Dopo aver attaccato frontalmente anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala con il caso forse più mediatico che giudiziario che ha nel “Pirellino” – l’ex palazzo comunale in via Pirelli 39 comprato nel 2019 dalla società di sviluppo immobiliare Coima – il proprio emblema più potente, questa volta l’agguerrita Procura meneghina si muove nei confronti del grattacielo di lusso Unico Brera che svetta nel cuore della città, dove un tempo si trovata un palazzo del ‘700, secondo quanto informa l’Ansa.
Sigilli alla torre Unico Brera
Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, in esecuzione di un provvedimento del Giudice per le indagini preliminari, ha messo i sigilli all’intero stabile. Si tratta di un complesso residenziale di lusso – due edifici di 4 e 11 piani – in via Anfiteatro, su un’area rimasta vuota dal 2006 in seguito alla demolizione di un palazzo settecentesco composto da due corpi di 5 e 3 piani. In questo capitolo di inchiesta che riguarda abusi edilizi e ipotizza anche il falso, risultano secondo l’Ansa 27 indagati.
I lavori – dettaglia Il Sole24Ore – avrebbero dovuto completarsi quest’anno e sono stati autorizzati, come in altre decine di casi finiti sotto la lente della magistratura, con una Scia, Segnalazione Certificata di inizio attività, come «ristrutturazione edilizia» nel 2019 e, successivamente, con un’altra segnalazione certificata di inizio attività in variante nel 2023. La Procura contesta però che si possa parlare di ristrutturazione quando l’intervento avviene su «un’area libera», in quanto liberata attraverso una demolizione del palazzo preesistente oltre dieci anni prima dell’avvio dei lavori.