«Sono molto fiducioso che una delle gigafactory sia assegnata all’Italia». A inizio ottobre si sbilanciava così il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso rispetto alla possibile assegnazione all’Italia della costruzione di uno dei cinque impianti previsti dall’Unione Europea il cui obiettivo è trovare le migliori cinque realtà a cui destinare complessivamente 20 miliardi di euro. A supportare la candidatura italiana ci sono due dei principali colossi tricolore come Leonardo ed Eni, insieme a una cordata di altre società.

Gigafactory per l’AI in Italia? Le ipotesi sulle città
La partita dell’Intelligenza artificiale è stata, secondo molti esperti, persa da tempo dall’Europa, visti i miliardi di dollari che investono Stati Uniti e Cina. Basti pensare al Project Stargate di Washington: 500 miliardi di dollari per costruire datacenter in tutto il Paese. La Commissione guidata da Ursula von der Layen è alla ricerca dei migliori progetti: come si legge su Repubblica finora sono state avanzate quasi 80 candidature.

Ciascuna di queste strutture ospiterà 100mila processori e lo scopo sarà allenare modelli di AI. La gara dovrebbe iniziare tra fine anno e inizio 2026 e attirerà le attenzioni delle grandi corporate coinvolte. Leonardo ed Eni, secondo le ricostruzioni, punterebbero su Pavia (dove la prima ha già un centro di supercalcolo per l’energia pulita) e su Grottaglie, in provincia di Taranto. Da parte di Palazzo Chigi c’è ottimismo sulla solidità della proposta di Gigafactory diffusa.