Accise, i rincari del diesel spaventano le imprese. Quanto pagheranno in più le aziende e quali sono i comparti più colpiti?

Accise, i rincari del diesel spaventano le imprese. Quanto pagheranno in più le aziende e quali sono i comparti più colpiti?

«L’aumento del prezzo del diesel dal 2026 avrà un impatto diretto sulle imprese, con ripercussioni soprattutto su quelle che dipendono dal trasporto su strada e dalla logistica, ma anche su molti altri settori economici come l’artigianato e l’agricoltura», si legge in un report di Federcontribuenti dopo la recente decisione da parte del governo di aumentare le accise sul gasolio dal 2026. Questo potrebbe accadere proprio perché il diesel è un combustibile fondamentale per il trasporto merci e il funzionamento di molte macchine agricole e industriali. «Quindi un aumento dei suoi costi può avere ripercussioni significative sull’economia delle piccole e medie imprese nonché su quelle di dimensioni maggiori», scrive Flavio Zanarella segretario generale di Federcontribuenti.

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Accise in aumento, i settori sotto scacco secondo Federcontribuenti

Per Federcontribuenti, a essere più colpite sono le imprese che operano nel settore del trasporto merci, come le aziende di autotrasporti, dato che il diesel è il combustibile principale utilizzato per i camion. «L’aumento del suo prezzo implica un aumento significativo dei costi di gestione. Le imprese di trasporto potrebbero trovarsi costrette a ridurre i margini di profitto, aumentare i prezzi dei servizi (rischiando di perdere clienti) o affrontare un rischio di insostenibilità economica se i costi non sono adeguatamente compensati», si legge nella nota diffusa.

Sotto scacco anche il settore agricolo, in particolare quello che dipende da mezzi pesanti come trattori, macchinari per la raccolta e altri veicoli agricoli. «Le imprese agricole che già operano con margini ristretti potrebbero trovarsi a dover affrontare aumenti dei costi di produzione. In un settore caratterizzato da una forte concorrenza e da una dipendenza da costi fissi come quelli energetici, l’aumento del diesel potrebbe ridurre la sostenibilità economica di molte piccole imprese soprattutto quelle che si occupano di trasporti, distribuzione e costruzioni, sono fortemente dipendenti dal diesel per il funzionamento delle loro flotte o per l’alimentazione di macchinari», rimarca Federcontribuenti.

Altro comparto che, più di altri, potrebbe accusare la decisione governativa, è quello degli artigiani nei settori della costruzione e della manutenzione, che utilizzano spesso veicoli commerciali e mezzi che funzionano a diesel: «L’aumento dei costi di carburante può erodere una parte significativa dei profitti, costringendo alcune imprese a prendere decisioni difficili in merito alla sostenibilità a lungo termine e può portare a un incremento dei costi per i consumatori finali, se le imprese – conclude Federcontribuenti – decidono di trasferire l’aumento del carburante sui prezzi dei beni e dei servizi».