Bonus POS, come recuperare le commissioni bancarie nella dichiarazione dei redditi?

Bonus POS, come recuperare le commissioni bancarie nella dichiarazione dei redditi?

Pagare con il POS è ormai un’abitudine ma ogni transazione con carta comporta una commissione che va a ridurre i margini di guadagno. Per alleggerire l’impatto di queste spese, lo Stato ha introdotto un aiuto fiscale, ovvero il Bonus POS, un credito d’imposta che permette di recuperare parte delle commissioni pagate per i pagamenti elettronici. Ecco come funziona e chi lo può richiedere.

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Quanto vale il Bonus POS

Il credito d’imposta sulle commissioni POS è stato introdotto dall’art. 22 del D.L. n. 124/2019 (c.d. decreto fiscale) ed è in vigore dal 1° luglio 2020. Dopo la parentesi Covid, quando l’agevolazione copriva il 100% delle spese, oggi il rimborso ammonta al 30% delle commissioni pagate per le transazioni con carta di credito, debito o altri strumenti digitali.
È bene, però, segnalare che non tutti possono beneficiarne. Il Bonus POS, infatti, spetta solo a imprenditori e professionisti che, nell’anno precedente, hanno dichiarato ricavi o compensi fino a 400.000 euro.

Come ottenere il credito d’imposta

Il credito maturato può essere utilizzato in compensazione già dal mese successivo a quello della spesa. Per farlo, bisogna compilare il modello F24, inserendo il codice tributo 6916 nella sezione “Erario” e nella colonna “importi a credito compensati”. In caso di eventuale restituzione, invece, si usa la colonna “importi a debito versati”.

Anche il credito POS deve comparire nella dichiarazione dei redditi. Gli importi vanno riportati nel modello Redditi e precisamente:

Questo credito rientra nel regime “de minimis previsto dall’U.E., che consente agli Stati membri dell’Unione Europea di concedere aiuti economici alle imprese in modo rapido, senza dover attendere il via libera preventivo della Commissione Europea.

Cosa devono fare i gestori POS

Le aziende che forniscono servizi di pagamento con POS devono comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati delle transazioni entro il giorno 20 del mese successivo. Devono essere trasmessi, tra gli altri, il codice fiscale dell’esercente, il mese e anno di riferimento, il numero totale delle operazioni e l’ammontare dei costi fissi legati al servizio. Queste informazioni vengono poi inviate anche agli esercenti, che così possono conoscere con precisione gli importi su cui calcolare il bonus fiscale.