riuscita?

Proveremo a capirlo nel corso della nostra recensione che viene aperta al solito da una disamina dell’aspetto estetico: il B1051C Pro di Bigme è un dispositivo di dimensioni notevoli, avendo un pannello di ben 10,3 pollici, ma che sorprende anzitutto per leggerezza e spessore. Parliamo infatti di 414 grammi per 5,5 millimetri.
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Naturalmente nel caso in cui lo si voglia rivestire – ed è la scelta consigliata – con la custodia inclusa nella confezione o con la custodia che fa anche da tastiera bisognerà mettere in conto un ingombro maggiore che si tradurrà anche in un aumento del peso.
Questo comunque non vi deve preoccupare: lo si infila in borsa, nella valigetta o nello zaino e ci si dimentica di averlo dato che, contrariamente ai latpop o alla maggior parte dei tablet, resta comunque un peso piuma.

Il solo difetto della custodia, peraltro particolarmente curata e capace di conferire nella sua semplicità anche un aspetto premium, oltre alla propensione a trattenere peletti e ditate, è rappresentata dalla particolare “pecetta” magnetica con la quale non solo si dovrebbero tenere chiuse le due valve, ma si dovrebbe pure garantire alla stylus un posto sicuro che però tanto sicuro non è.

Rischia infatti di scivolare in continuazione e la stessa linguetta di raccordo si stacca a più riprese, col risultato che ogni volta che si tira fuori il B1051C Pro dallo zaino bisogna mettersi a cercare sia la pecetta sia la stylus. Nella prossima versione del tablet Bigme dovrà trovare una soluzione migliore. O aumentare la magnetizzazione di questo curioso lembo aggiuntivo.

Come pure della stylus, che spesso si stacca anche dal corpo del tablet (dove peraltro può essere magnetizzata solo cercando con attenzione il punto esatto, operazione non sempre agevole specie se si è di fretta o in ambienti poco illuminati).
La stylus in compenso è di buon livello, forse fa persino più attrito di quanto dovrebbe per simulare la carta ma almeno non sembra di scrivere sul vetro come succede nella maggior parte dei tablet.

La latenza è minima e permette di prendere appunti in velocità come pure glossare / evidenziare testi già scritti (per esempio i pdf). Ma il B1051C Pro consente di spingersi oltre e creare progetti maggiormente elaborati (mappe concettuali, presentazioni, ecc…) inserendo forme, immagini, testi, ecc…

Attraverso la fotocamera posteriore da 8 MP non scatterete probabilmente foto artistiche ma si possono digitalizzare documenti alla velocità della luce come contratti, pagine di libri di testo, così da compilarli o firmarli digitalmente o apportare le modifiche, le sottolineature e le integrazioni coi software che più vi aggradano.

I programmi inclusi rappresentano già una suite di base più che sufficiente per studiare e lavorare: il loro unico limite è che essendo software proprietari bisogna perdere qualche minuto per capire come funzionano e soprattutto come sono organizzati i menu. Lo stesso vale per quelli d’avvio che volendo possono essere organizzati “tipo tablet” con widget e iconcine, ma bisogna giochicchiare un po’ con le impostazioni.
Il B1051C Pro comunque è basato su Android 14 e questo vuol dire non solo che è uno dei dispositivi e-Ink dotato di una versione particolarmente recente del sistema operativo Google, ma anche che attraverso Play Store potrete scaricare le vostre app preferite alle quali siete maggiormente abituati.

Tra le funzioni del B1051C Pro non si può non citare quella che permette di digitalizzare gli appunti scritti a mano così da trasformarli in file testuali che potranno essere riversati in una mail o in un elaboratore di testi ma soprattutto la possibilità di sfruttarlo come registratore, ottimo tanto nelle riunioni, nelle call di lavoro o durante le lezioni universitarie, con l’opzione di sbobinare automaticamente il testo.

Trattiamo volutamente assieme entrambe le feature perché l’AI al momento è evidentemente tarata sull’inglese, perciò rischia di scivolare spesso quando c’è da trasformare un appunto preso in velocità (molto dipende pure dalla leggibilità della grafia) o da sbobinare un audio (qui le variabili aumentano: accenti, cadenze, rumore di fondo possono comprensibilmente ridurre la resa). Alla peggio, comunque, vi resta l’audio da ascoltare.

Insomma, il Bigme B1051C Pro è davvero un device multitasking. E tutto ciò ci ha paradossalmente portato lontano dall’analisi del reale protagonista di questo dispositivo: il pannello da 10.3 pollici a colori, con tecnologia e-Ink che, al pari di molti altri dispositivi del costruttore cinesi, potrà essere efficacemente tarato a seconda che si cerchino prestazioni migliori o alta qualità dell’immagine.
Sacrificando quest’ultima, infatti, sarà possibile ridurre anche vistosamente la latenza dei tempi di aggiornamento. Se però state curando una presentazione o state leggendo un fumetto a colori o un libro di testo potreste voler sfruttare appieno la qualità offerta dal pannello a 300PPI Kaleido 3 (con risuluzione a 930 × 1240 pixel a colori capace di spingersi fino a 1860 × 2480 pixel in bianco e nero) che potrà essere sovrailluminato per una lettura confortevole anche in scarse condizioni di luminosità.

Insomma, non lo userete certo per guardarci le vostre serie Netflix o Amazon Prime Video da letto, ma in caso di bisogno potete guardare qualche video su YouTube senza impazzirci. Pure gli altoparlanti integrati, per quanto basici, fanno il loro dovere.
In tutto ciò nulla da dire sul processore octa-core Dimensity 1080 di TSMC da 6nm (chip midrange ma non sugli e-Ink dove si rivela un cavallo purosangue) che in combinato con le 8GB di RAM (lo storage è da 256GB con possibilità di espansione fino a 2TB, si va proprio verso capienze “da PC”) permette non solo di avviare più software all’unisono, ma anche di affiancare tra loro diverse app.

L’effetto ghosting viene fortemente ridotto con l’ultimo aggiornamento che vi consigliamo di scaricare e installare fin dal primo avvio, anche perché migliora parecchi altri aspetti software del device, oltre a upgradare il sistema operativo Bigme OS all’ultima versione, la 4. Parliamo della tastiera: è davvero ben realizzata e i tasti restituiscono un buon feedback. Purtroppo non è retroilluminata.
Inoltre per avere le lettere accentate (il layout è internazionale, dunque USA) dovrete smanettare un po’ nelle impostazioni perché pur attivando la lingua italiana per Android per qualche strano motivo la tastiera fisica fa storia a sé (quindi tap sull’icona dell’ingranaggio, si digita “tastiera” e poi pazientemente si cerca l’attivazione della lingua italiana per Android). Se vorrete usare il touchpad meglio impostare l’opzione per il massimo refresh “SSS-level” o la latenza rischia di farvi impazzire. Noi, comunque, anche mentre usiamo la tastiera preferiamo continuare a sfruttare il visore touch screen, proprio come facciamo già con altri tablet tradizionali.

Velocizzando la frequenza dei frame è possibile scrivere testi a macchina senza alcun vero fastidio dato che la lag si riduce enormemente. Il risultato complessivo, che va a rispondere alla domanda che ci eravamo posti all’inizio di questa recensione, è che il Bigme B1051C Pro è un device che rischia realmente di sostituire il tablet tradizionale: coloro che soffrono di affaticamento agli occhi saranno ulteriormente incentivati a passare sopra i limiti di una tecnologia che, per quanto smussati, permangono.
Per questi motivi il Bigme B1051C Pro non può rottamare i laptop, ma li può efficacemente affiancare e si rivela la scelta ideale per quando si viaggia leggeri e si ha necessità di fermarsi a lavoricchiare (o studiare) in biblioteca, in una tavola calda, oppure sul treno. La batteria da 3700 mAh garantisce una ottima longevità se non si sfruttano Wi-Fi e sovrailluminazione del pannello, ma anche navigando e illuminando lo schermo il device difficilmente vi lascerà a piedi nel corso di una giornata di lavoro. Il prezzo non è per tutti, ma sotto Black Friday potreste trovare un paio di offerte interessanti sui principali e-commerce (per esempio c’è una super offerta su AliExpress).