La “party girl numero uno di Miami” è anche la più giovane miliardaria self-made del mondo. Fondatrice di Scale AI e poi di Passes, Guo incarna il lato glamour e spregiudicato della Silicon Valley: tra startup di successo, scandali legali e una vita da rockstar, la sua storia racconta quanto può costare stare fuori dagli schemi. Ascolta la puntata del podcast Bad Boys di StartupItalia. Nell’episodio, il contributo di Alessandro Aresu.
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Vive tra Miami e Los Angeles, partecipa a Coachella, si allena con costanza ogni giorno e condivide le sue giornate sui social. È stata definita “la party girl numero uno di Miami” ma non solo. È anche la più giovane miliardaria self-made al mondo. Se vi state chiedendo chi sia, la risposta è Lucy Guo.
Lucy Guo è una dei nostri BAD BOYS – QUEI “CATTIVI RAGAZZI” ALLA CONQUISTA DEL MONDO, il nuovo podcast in sei puntate firmato StartupItalia. Io sono Giampaolo Colletti e insieme a Chiara Buratti e Alessandro Di Stefano – e con molti altri esperti – ti racconto le vite di sei protagonisti che hanno lasciato il segno nella storia dell’innovazione. Figure che affascinano e che dividono, che ispirano e che disturbano. Perché hanno infranto le regole, ridefinito i limiti, rivoluzionato i mercati. Ma lo hanno fatto sempre ai limiti. Alcuni sono partiti da un garage, altri da un’aula universitaria, altri ancora da contesti lontani e impensabili per la Silicon Valley. Sono i bad boys della tecnologia globale, espressione della “bro-culture”. Visionari. Spietati. Geniali. E proprio per questo capaci di cambiare tutto. Buon viaggio nei BAD BOYS. Perché nel bene e nel male i cattivi ragazzi costruiscono il futuro.

Nata nel 1994 in California, figlia di immigrati cinesi, fin da giovanissima mostra un talento fuori dal comune per la programmazione: da adolescente crea bot per il gioco Neopets e vende oggetti virtuali per guadagnare i suoi primi soldi. La giovane Lucy non lo sa, ma sta già mettendo le basi per il suo successo.
Guo si fa notare già da giovanissima, studia Informatica alla Carnegie Mellon University ma nel 2014 abbandona gli studi. Non perché non sia brava, tutt’altro, ma perché è la vincitrice della Thiel Fellowship, una prestigiosissima borsa di studio da 100mila dollari dedicata a giovani imprenditori che scelgono di non completare l’università per dedicarsi ai propri sogni.
Così, dopo due stage in Facebook e Snapchat come prima designer donna, co-fonda Scale AI nel 2016 insieme ad Alexandr Wang. La startup diventa un colosso dell’intelligenza artificiale. E oggi vale 25 miliardi di dollari.

Guo viene licenziata nel 2018, ma mantiene una quota in Scale AI che la renderà miliardaria. Di fermarsi non ci pensa neanche. Nel 2022 lancia Passes, una piattaforma alternativa a OnlyFans, pensata per i creator digitali. Il progetto raccoglie ben 40 milioni di dollari in investimenti, ma finisce anche al centro di una serie di polemiche legali molto recenti. E su di lei vengono puntati i riflettori, questa volta non per un successo.
Una class action scuote le fondamenta di Passes. La piattaforma viene accusata di aver permesso la diffusione di contenuti pornografici prodotti da una minorenne: Alice Rosenblum, all’epoca 17enne. Il tutto orchestrato da un agente esterno, Alec Celestin, che avrebbe bypassato i controlli di verifica dell’età per inserirla nella sezione “Vault”, riservata ai VIP.
I denunciatari sostengono che Guo e altri dirigenti abbiano consapevolmente ignorato i controlli di sicurezza per consentire alla creator minorenne di caricare materiale sessualmente esplicito.
Guo respinge le accuse, dichiarando che Celestin non faceva parte del team di Passes e che la piattaforma non autorizzava contenuti di quel tipo. Parla apertamente di tentativo di estorsione e di attacco alla sua immagine.

Intanto, Passes corre ai ripari: divieto assoluto per i minorenni, contenuti rimossi, e una politica di controllo rafforzata.
Guo ha definito la causa una “tentata estorsione da 15 milioni di dollari” e una campagna per distruggere la sua reputazione. Ma la vicenda è a oggi uno tra gli scandali più gravi che abbia sinora coinvolto il mondo del tech. Quindi, quanto costa davvero essere fuori dagli schemi? E che rapporto ha Guo oggi con l’amministrazione americana?
Una vita da rockstar quella di questo genio ribelle della Silicon Valley che, nonostante gli impegni pressanti, non rinuncia a una buona dose di divertimento. Non a caso è stata definita “la party girl numero uno di Miami”. Una figura divisiva, d’ispirazione ma anche affascinante. Dopo aver costruito imperi digitali e affrontato scandali che avrebbero messo in ginocchio chiunque, lei sembra pronta a rilanciare. E forse, proprio per questo, è impossibile ignorarla.
La sua prossima mossa? Integrare l’intelligenza artificiale in Passes, investire in startup futuristiche e trasformare i creator in aziende vere e proprie. Non solo imprenditoria, ma evoluzione. Lucy potrebbe fondare una nuova piattaforma, entrare nel mondo del venture capital o diventare la voce guida per una nuova generazione tech. Oppure potrà tornare a sorprendere. Tutti. D’altronde, sarebbe strano il contrario.