Gli ultimi giorni dell’anno sono quelli in cui la redazione di StartupItalia tira le somme dei 12 mesi trascorsi insieme alla community, mette in ordine le storie pubblicate sul magazine e propone una selezione di quelle che possono essere di grande ispirazione nel periodo delle feste di Natale. Come ogni lunedì, ormai lo sapete, dialoghiamo con gli investitori con le nostre interviste ai VC, ai business angel, a chi supporta in generale le startup. Ciascuno dei tre profili che vi presentiamo in questo articolo contiene un link a un’intervista.

Antonella Grassigli
«Non è stato affatto facile investire in Anthropic: gli investitori americani sono molto diffidenti». Il mondo degli investimenti, del Venture Capital e dell’equity crowdfunding italiano ha messo una bandierina, seppur piccola, nella partita globale dell’Intelligenza artificiale. Doorway, piattaforma di equity crowdfunding fondata da Antonella Grassigli, ha partecipato al round di Anthropic da 3,5 miliardi di dollari di febbraio 2025, operazione che ha assegnato alla società dei fratelli Amodei una valutazione da 61,5 miliardi. Nel frattempo l’ex startup è cresciuta, raccogliendo altri capitali e nel 2026 sembra intenzionata a puntare all’IPO. «Avevamo provato a entrare in Anthropic già nel luglio 2024 attraverso l’asta giudiziaria delle azioni di FTX detenute nella scaleup, ma le condizioni erano diventate rapidamente proibitive». Nonostante ciò, Doorway è riuscita a portare circa 30 investitori italiani a cogliere questa opportunità di valore strategico vista la tecnologia in campo.

Emma Celli
«La passione per il Venture Capital è nata durante quegli anni. Ho frequentato un master tra Dublino e Lisbona. Circondata da compagni provenienti da tutta Europa, mi sono avvicinata a questo mondo». In origine non erano tanto gli investimenti, quanto i nomi e le storie di ex startup – Revolut, Yoox, Too Good To Go – a incuriosirla. Emma Celli lavora in Growth Capital, nella tech investment bank fondata da Fabio Mondini de Focatiis con uffici a Milano, Madrid e Londra. «Mi interessava vedere quali fossero le tecnologie più recenti, quali i driver di crescita. Anche per capire le innovazioni future. Offriamo servizi di supporto a startup e scaleup che puntano a fare fundraising o M&A». Sono parte di una filiera che sostiene le realtà innovative per crescere in anni non facili in termini di raccolta rispetto al passato.

Tommaso Maschera
«Siamo un Paese di imprenditori, ma spesso orientati a una crescita organica e al controllo famigliare dell’azienda. Ciò che mi ha spinto a studiare e successivamente a lavorare nel campo del policy public è stato il desiderio di generare un impatto concreto. Poi mi sono reso conto che il Venture Capital poteva essere la chiave per averne ancora di più». Tommaso Maschera è il direttore e co-launcher di Plug And Play Italy, divisione del noto acceleratore e investitore americano, ed è il protagonista di una nuova puntata del lunedì, in cui su StartupItalia ospitiamo la storia e i commenti di chi opera nel settore VC. Classe 1995, di Milano, è cresciuto in Franciacorta ma presto ha preso la strada dell’estero dove ha proseguito gli studi universitari e cominciato a interessarsi del settore innovazione. Non da nerd, ma partendo da una passione per la filosofia.