Bonus edilizi, ecco come anche gli immobili condonati possono usufruire degli sconti

Bonus edilizi, ecco come anche gli immobili condonati possono usufruire degli sconti

La Manovra 2026 amplia la tipologia di edifici, costruiti inizialmente in modo abusivo poi sanati o condonati, che possono accedere ai bonus edilizi. Il testo prevede che siano ammessi agli interventi di riqualificazione o rigenerazione urbana non solo gli immobili per i quali sia stato rilasciato il titolo edilizio in sanatoria ‘ordinaria’, ma anche quelli che l’hanno conseguito ai sensi dei tre condoni del 1985, 1994 e del 2003.

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Agevolazioni e premialità

Le agevolazioni – così come le premialità – potranno riguardare, quindi, anche gli immobili sanati con uno dei tre condoni del 1985, del 1994 e del 2003. Dal 25 dicembre, è attivo il conto termico che punta a trasformare parte degli incentivi in contributi diretti basati sul consumo energetico effettivo, provando così a superare la complessità del monitoraggio tipico delle detrazioni d’imposta. Per i proprietari, questo significa dover valutare con attenzione quale strumento sia più vantaggioso a seconda della tipologia di intervento programmato sulla prima casa o sulle unità immobiliari secondarie.

Che cosa rientra nell’agevolazione?

Il conto Termico 3.0 incentiva interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Nell’agevolazione rientrano interventi come l’installazione di pompe di calore, sistemi ibridi, generatori a biomassa ad alta efficienza, impianti solari termici e il collegamento a reti di teleriscaldamento efficiente.

Per i proprietari di abitazioni private sono previsti contributi non rimborsabili che possono coprire fino al 65% delle spese affrontate, a fronte di lavori che puntano a ridurre i consumi energetici e a incrementare la produzione di calore mediante fonti rinnovabili, con benefici estesi anche a imprese e amministrazioni pubbliche.

Le detrazioni possono ammontare al 36% o al 50% e per accedere al livello più alto di sconto bisognerà essere proprietari o titolari di un diritto reale di altro tipo sull’immobile ristrutturato e avere all’interno di quell’immobile l’abitazione principale (e, in sostanza, la residenza). 

L’agevolazione può essere applicata a tre bonus: l’ecobonus per l’efficientamento energetico, che interessa lavori come la sostituzione di infissi o l’installazione di pompe di calore; il bonus ristrutturazioni base, applicato a muratura e impianti; il sismabonus, dedicato alla messa in sicurezza antisismica, anche in versione acquisti.

Le detrazioni nel 2027

Anche se le aliquote sono identiche per tutti i bonus, ogni sconto ha il suo sistema di adempimenti con relativi massimali. Per l’ecobonus, per esempio, sarà necessario l’invio della comunicazione all’Enea, mentre il bonus ristrutturazioni richiederà soltanto l’effettuazione di un bonifico parlante collegato a una fattura. Dal 2027, è prevista la riduzione già programmata delle aliquote che passa dal 50% al 36% per le prime case e dal 36% al 30% per le seconde case.