AdapTronics, il futuro dei bracci robotici dopo il round da 3 milioni di euro. «Ora guardiamo all’Europa»

AdapTronics, il futuro dei bracci robotici dopo il round da 3 milioni di euro. «Ora guardiamo all’Europa»

Camilla Conti e Lorenzo Agostini nel 2013 studiano al Politecnico di Milano e scelgono la stessa, insolita, destinazione per partecipare a un programma di studi all’estero: Waterloo, in Canada. Durante quell’esperienza hanno modo di conoscersi e conoscere il mondo delle startup. «Era il 2013 e in Canada, che vanta un forte ecosistema di startup, si parlava già di acceleratori. Abbiamo iniziato a conoscere il mondo delle startup deep-tech e  ha iniziato a prendere forma il nostro primo istinto imprenditoriale», racconta Camilla, attuale COO di AdapTronics. Un istinto che prenderà concretezza qualche anno dopo, circa una decina, con la nascita di AdapTronics, deep tech specializzata nello sviluppo di soluzioni elettro-adesive di manipolazione robotica per applicazioni industriali e spaziali che ha da poco chiuso un round da 3.15 milioni di euro.

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I due co-founder di AdapTronics

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Camilla, quando nasce AdapTronics e come?
Dalla spinta imprenditoriale di Lorenzo Agostini, attuale CEO, e dall’idea di trasferire tecnologicamente i risultati di anni ricerca accademica svolti durante il suo dottorato al Sant’Anna di Pisa e da ricercatore nel laboratorio SAIMA dell’Università di Bologna, gestito dal prof. Rocco Vertechy, anche lui socio della startup. Dal 2021 abbiamo cominciato a lavorare insieme sull’idea di impresa e a partecipare a diversi programmi di incubazione equity-free, che ci hanno dato formazione imprenditoriale e visibilità a clienti e investitori, vincendone anche alcuni come il PNI nella categoria Industrial. Quello è stato il nostro trampolino di lancio, che ci ha poi portato a fondare l’azienda nel 2022.  

In particolare, di che cosa si occupa AdapTronics?
Abbiamo sviluppato dei dispositivi di presa robotica per la movimentazione degli oggetti in modo versatile ed efficiente. Questi dispositivi sono basati su film sottili che diventano adesivi “a comando”, tramite forze elettrostatiche e che possiamo montare ‘plug & play’ in qualunque macchina automatica o robot. I prodotti di Adaptronics sono applicabili in molteplici settori: dall’automazione industriale e il packaging, dove velocità e affidabilità sono fondamentali, fino allo spazio, dove la tecnologia permette operazioni in orbita come la rimozione dei detriti e la manutenzione dei satelliti.

E avete sviluppato una tecnologia proprietaria per questo?
Si, si chiama “Electro-Active Adhesive Layer”. Grazie a questo film sottile, macchine automatiche e robot riescono ad afferrare e muovere oggetti con estrema versatilità, abilitando una presa adesiva controllabile su oggetti dalle più varie forme, dimensioni, materiali e pesi. Permettiamo maggiore rapidità con attivazione e rilascio in meno di 10 millisecondi e abbiamo un’efficienza energetica senza precedenti, fino a 1000 volte più alta rispetto ai sistemi standard. Basata su forze elettrostatiche e su un feedback tattile integrato, questa tecnologia consente di rilevare il contatto e la prossimità degli oggetti, assicurando una manipolazione estremamente precisa e delicata ed eliminando la necessità di sistemi pneumatici, meccanici o magnetici.

Adaptronics EAAL

Chi sono quindi i vostri clienti?
Principalmente produttori di macchine e di sistemi robotici, sia italiani che internazionali provenienti soprattutto dalla Germania e dagli USA. Nel team oggi siamo in 15 persone che lavorano full-time e 5 collaboratori esterni. Lavoriamo moltissimo con istituti di ricerca e università, fra cui il Politecnico di Torino, l’Università di Bologna, il Sant’Anna di Pisa e anche il Politecnico di Milano, università dove sia Lorenzo che io abbiamo studiato.

Ma vi siete incontrati a Milano?
Sì, abbiamo entrambi studiato ingegneria al Politecnico e ci siamo conosciuti nel 2013 perché entrambi avevamo scelto di fare un periodo all’estero alla Waterloo University, in Canada, dove abbiamo avuto modo di approcciarci per la prima volta al mondo dell’imprenditoria e delle startup. É stata un’esperienza importante sia da un punto di vista personale che professionale.

Ora come impiegherete il capitale che avete raccolto?
Dopo aver chiuso nel 2023 un round preseed da 685mila euro con Galaxia e A11 Ventures, e aver supportato lo sviluppo aziendale anche con cofinanziamenti pubblici, tra cui bandi dell’Agenzia Spaziale Europea, a ottobre abbiamo chiuso questo nuovo round da 3.15 milioni di euro con 360 Capital e il follow-on di Galaxia. Con i fondi che abbiamo ottenuto consolideremo il nostro team e aggiungeremo capacità produttiva con un impianto pilota per arrivare, nel 2027, a scalare la produzione. Cerchiamo 10 professionisti tra ingegneri elettronici a tecnici di produzione fino a sales da inserire nel nostro gruppo a partire dal prossimo anno. 

Adaptronics EAALPACK

Quali progetti avete in cantiere?
Abbiamo svariati progetti di pre-industrializzazione con aziende clienti che diventeranno a breve contratti di fornitura di prodotto. Saremo sul mercato con un primo prodotto commerciale entro metà 2026. Intanto, puntiamo nel 2027 ad aprire sussidiarie estere in Europa ma vogliamo andare anche verso l’Asia, che è per noi un mercato interessante con volumi giganteschi.

E l’Italia?
L’Italia ci sta dando tanto come ecosistema e le nostre sedi, senza dubbio, continueranno a essere qua. Inoltre, vogliamo lanciare un nuovo round con investitori esteri nel 2027 per supportare la nostra crescita commerciale a livello internazionale.