A cinque minuti dal Duomo di Milano, nella corte di una vecchia casa ottocentesca in via Nerino, c’è un tesoro “quasi” nascosto. Si tratta del laboratorio di ceramiche Paravicini. Qui, da oltre trent’anni, nascono servizi per la tavola con decori realizzati a mano. «I protagonisti dei nostri piatti sono mondi onirici ed esotici popolati da serpenti, giocolieri, mongolfiere, calligrafie e monogrammi», racconta Benedetta Medici Di Marignano oggi alla guida dell’azienda assieme alla madre Costanza e alle sorelle Bona e Margherita. «Nei primi anni ’90 mia madre e mia zia andavano alla ricerca di piatti decorati, ma non era facile trovarli. Dipingevano molto bene ma non avevano mai sperimentato la lavorazione della ceramica, così si sono buttate in questa attività un po’ per gioco. Oggi quell’hobby è un lavoro che la nostra famiglia porta avanti da 30 anni. Dopo il successo in Europa e negli USA siamo arrivati anche nel mercato asiatico, a Hong Kong», spiega Benedetta, classe ’84 milanese doc. La storia di questo piccolo gioiello nel cuore del capoluogo lombardo è la protagonista della nuova puntata di Viaggio in Italia.

Da un hobby a un lavoro
Riavvolgiamo il nastro. Siamo nei primi anni ’90, Costanza Paravicini e sua sorella vanno alla ricerca di piatti decorati a mano ma si tratta di un’impresa tutt’altro che semplice. «Così, per hobby, avevano iniziato ad abbozzare dei layout di decorazioni per piatti. Sono sempre state molto brave a disegnare e in quell’occasione si sono accorte che la superficie di disegno era molto diversa rispetto a quella di una tela o di un foglio e che era molto più difficile riuscire a tirare linee sottili e fresche. Ma volevano farcela e, dopo svariati tentativi, assieme ad altre amiche, hanno trasformato il garage di casa in un laboratorio. Ognuna aveva il suo angolo dove poter sperimentare». Da queste sperimentazioni ha preso avvio l’attività inizialmente con qualche pezzo venduto agli amici. «Poi quell’hobby è diventato un lavoro e in questa corte a due passi dal Duomo hanno deciso di dare vita al laboratorio Paravicini, dal cognome di mia mamma e mia zia. E da Milano ci hanno conosciute nel mondo».

Inizialmente la famiglia Paravicini esportava principalmente negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, poi è arrivata la volta dell’America del Sud e dell’Asia. «A un certo punto, mia madre aveva bisogno di qualcuno che la aiutasse, così io e le mie sorelle l’abbiamo seguita». Dopo il liceo classico, Benedetta si specializza in Disegno industriale e inizia il lavoro in famiglia nelle cinque stanze di via Nerino 8 dove si costruiscono da zero le creazioni. «Io seguo la comunicazione mentre le mie sorelle la parte amministrativa. Mia madre è la direttrice creativa delle nuove collezioni che sono al centro della produzione. Ci confrontiamo anche con le decoratrici, mentre altre seguono la produzione dei decori a stampa, a pennello o a tecnica mista. I prodotti dipinti a mano, realizzati in terraglia bianca sottile tornita a mano e rifinita, sono eseguiti su ordinazione assieme ai clienti in un progetto tailor-made», spiega Benedetta.

Le lavorazioni a mano
Nel laboratorio Paravicini disegni contemporanei convivono con ispirazioni classiche in un gioco di rimandi e citazioni che dà vita a suggestioni poetiche in una creatività eclettica che interpreta la tradizione dell’alto artigianato italiano rileggendone il linguaggio in chiave contemporanea. E nonostante il lavoro da fare sia tanto, Benedetta ci tiene a sottolineare che il livello resta comunque molto alto. «Siamo rimasti un lab artigianale, dove il prêt-à-porter è frutto di un lavoro di alta qualità che si distingue in un mercato saturo di proposte. Collaboriamo anche con noti marchi del lusso e studiamo progetti per privati e strutture sposando l’idea di una tavola che richiama l’antica tradizione europea: dallo stile classico impero ai singoli pezzi contemporanei che sposano la moda del momento fino agli animali esotici». Particolare attenzione viene data alla tecnica della decalcomania serigrafica applicata sotto smalto, che conferisce ai prodotti un’eccezionale resistenza e brillantezza. Questo processo fa sì che le decorazioni, spesso ispirate a motivi floreali, geometrici o a scenari fiabeschi, rimangano inalterate nel tempo.

I progetti in divenire
Una magia che richiama anche il luogo in cui si trova: un cortile di una vecchia casa milanese immerso nella realtà metropolitana ma estraneo al caos della vita moderna, ricco di verde e di storia. «Qui lavoriamo in alcune stanze che affacciano sullo stesso cortile e offriamo la possibilità ai visitatori che passano da via Santa Marta e via Torino di entrare a “dare una sbirciatina”». In particolare, nello spazio che, in totale, si aggira sui 200 mq., tre stanze sono dedicate alla produzione e allo show-room, due agli imballaggi e allo stoccaggio.

«Le cotture vengono eseguite fuori – racconta Benedetta – Dopo aver partecipato al programma di accelerazione Artigiani 4.0, promosso dalla Regione Lombardia e realizzato da Upskill 4.0, abbiamo sviluppato un sistema di archivio che verrà caricato sul sito dove i clienti potranno censire i prodotti per colore, forma, soggetto. Oggi produciamo dai 15mila ai 20mila pezzi all’anno che vengono distribuiti in tutto il mondo e durante il Salone del Mobile lanciamo la nuova collezione in collaborazione con designer, architetti, in un progetto corale e un allestimento accattivante e interessante x il nostro target». E nel 2026, ad aprile, il lab aprirà le porte del suo cortile con un nuovo allestimento. «Abbiamo in essere diversi progetti con brand conosciuti che qui vengono prodotti, convinte che portare avanti questa attività in chiave innovativa che, allo stesso tempo, mantiene ben salde le nostre tradizioni sia il nostro obiettivo», conclude Benedetta.