Le AI come Sora 2 sono diventate un pochino troppo brave a generare video fotorealistici plausibili. Il rischio – anzi, la certezza – è che presto o tardi perfino tu cada nell’errore di scambiare un video deepfake per un contenuto autentico. Non importa quanto tu sia navigato e smaliziato, la tecnologia è già arrivata al punto di creare contenuti verosimili e dove non arrivano gli algoritmi, ci pensano le tecniche di fotoritocco e post-produzione tradizionali.
In teoria dovrebbero essere le piattaforme a facilitare la cosa, segnalando ogni contenuto generato con l’AI usando appositi disclaimer. Peccato che, per il momento, questi sistemi automatici siano tutto fuorché infallibili. In un lungo articolo, la BBC si è quindi chiesta come poter facilitare il riconoscimento dei video sintetici.
L’ha creato un’AI?
Per ora, alcuni indizi possono ancora aiutare a smascherare i falsi. Il più evidente riguarda la qualità del video: le clip sgranate, sfocate o pixelate dovrebbero far scattare un campanello d’allarme. “È una delle prime cose che analizziamo”, spiega Hany Farid, professore di informatica all’Università della California, Berkeley, e fondatore della società di sicurezza digitale GetReal Security. I video di bassa qualità, infatti, nascondono meglio gli errori generati dall’AI — distorsioni nei movimenti, texture della pelle innaturali, capelli che si muovono in modo irrealistico o oggetti di sfondo che cambiano forma senza motivo. Quindi per ricapitolare: non è che le AI generino di default video a bassa risoluzione, ma sono semmai i malintenzionati che vogliono diffondere video falsi a ridurne la qualità, in modo da nasconderne eventuali difetti.
Occhio ai video troppo sgranati
Guardate la durata
Farid suggerisce che gli indizi che, per il momento, aiutano a distinguere i video generati con AI sono tre. Della qualità e della risoluzione ne abbiamo già parlato. Ma forse è proprio il terzo ad essere il più utile:
“La prima è la durate: per la maggior parte, i video generati da AI sono brevi. Anche più brevi dei videoclip che siamo abituati a vedere su TikTok o Instagram, che di norma hanno una lunghezza di 30 o 60 secondi. La maggior parte dei video che mi viene chiesto di analizzare sono lunghi appena sei o dieci secondi”
Questo per diverse ragioni. Intanto perché generare un video con l’AI è costoso e i costi aumentano in modo proporzionale alla lunghezza. Ma anche perché più sono lunghi, più c’è il rischio che l’AI generi degli errori, come incongruenze.
Nonostante ciò, Farid e altri ricercatori ammettono che questo tipo di analisi avrà vita breve. Gli strumenti di nuova generazione, come Sora di OpenAI e Veo di Google, stanno già eliminando molti degli indizi visivi che permettevano di individuare le manipolazioni. “Entro due anni, i segni più evidenti spariranno del tutto”, prevede Matthew Stamm, docente alla Drexel University e direttore del Multimedia and Information Security Lab.
Come capire se stai guardando un video generato dall’AI è stato pubblicato per la prima volta su Lega Nerd. L’utilizzo dei testi contenuti su Lega Nerd è soggetto alla licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License. Altri articoli dello stesso autore: Umberto Stentella
