Nei paddock, dove l’odore di benzina si mescola a decenni di radicate tradizioni unicamente maschili, una ragazza di vent’anni ha deciso di cambiare schema. Aurora Angelucci è arrivata senza pedigree sportivo e senza porte spalancate, solo con la memoria delle gare vista sin da bambina insieme al papà e con una buona dose di determinazione.

In un ambiente dove le donne sono spesso comparse, lei ha scelto di essere regista: fondare Angeluss, società di sport management che mira a supportare e seguire giovani donne che hanno il talento per distinguersi nel mondo delle due ruote. Perché se le ragazze non trovano spazio nei team, allora bisogna crearne uno. Se non ci sono role model allora bisogna diventarlo. E ci è riuscita: a soli 23 anni Aurora Angelucci vanta la costruzione del primo team MotoGP interamente femminile e coordina piloti, sponsor, logistica e un’intera struttura che cresce in tre campionati. E continua a guidare la rivoluzione che lei stessa ha messo in moto.
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Aurora, a soli vent’anni hai fondato Angeluss e creato il primo team MotoGP interamente femminile. Qual è stato il momento esatto in cui hai capito che questa sarebbe stata la tua strada?
Direi che tutto è iniziato da una gara vista insieme a mio papà e a molte seguite da casa: mi piacevano tantissimo, ero incuriosita da tutto quello che stava accanto e dietro ai piloti. Ma mi sono subito accorta che non avevo e non trovavo role model femminili in cui riconoscermi: nessuna team manager, nessuna fondatrice, nessuna ragazza che coordinasse piloti, sponsor e logistica. Più cercavo qualcuno che non c’era più volevo provare a diventarlo.

Tu non hai tradizioni sportive famigliari, e non avevi contatti nel mondo delle gare motociclistiche professionistiche. Come ci sei riuscita? Da cosa hai iniziato?
Ho iniziato cercando i nomi di chi ci lavora, partendo dai siti dei team di MotoGP. Mi fingevo una blogger, intervistandoli avrei potuto capire come muovermi, quali erano i meccanismi e i percorsi. Molto spesso mi hanno bloccata sui social. A fine 2021 sono riuscita ad avere un incontro con uno degli organizzatori del motomondiale che mi ha detto senza mezzi termini di lasciare perdere, a marzo del 2022 ad un evento ho conosciuto per vie indirette altre persone del settore a cui è piaciuta la mia idea, e mi sono ritrovata in poco tempo ad affiancare il personale nel paddock. A settembre dello stesso anno ho contribuito a dare vita al primo team 100% femminile.

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Un percorso non canonico ma possibile, nonostante gli ostacoli. Com’è stato inserirsi in un team esistente composto da soli uomini?
Inizialmente parlavano con gli altri e non con me, che io fossi parte della squadra e potessi avere un ruolo e dare un contributo era difficilmente pensabile. Far capire che le donne in questo mondo possono essere un valore aggiunto e non un ostacolo è stata – ed è tuttora – una fatica enorme. Ad ogni errore umano o imprevisto come prima cosa guardavano me, immaginando che potesse essere solo colpa mia. Ricordo molte frecciatine e alcuni episodi emblematici, soprattutto quando era una pilota a vincere o distinguersi in pista.

Angeluss oggi comprende Academy, team agonistici e collaborazioni internazionali. Come siete organizzati e qual è il tuo ruolo?
Io lavoro con oltre 35 persone e 12 piloti da 6 Paesi diversi: gestisco la logistica, il rapporto con gli sponsor, gli eventi, i progetti speciali, e sono team manager in tutti i nostri team. Dal CIV Junior Minigp alla Premoto3, fino alla European Talent Cup nel JuniorGP. La parte più difficile non è stata trovare le persone, ma convincere l’ambiente che un progetto come il nostro potesse funzionare. Oggi i risultati in pista lo dicono chiaramente.

Angeluss nasce con l’obiettivo di portare più donne in un settore che spesso le esclude. Che tipo di cambiamento vuoi generare?
Voglio che ogni ragazza appassionata di motori non debba sentirsi fuori posto, che sappia quale percorso fare per provarci. Vogliamo immaginare inclusione, non esclusione: per questo non siamo team di sole donne ma anche di uomini che ne comprendono il valore, e che sanno stare in questa squadra con impegno e spirito di collaborazione. Vogliamo che si possa immaginare – e vedere all’opera – una manager donna, donne alla guida, meccaniche donne. Con l’Academy formiamo ragazze seguite da piloti esperti, perché il talento c’è: mancavano solo i contesti in cui farlo crescere senza pregiudizi. Voglio che ciò che io non ho avuto — un modello a cui guardare — diventi normale per la prossima generazione. Sogno una MotoGP in cui vedere una donna ai box non sia un’eccezione ma la normalità. Sogno di portare le nostre ragazze nelle categorie più alte e di far capire che competenza e passione non hanno genere. E che se il role model non c’è, tu stessa lo puoi diventare.

Il 17 dicembre anche Aurora Angelucci, Ambassador di SWC Italia, sarà tra le ospiti del talk “Unstoppable Humans” di Unstoppable Women a SIOS25 Winter. Vi aspettiamo a SIO25 Winter, a Palazzo della Borsa, appuntamento in Area Scavi dalle 14.45.