Book Club | “Il sapere che conta”: la finanza personale spiegata da Annamaria Lusardi

Book Club | “Il sapere che conta”: la finanza personale spiegata da Annamaria Lusardi

Book Club | “Il sapere che conta”: l’educazione finanziaria per tutte e tutti, secondo Annamaria Lusardi

A rifletterci, si prendono ogni giorno decisioni che producono un impatto economico: eppure il mondo dedica molte attenzioni alle Borse e alle decisioni finanziarie delle imprese, ma poco e niente a quelle delle persone e delle famiglie. L’economista Annamaria Lusardi va da vent’anni controcorrente. A cavallo tra gli Stati Uniti, dove è Senior Fellow allo Stanford Institute for Economic Policy Research, dopo aver insegnato alla Business School della George Washington University, e l’Italia, dove fino al 2023 ha diretto il Comitato Italiano per l’Educazione Finanziaria, Lusardi fa da vent’anni ricerca sulla finanza personale e, sempre sulla finanza personale, tiene corsi agli studenti universitari. Si decise a occuparsi di finanza personale – racconta –  tra il 2003 e il 2006, durante il boom del mercato immobiliare americano, quando l’acquisto della casa si rivelò  per tante famiglie una voragine, al punto da fare precipitare non solo le loro finanze, ma l’intera economia. Da allora ha continuato a fare ricerche per andare a fondo sulle decisioni economiche che punteggiano la vita quotidiana di individui e famiglie, decisioni che richiamano perciò la responsabilità personale e che richiedono secondo l’accademica, specie di questi tempi, un potenziamento poderoso.

“Il sapere che conta”: saggio rigoroso, ma divulgativo 

Tutte le sue ricerche, la raccolta dati e le esperienze di insegnamento universitario negli Stati Uniti sono confluite oggi in un saggio rigoroso e, al tempo stesso, fortemente divulgativo: si chiama Il sapere che conta: come prendersi cura delle proprie finanze e fare scelte consapevoli (Mondadori) e incarna la convinzione dell’autrice che si debba democratizzare l’accesso alla conoscenza finanziaria, ovvero fare sì che chiunque abbia informazioni affidabili e rigorose per assumere decisioni, perché “prendersi cura dei propri soldi è come prendersi cura della propria salute”, quella del presente e quella del futuro. Una forma di prevenzione, dice, personale e collettiva, attraverso la quale si prende in mano il timone del domani, finanziario ma non solo. 

“La finanza personale è una materia strettamente connessa all’attualità”, scrive Lusardi, “ma le sue fondamenta non vengono scosse dal mutare dei tempi.” Il percorso formativo del libro decolla perciò dalle fondamenta, con uno spiazzamento: ci si aspetterebbe, infatti, che metta scolasticamente in fila le basi della finanza e, invece, incoraggia ad assumere come base di partenza i propri obiettivi personali. “Le nostre finanze”, scrive Lusardi, sono anzitutto “uno strumento per raggiungere uno scopo: non sono il fine, ma il mezzo. Il risparmio può aiutarti a realizzare i tuoi progetti, ad avere un futuro sereno, a soddisfare un desiderio. Allo stesso modo ci indebitiamo per realizzare qualcosa, come acquistare una casa o avviare un’attività imprenditoriale”. Conoscere le basi della finanza e avere padronanza dei suoi termini significa dunque, dice ancora, accedere a un nuovo universo di possibilità. E, infatti, il saggio imbocca poi il percorso graduale di concetti via via sempre più complessi, fino ad affrontare le nuove prospettive di investimento, comprese le crypto-asset, ma non smette mai di indicare che l’educazione finanziaria in vista di una buona gestione della finanza personale è una visione del futuro, il proprio. 

Educazione finanziaria per costruire il futuro

“All’inizio del corso di Finanza personale, che ho cominciato a insegnare più di dieci anni fa, sono solita chiedere agli studenti prima di presentare il programma: «Quali saranno, secondo voi, gli argomenti di questo corso?». La risposta, nel tempo, è sempre stata la stessa: gli studenti si aspettano che sia un corso su come investire, anzi, a essere precisi, un corso su come investire in Borsa”, racconta nel suo libro. La risposta che dà lei li fa sussultare: “Questo corso è un progetto sulla felicità; tratta tanti argomenti, non solo di investimenti ma anche di gestione dei debiti, di pianificazione per il futuro, di come far quadrare i conti, di come acquistare un’auto, un telefonino o una casa, di come proteggersi dai rischi, di come essere resilienti di fronte alle crisi. Tratta insomma delle decisioni che contano, che prendiamo tutti i giorni oppure solo una o due volte nel corso della vita ma che, proprio per questo, hanno importanti conseguenze. Tutte decisioni che hanno effetti sul nostro benessere: non solo ci possono aiutare a evitare i guai, ma anche a vivere bene e serenamente. Questo è l’obiettivo del corso”. E continua: “Inizio quindi la lezione con una parola chiave: serenità. Chiedo allora agli studenti in che modo possano essere sereni, e a cosa è collegato il loro senso di serenità. Questa volta, ed è davvero interessante, emerge la connessione che mi aspettavo: gli studenti dicono che per essere sereni occorre saper scegliere, e avere conoscenze finanziarie. Ed è così. La ricerca conferma che c’è uno stretto legame tra conoscenze finanziarie e benessere: la conoscenza aiuta a farci stare bene”.

Una risposta personale, ma anche collettiva

Per Lusardi chiunque in ogni momento compie un viaggio nella propria finanza personale, solo che spesso non ne ha consapevolezza, o non ne ha cura abbastanza o, ancora, non ne sa quanto serve. “La finanza personale è una materia il cui insegnamento è sempre più diffuso in molti Paesi, a vari livelli di istruzione”, scrive Lusardi, “sia perché le scelte finanziarie sono diventate nel tempo via via più complesse, sia perché il mondo intorno a noi sta cambiando e, rispetto al passato, siamo chiamati a prendere decisioni nuove su grandi questioni, come la pensione, la salute e la gestione dei rischi”. Lusardi incoraggia a prendere il timone delle conoscenze economiche, che sono una risposta in primo luogo, dunque, al mondo che sta cambiando, sapendo che queste trasformazioni riguardano, sì, ogni persona, ma riguardano anche le comunità, perché l’analfabetismo finanziario rischia di amplificare i divari tra chi ha di più e conosce di più e chi è più fragile sul piano economico e ha meno conoscenze, lasciando ancora più indietro i gruppi già esposti e vulnerabili, donne e giovani.