Al netto di tutte le stupide e puerili battutacce maschiliste che si potrebbero fare sull’attesa, durata otto anni, della cacciatrice di taglie più temibile dell’universo, siamo realmente sorpresi di vedere che Metroid Prime 4 Beyond nasconda ottimamente sotto una buona dose di trucco e parrucco lo sviluppo travagliato pluriennale che ha alle spalle.
Nel mondo videoludico non sono infatti pochi i progetti che si trascinano dimenandosi e dibattendosi per anni, attesi lungamente dal grande pubblico e poi sviliti da un prodotto finale ben lontano dalle premesse iniziali. Metroid Prime 4 Beyond non è così: se uno non ne sapesse i trascorsi (e non sapesse, per esempio, che oltre a Retro Studios ci hanno messo le mani una ventina di studi differenti) non potrebbe mai intuirli.

Metroid Prime 4 Beyond, finalmente sei qui
E non è nemmeno vero che graficamente l’ultima avventura di Samus Aran “odori” di prodotto multigenerazionale essendo uscito sia su Nintendo Switch sia su Switch 2: stilisticamente è così superbo che è difficile cogliere elementi sottotono mentre si esplorano templi dalle architetture superbe, ci si avventura in giungle intricate e rigogliose o si scalano ghiacciai perenni.

Certo, forse qualche “stanza” (come gli altri episodi, permane la ripartizione delle mappe in segmenti) poteva essere rifinita di più ma, in generale, il nuovo pianeta alieno in cui ci ritroveremo dopo un inizio concitato, ovvero Viewros, regala scorci mozzafiato. Su Switch 2 vi sarà consentito di scegliere se vivere l’avventura privilegiando l’impianto estetico (risoluzione 4K a una frequenza di aggiornamento a 60fps) oppure sacrificarlo in parte (si scende parecchio, a 1080p) per avere in compenso 120 fotogrammi al secondo.

Se proprio volessimo sottilizzare, potremmo dire che, al netto della straordinaria inventiva delle architetture, avremmo preferito probabilmente più ispirazione con riferimento ai biomi (ancora una volta la giungla, seguita dal livello innevato, per poi approdare in una fabbrica abbandonata per finire con l’immancabile inferno di lava), troppo ancorati a quelli di Tallon IV, ma in fondo che male c’è a voler strizzare l’occhio al capostipite della serie?

E, visto che ci siamo, continuiamo la rassegna degli aspetti che ci hanno fatto aggrottare la fronte citando, ovviamente (era nell’aria fin da quando si erano intraviste nei primi video) le fasi a bordo di Vi-O-La, la moto che Samus inforcherà dopo qualche ora di gioco per percorrere a tutta velocità le immense distese desertiche di Viewros. Non bastasse il fatto che ci sfugge perché Samus debba andare in moto quando ha un’astronave bellissima che avremmo tanto voluto pilotare tra un bioma e l’altro, ovviamente non sorvolando un deserto ma a spasso nello spazio, quelle sessioni su due ruote cigolano eccessivamente.
Qua e là nascondono pure qualche bel dungeon, ma difficilmente si ha voglia di avventurarsi in un open world così mesto e desolato. Davvero difficile comprendere perché Retro Studios abbia voluto lanciarsi nella sfida dei mondi aperti dovendo sviluppare un videogame per la medesima console che ospita The Legend of Zelda – Tears of the Kingdom.

Ma il vero problema – e qui abbandono il pluralis maiestatis di rito perché probabilmente è solo mio – l’ho avvertito approcciandomi al gioco su Nintendo Switch 2 con un controller tradizionale ufficiale ma della vecchia Switch: apparentemente viene riconosciuto, ma dal momento che Metroid Prime 4 Beyond contempla appena due modalità di controllo, entrambe studiate solo per i Joy Con (nella prima si punta e spara, nella seconda si scimmiotta il mouse del PC) ho avuto parecchie difficoltà a utilizzare sul pad classico il sistema di puntamento con lo stick, risultando terribilmente lento.
Tanto che anche solo il primo boss del gioco (che serve solo per apprendere i rudimenti del sistema di combattimento) stava per farmi fuori. Questa situazione potrebbe non verificarsi coi controller per NS2 o magari uscirà una patch al day one, quindi riconosco che tale lamentela sia da prendere con le pinze.

Per il resto, Metroid Prime 4 Beyond è un Prime 1 all’ennesima potenza: mappe grandi, dettagliate, ricche di oggetti e nemici da scansionare (ecco, forse sono anche troppi: si procede col terrore di aver dimenticato qualcosa), studiate appositamente per schiudersi davanti a voi a poco a poco, sulla scorta dei potenziamenti – obbligatori o facoltativi – che riuscirete a trovare. Perché ovviamente si parte avendo a disposizione la versione full optional della cacciatrice di taglie, poi ecco che succede qualcosa che la fa precipitare nuda e cruda nel posto più ostile della galassia.

Ci è piaciuto inoltre che, rispetto al passato, l’esplorazione fosse ostacolata da un maggior numero di enigmi ambientali. Se, infatti, dover controllare manualmente la mira (coi sistemi che vi dicevamo) sembra quasi spingere Metroid Prime 4 Beyond verso il genere degli FPS, questi frangenti lo riportano nel suo alveo naturale: l’avventura con backtracking. Non fatevi ingannare poi dal primo boss del gioco: come dicevamo è poco più di un tutorial reso ludico, per questo è molto classico e ripetitivo. In realtà le boss battle sono un elemento caratterizzante dell’avventura proprio perché altamente spettacolari e divertenti.

Chiudiamo con una annotazione: ormai videogiochiamo da tante – davvero tante – decadi, perciò di videogame ne abbiamo provati… ebbene, solo la saga di Metroid Prime sa farci provare realmente la sensazione di essere approdati su di un pianeta alieno, con la sua flora e la sua fauna, dove noi siamo all’ultimo posto della catena alimentare, perennemente braccati da forme di vita letali che sbucano a ogni passo.