Cinque anni di Joule, la scuola di Eni per l’impresa che trasforma la decarbonizzazione in progetti, filiere e startup

Cinque anni di Joule, la scuola di Eni per l’impresa che trasforma la decarbonizzazione in progetti, filiere e startup

Cinque anni, per un programma che parla di impresa sostenibile, sono una prova di solidità. In una trasformazione così rapida non vincono le promesse, ma ciò che resta: partnership che durano, proof of concept che diventano progetti concreti e territori che non si limitano a ospitare iniziative, ma costruiscono filiere.

Joule, la scuola di Eni per l’impresa, è nata nel 2020 per diffondere cultura imprenditoriale, sostenere la crescita di startup innovative e sostenibili, contribuendo allo sviluppo di un ecosistema nella filiera energetica a zero emissioni. A raccontarlo sono numeri, risultati visibili e misurabili.

Il Report che chiude il quinto anno pubblicato da Joule, racconta un modello che si muove su più assi, tutti orientati nella stessa direzione: sostenibilità e innovazione. Vediamo un riepilogo delle attività più rilevanti.

Yasika, quando l’innovazione mette radici nella Repubblica del Congo

In Repubblica del Congo, Joule promuove Yasika, un programma di accelerazione progettato per sostenere una nuova generazione di startup e imprenditori locali. L’iniziativa si focalizza sull’intersezione strategica tra agricoltura e innovazione tecnologica, pilastri fondamentali per lo sviluppo economico del Paese.

Nel 2025, il progetto ha compiuto un importante passo in avanti grazie a un nuovo partenariato tra Eni Congo e il Ministero delle Piccole e Medie Imprese. Questa collaborazione mira a consolidare il percorso di crescita delle realtà locali, integrandole in un ecosistema istituzionale più solido.

All’interno della visione di Joule, Yasika rappresenta un tassello fondamentale della strategia di sviluppo territoriale: un modello che punta a generare valore sociale ed economico direttamente nelle zone in cui si opera, trasformando l’innovazione in un motore di crescita autonoma e sostenibile per le comunità locali.

Joule

In Kenya l’agritech è una leva di filiera e sviluppo sostenibile

In Kenya, la traiettoria dell’innovazione segue un binario parallelo: il Kenya Agribusiness Entrepreneurship Program (KAEP), promosso da Eni Natural Energies Kenya e Joule in collaborazione con la fondazione E4Impact, ha recentemente celebrato la conclusione della sua terza edizione a Nairobi. Durante l’evento, sono state premiate cinque startup agritech d’eccellenza.

Al di là del riconoscimento ai vincitori, il dato più significativo riguarda la continuità dell’impegno: in tre anni, il programma ha accompagnato la crescita di 30 startup, consolidando filiere agricole sostenibili e integrate. Si conferma così una strategia che unisce supporto imprenditoriale e sviluppo industriale, trasformando le sfide della transizione energetica in opportunità concrete per il territorio.

Empowerment in officina: le nuove specialiste del Clean Cooking in Ruanda

Il Ruanda racconta un volto diverso della transizione energetica: quello delle competenze, l’unico strumento capace di trasformare un’idea progettuale in impatto reale.

Nell’ottobre 2025, a Kigali, 40 giovani (donne e uomini) hanno completato un percorso di formazione specialistica in saldatura e carpenteria metallica applicata alla produzione di improved cookstoves. Il programma, parte dell’iniziativa “Eni for Clean Cooking” con il supporto di Joule, ha l’obiettivo di industrializzare la produzione locale di soluzioni per la cottura pulita.

In un territorio complesso ma in forte espansione, la decarbonizzazione passa per la qualità dei processi: sicurezza, precisione e produttività. Ma c’è di più: il progetto abbatte le barriere di genere, aprendo alle donne l’accesso a competenze tecniche storicamente maschili. Il risultato è un circolo virtuoso che unisce emancipazione economica, tutela della salute e salvaguardia dell’ambiente.

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Basilicata Open LAB: co-innovazione per startup e PMI

Stringendo il focus sull’Italia, il cambiamento corre lungo le direttrici di Basilicata Open LAB, un programma nato nel 2023 con il supporto di Shell Italia E&P e la collaborazione di PoliHub e Consorzio ELIS. Il progetto punta su quattro pilastri strategici: agritech, mobilità sostenibile, bioenergie e sviluppo locale.

I numeri dell’edizione 2024 confermano la solidità del modello: 120 startup candidate, 50 aziende lucane coinvolte e la realizzazione di 9 proof of concept che hanno trasformato le idee in soluzioni testabili. Con 24 giovani talenti formati e importanti premi di co-innovazione assegnati, il percorso si è consolidato come un motore di crescita reale.

Oggi, con la Call  2025, la sfida riparte seguendo la stessa logica: fare della Basilicata un terreno di validazione privilegiato, dove la sostenibilità incontra l’impresa per generare valore condiviso e duraturo.

ORa! La piattaforma per la transizione industriale a Ravenna

A Ravenna, il futuro della transizione energetica ha un nome: ORa! – Outpost Ravenna for Energy Transition. Nata nel 2022 come iniziativa di Joule, questa piattaforma è diventata il punto di riferimento per le tecnologie legate alla Blue e Green Economy, con l’obiettivo di supportare le imprese del distretto attraverso la collaborazione con startup e scale-up internazionali.

I risultati della terza edizione tracciano il bilancio di un triennio di successo: oltre 720 startup analizzate e 32 aziende del territorio coinvolte in percorsi di innovazione aperta. L’approccio di ORa! supera il concetto di semplice ricerca: il programma si focalizza su matching strategici e challenge industriali, trasformando le sfide tecnologiche in opportunità di crescita e partnership concrete.

A Taranto il primo sportello per startup e innovatori

A Taranto, l’impegno di Joule per la transizione trasforma il supporto all’innovazione in presenza quotidiana, aprendo uno sportello dedicato a startup e innovatori.

Ospitato all’interno dello spazio “Al Salto di Quota” – un centro polifunzionale di aggregazione e co-working creato dalla Fondazione Taranto 25 per sostenere la  riqualifica del contesto urbano – questo sportello nasce come un punto di riferimento strategico per chiunque faccia impresa innovativa. Non si tratta solo di accelerazione, ma di un presidio di prossimità pensato per offrire strumenti, orientamento e connessioni.

In una città simbolo delle sfide industriali e ambientali, l’innovazione diventa così un servizio accessibile, capace di intercettare il talento locale e trasformarlo in un motore concreto per la diversificazione economica e la sostenibilità del territorio.

A Porto Torres nasce BIOS, il nuovo programma per bio-based e circolare

A dicembre 2025, la rete dell’innovazione si espande in Sardegna con il lancio di BIOS – Bio-Based Innovation Outpost in Sardinia. Con sede a Porto Torres, questo nuovo hub è dedicato verticalmente a biomateriali, chimica verde, agritech e waste management, con l’obiettivo di connettere startup, PMI e università in un ecosistema industriale concreto. Il programma si rivolge a startup tecnologicamente mature pronte per il mercato.

Intrapreneurship: l’impresa…nell’impresa, per un nuovo mindset

La transizione non è un processo che avviene solo all’esterno, tra startup e territori; è un’evoluzione che nasce innanzitutto dall’interno. Joule promuove attivamente l’intrapreneurship, stimolando la capacità imprenditoriale delle persone Eni attraverso programmi dedicati. Percorsi che non si limitano all’aggiornamento del mindset e delle competenze, ma portano allo sviluppo di progetti concreti e all’avvio di sperimentazioni congiunte con ecosistemi innovativi.In parallelo, l’adozione dei Joint Development Agreement (JDA) è ormai entrata a regime: questo strumento di co-sviluppo tra startup e la ricerca Eni sancisce il passaggio da una collaborazione episodica a una partnership strutturata. È il segnale che l’innovazione, per essere efficace, deve essere integrata nei processi industriali, unendo l’agilità delle startup alla solidità tecnologica della grande impresa.

Decarbonizzazione come capacità di “fare sistema”

Quella tracciata tra Africa e Italia è una mappa dell’innovazione che supera la logica dei progetti isolati. È un ecosistema che abilita competenze, aggancia filiere e valida tecnologie in contesti reali: il programma BIOS a Porto Torres e i presìdi di Taranto e Ravenna ne sono le ultime prove sul campo. In questo scenario, Joule agisce come l’infrastruttura sottostante alla transizione, spostando il baricentro dal racconto della trasformazione alla sua esecuzione imprenditoriale.