La startup rivoluziona il mercato dell’ICT circolare, aiutando le aziende a ridurre i costi e l’impatto ambientale attraverso il riciclo e il ricondizionamento di dispositivi informatici

Se il recupero e lo scambio di vecchi dispositivi informatici è un’abitudine ormai consolidata tra i privati, un servizio di economia circolare che riguarda il ricondizionamento e il riciclo dell’hardware aziendale è stato introdotto da Circular Technologies, la startup che ha partecipato al penultimo batch del programma di accelerazione Hubble.
«Una soluzione green che coinvolge le aziende che hanno a che fare con “avanzi di tecnologia” in quantità decisamente più ampie rispetto a un privato che vuole vendere un telefono», racconta Domingo Noguera, CEO e Co-Founder della startup nata da un gruppo di amici italo-venezuelani (Enrico Agnese (CIO), Andres Valongo (COO) e Marco Vannini (CMO)).

Spiega Noguera: «Nel 90% dei casi i prodotti dei magazzini delle aziende finiscono nelle discariche. Le imprese acquistano o noleggiano quasi 1.000 Euro di prodotti hardware per ogni dipendente; dopo tre anni si preferisce chiamare una ditta di smaltimento, quando invece, se quegli stessi prodotti venissero venduti, sarebbe possibile risparmiare il 40% della spesa annuale e il 90% delle emissioni di carbonio».
Come convincete le aziende a percorrere la via green?
«La nostra tecnologia, reValue, crea una vera e propria filiera circolare dell’ICT, collegando aziende, sia private che pubbliche, con industrie specializzate nel ricondizionamento e nel riciclo. Offriamo due soluzioni digitali: con reCover, le aziende possono ottenere il massimo valore economico e ambientale dal loro ICT usato, che sia stato acquistato o noleggiato, rivendendolo a una rete di ricondizionatori o riciclatori. Con reSource, invece, le aziende hanno l’opportunità di acquistare prodotti ricondizionati certificati, riducendo così il loro impatto ambientale e ottimizzando gli investimenti in tecnologia. Tutto questo, infine, viene tracciato per calcolare e certificare l’impatto economico e ambientale di ogni transazione.»
Quale è il vostro mercato?
«Ci focalizziamo sul mercato italiano ed europeo, per ora nello specifico sulle aziende di servizi, come banche e assicurazioni. Il nostro obiettivo quinquennale è servire il 5% di quel mercato.
Ci differenziamo dai competitor perché offriamo sul mercato un tasso di recupero molto alto e siamo completamente integrati nella supply chain con un’offerta completa per il B2B».
Quali obiettivi per il 2025?
«Nel 2025, stiamo affrontando un pivot strategico significativo. Abbiamo deciso di ridurre gli sforzi commerciali e di fundraising per concentrarci sul lancio dell’ICT Circular Observatory, il primo osservatorio dedicato all’economia circolare nell’ICT. Questo passo ci permetterà di consolidare il nostro posizionamento come punto di riferimento nel settore, continuando a presidiare un’opportunità strategica. Con uno dei database più ampi d’Europa su questo tema, riteniamo fondamentale svolgere un’attività di sensibilizzazione che aiuti a promuovere una maggiore consapevolezza sulle potenzialità e l’importanza della circolarità nell’ICT.»