Natale, tempo di stelle comete. Anche di quella che sfiora la Terra in questi giorni

Natale, tempo di stelle comete. Anche di quella che sfiora la Terra in questi giorni

I nomi degli oggetti celesti possono essere poetici oppure delle sequenze di numeri che indicano la loro posizione o fanno riferimento ad un catalogo. Altre volte il nome è più descrittivo e ci dà informazioni sulla natura dell’oggetto. È il caso di 3I/Atlas dove 3I ci dice che si tratta del terzo oggetto interstellare che viene a farci visita. La scoperta è stata fatta il 1 luglio 2025 dall’Asteroid Terrestrail-impact Last Alert System (Atlas, appunto) e la sorgente è rapidamente balzata agli onori della cronaca perché la sua traiettoria, unita alla sua velocità molto elevata certifica che viene dall’esterno del sistema solare.

patrizia caraveo spazio al futuro 1

Il viaggio di 3I/Atlas

Non sappiamo da dove, certo da un altro sistema planetario. Proiettando all’indietro la sua traiettoria si arriva ad un gruppo di stelle più vecchie del nostro Sole, quindi 3I/Atlas potrebbe essersi formata prima del nostro sistema solare.

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Animazione della traiettoria di 3I/Atlas mostra come l’oggetto sia passato vicino a Marte prima di raggiungere il punto più vicino al Sole (in quel momento non era visibile dalla Terra ma si poteva osservare da Marte).

Mentre si avvicinava al Sole, 3I/Atlas ha sviluppato una chioma brillante che è insolitamente ricca di anidride carbonica, contiene anche acqua, monossido di carbonio, cianuro e acido cianidrico. Si tratta di sostanze alla base della chimica prebiotica, che fanno guardare con particolare attenzione alle comete come corresponsabili dell’origine della vita. Accanto alla caratteristiche che la accomunano con le comete del sistema solare, 3I/Atlas ha qualche peculiarità. La sua chioma contiene più nickel che ferro, ma quello che incuriosisce di più è il comportamento della coda che è formata da gas e polvere rilasciati dalla sublimazione del ghiaccio.

Dal momento che la cometa si muove nello spazio interplanetario che è pervaso dal vento solare, un fiume di energia prodotto dal sole, il gas e la polvere vengono spinti in direzione antisolare. Questo è quello che fanno tutte le comete che, avvicinandosi al Sole si “attivano” cioè iniziano a rilasciare gas e polveri sviluppando una coda in direzione opposta al Sole. 3I/Atlas ha mostrato un comportamento un po’ più complicato. Ha iniziato a sviluppare una coda canonica, poi a luglio è comparsa una anticoda che puntava al Sole, mentre più di recente, dopo avere passato il punto di maggior avvicinamento al Sole (a metà ottobre), quando è tornata visibile dalla Terra, a metà novembre, ha mostrato di avere più code. È un comportamento insolito ma non eccezionale. Altre comete hanno sviluppato getti che sono interpretati come piccole esplosioni di sacche di gas che si accumula sotto la superficie ghiacciata della cometa.

stella cometa
Ricostruzione grafica di una stella cometa

Composizione chimica e getti non turbano l’esperto della NASA che dice «Sembra una cometa. Fa cose da cometa. Assomiglia moltissimo, in quasi tutti i sensi, alle comete che conosciamo». Ma 3I/Atlas non è una cometa qualsiasi: è un visitatore interstellare e Avi Loeb, un famoso professore di Harvard, sostiene che si tratti di una astronave aliena che sta esplorando il sistema solare. Nella sua pittoresca visione, i getti non sono esplosioni superficiali ma hanno origine dai motori che controllano la velocità dell’astronave. Diciamo che, se così fosse, i poveri alieni hanno calcolato veramente male la loro traiettoria. Il pianeta che è stato sorvolato più da vicino è stato Marte a 30 milioni di km. mentre il punto di maggiore avvicinamento alla Terra dista da noi 269 milioni di km (oltre una volta e mezza la distanza tra la Terra ed il Sole) ed è stato passato a metà dicembre.

Lo stesso professore aveva detto le stesse cose nel caso di 1I/Oumuamua, il primo visitatore interstellare scoperto nel 2017. Il nome in hawaiano significa visitatore che viene da lontano. Anche in quel caso c’era stato un grande clamore mediatico, cosa che aveva dato molta visibilità al discusso professore che ha certamente visto aumentare le donazioni per i suoi progetti di ricerca di visitatori alieni. Tuttavia, rimane vero che un oggetto interstellare desta molta più curiosità di una normale cometa. Tanto interesse si traduce in molte osservazioni e le agenzie spaziali americana, europea e giapponese non si sono risparmiare: 3I/Atlas è stata osservata da una dozzine di sonde e telescopi che sono gestiti da NASA, ESA e JAXA.

Oltre ai telescopi HST e JWST ed agli osservatori per raggi X XMM-Newton e XRISM, in orbita terrestre, sono stati usate sonde solari, la flotta degli strumenti in orbita intorno a Marte compreso il rover Perseverance, le sonde Psyche e Lucy in viaggio per raggiungere la fascia degli asteroidi e anche Juice che viaggiando verso Giove. Uno spiegamento senza precedenti che ha permesso di seguire la cometa anche nel mese di ottobre quando poteva essere osservata solo da Marte. Come si vede nell’animazione della traiettoria, 3I/Atlas era invisibile dalla Terra perché nascosta dal Sole invece poteva essere vista da Marte, che ha avuto il privilegio di essere il pianeta sorvolato più da vicino dal visitatore interstellare. Per questo ESA e NASA hanno usato tutti i loro strumenti in orbita marziana.

All’inizio di questo autunno, 3I/ATLAS è passata a 30 milioni di km da Marte ed è stata osservata da tre sonde della NASA. Il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha catturato una delle immagini più ravvicinate della cometa, mentre l’orbiter MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN) ha ottenuto immagini ultraviolette che aiuteranno a determinare la composizione della cometa. Nel frattempo, il rover Perseverance ha catturato un debole scorcio dalla superficie di Marte. Peccato che durante lo shutdown amministrativo, durato dal 1 ottobre al 14 novembre, la NASA non abbia potuto rendere pubbliche le immagini ottenute, contribuendo, involontariamente ad infittire il mistero dell’astronave aliena.

Per fortuna c’erano anche le sonde europee e, tra l’1 e il 7 ottobre 2025, Mars Express ed ExoMars Trace Gas Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea hanno osservato il passaggio della cometa 3I/ATLAS. I dati ottenuti hanno reso dieci volte più precise le previsioni sulla posizione della cometa. Migliorare la conoscenza traiettoria di questo oggetto (che viaggia a 250.000 km all’ora) è molto importante ed è la prima volta che queste misurazioni sono state fatte da una sonda in orbita attorno a un altro pianeta.

Alcune missioni solari della NASA hanno la capacità unica di osservare aree del cielo vicine al Sole, il che ha permesso loro di seguire la cometa 3I/ATLAS mentre passava dietro al nostro Sole (rispetto alla Terra). Le sonde gemelle STEREO A e B (Solar Terrestrial Relations Observatory) della NASA hanno catturato immagini dall’11 settembre al 2 ottobre, mentre la missione SOHO (Solar and Heliospheric Observatory che è una collaborazione tra ESA e NASA) ha osservato la cometa dal 15 al 26 ottobre. Le immagini della missione PUNCH (Polarimeter to Unify the Corona and Heliosphere) della NASA, lanciata all’inizio di quest’anno, rivelano la coda della cometa durante le osservazioni dal 20 settembre al 3 ottobre.

Nonostante SOHO abbia scoperto migliaia di comete, la maggior parte delle quali si stava tuffando nel Sole, questa è la prima volta che le missioni di eliofisica della NASA hanno osservato intenzionalmente un oggetto proveniente da un altro sistema solare. Il Jupiter Icy Moons Explorer (Juice) dell’ESA, che sta percorrendo la sua traiettoria verso Giove, ha osservato la cometa subito dopo il suo massimo avvicinamento al Sole, ma i dati non saranno disponibili fino a febbraio 2026.

Le sonde Psyche e Lucy della NASA, attualmente in viaggio verso la fascia degli asteroidi, hanno contribuito alle osservazioni di 3I/ATLAS. L’8 e il 9 settembre, Psyche, nel corso di otto ore, ha acquisito quattro osservazioni della cometa da una distanza di 53 milioni di km. Queste immagini permetteranno di migliorare la previsione della traiettoria della cometa.

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Il 16 settembre, Lucy ha scattato una serie di immagini da una distanza di 390 milioni di km. La somma di queste immagini fornisce dettagli sulla chioma e sulla coda della cometa. Proprio grazie alla mole di dati raccolti 3I/Atlas è stata considerata un prezioso banco di prova per fare un test dei protocolli per la difesa planetaria, anche se è affatto pericolosa. L’esercizio ha dimostrato che i dati su una cometa acquisiti dalla Terra possono essere combinati con i dati sulla stessa cometa acquisiti da un altro pianeta o da altre posizioni nel sistema solare, fornendo una sorta di visione 3D. L’11 novembre 3I/Atlas è tornata visibile per noi terrestri e ha continuato a comportarsi come una cometa.

Il 30 novembre Hubble l’ha ripuntata (quando 3I/Atlas era a 286 milioni di km), fornendo una splendida immagine che evidenzia una bellissima chioma, mentre le stelle di sfondo sono allungate perché il telescopio sta “inseguendo” il moto della cometa.

Se pensate che, a questo punto, Avi Loeb si sia convinto che 3I/Atlas non sia un’astronave aliena, vi sbagliate di grosso. Sa benissimo che la rete è piena di complottisti appassionati e lui è bravissimo a mantenere alto il loro interesse. Dice che con ogni probabilità si tratta d un oggetto naturale, ma che bisogna sempre essere aperti a tutti i possibili scenari. Questa attenzione mediatica è una manna per la raccolta fondi destinati ai suoi progetti. Le dolenti note arrivano quando pretende di pubblicare su rispettate riviste scientifiche le sue elucubrazioni. Davanti alle critiche degli editori, che rifiutano i suoi articoli, fa il perseguitato e dice di essere ostracizzato dalla comunità. Convincere un miliardario a fare donazioni per cercare manufatti alieni è più facile che convincere gli esperti di comete che gli oggetti interstellari siano astronavi in missione esplorativa.