Buchi neri supermassicci: la struttura potrebbe essersi trasformata nel corso di miliardi di anni

buchi neri supermassicci sono oggetti di massa enorme, milioni o miliardi di volte quella del Sole e sono presenti al centro delle galassie come la Via Lattea. Generalmente una galassia ne ospita uno solo, perché la presenza simultanea di due buchi neri supermassicci nello stesso nucleo è improbabile. Un gruppo internazionale di astronomi sta studiando le prove di un cambiamento strutturale e nel comportamento della materia che circonda questi buchi neri.

Si racconta, nella pubblicazione su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, il corso di miliardi di anni di storia dell’Universo, sia del passato ma anche del futuro. Lo spazio è in movimento, i risultati potrebbero mettere in discussione buona parte delle conoscenze astronomiche di metà secolo. I ricercatori sono dell’Osservatorio Nazionale di Atene. La scoperta da Atene nasce dall’analisi dei quasar, oggetti luminosissimi e alimentati dai buchi neri supermassicci. Emettono un’enorme emissione energetica generata da un disco di accrescimento di materia che ruota attorno a un buco nero.

Riscaldandosi producono una luce 1000 volte superiore a quella di una galassia, in più generano radiazione ultravioletta e potenti raggi X, da decenni osservati dagli astronomi e considerati stabili e universali. Questa stabilità però non è più confermata, anzi. Il nuovo studio ha scoperto che la relazione tra luce ultravioletta e raggi X nel tempo è cambiata. I quasar lontani e quelli vicini hanno età diverse, tra di loro è stata scoperta una connessione diversa. Una conferma dei cambiamenti tra la corona di particelle energetiche attorno ai buchi neri supermassicci e degli ultimi 6,5 miliardi di anni.

buco nero supermassiccio

L’analisi dei quasar grazie ad un potente telescopio a raggi X nata dalla collaborazione scientifica tra Russia e Germania, interrotta con la guerra in Ucraina

Il team internazionale ha combinato le osservazioni più recenti di eROSITA, un telescopio a raggi X tedescoe i dati di archivio dell’XMM-Newton, dell’Agenzia Spaziale Europea. Qui sono presenti campioni eccezionali dedicati ai quasar che hanno portato ai risultati dello studio dedicato ai loro cambiamenti strutturali. I ricercatori hanno rilasciato diverse dichiarazioni, confermando anche che la ricerca non è conclusa.

Quasar, creata mappa 3D con la più grande porzione di Universo finora compresa
Quasar, creata mappa 3D con la più grande porzione di Universo finora compresa

La ricercatrice post-dottorato, Maria Chira, dell’ONA, ha dichiarato: “Il progresso fondamentale in questo caso è metodologico. L’indagine eROSITA è vasta ma relativamente superficiale: molti quasar vengono rilevati con solo pochi fotoni di raggi X. Combinando questi dati in un solido quadro statistico bayesiano, potremmo scoprire sottili tendenze che altrimenti rimarrebbero nascoste”.

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