C’è un modo semplice per leggere la tecnologia quando smette di essere “innovazione” e diventa necessità: è quando non serve più solo a farci andare più veloci, ma a reggere gli urti. Come un ponte che non si nota finché non arriva la piena, anche le infrastrutture digitali si misurano davvero quando il territorio cambia umore: piogge estreme, frane, ondate di calore. E allora la domanda non è “quanto corre la rete?”, ma quanto resiste.
In questo scenario si inserisce lo Special Award Open Fiber assegnato a Eoliann durante la tappa milanese dello StartupItalia Open Summit 2025. Per Open Fiber, il premio alla startup climate tech rappresenta un riconoscimento a una tecnologia capace di contribuire al miglioramento dell’efficientamento delle infrastrutture digitali e strategiche del Paese.

Eoliann è una startup che punta a rendere i rischi climatici più prevedibili e quindi più gestibili. Lo fa fornendo insight utili a società infrastrutturali, pubbliche amministrazioni e istituzioni finanziarie, supportando scelte di adattamento e investimento. Il cuore della soluzione è la modellazione di dati satellitari tramite intelligenza artificiale, con l’obiettivo di trasformare segnali complessi in indicatori operativi. Utilizza dati satellitari e intelligenza artificiale per quantificare il rischio derivante da eventi climatici estremi, cercando di “restituire un numero” che descriva l’intensità di un fenomeno e i potenziali danni che potrebbe causare a asset specifici. In altre parole: non solo “potrebbe succedere”, ma quanto è probabile, quanto sarebbe intenso e cosa impatterebbe.
Per costruire queste valutazioni, la piattaforma sfrutta un mix di input provenienti in gran parte dai dataset pubblici e gratuiti dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA): immagini e rilievi spettrografici, compresi quelli in infrarosso. L’elaborazione di questi dati (e in alcuni casi già il dato grezzo) consente di mappare con grande dettaglio la conformazione del territorio: pendenza, densità, umidità e composizione del suolo. Da qui, la possibilità di stimare l’influenza che eventi estremi come frane, alluvioni e colpi di calore potrebbero avere su infrastrutture presenti in una determinata area.
È un’applicazione particolarmente rilevante per operatori come Open Fiber, che progettano e gestiscono grandi opere distribuite capillarmente sul territorio, in un Paese idrogeologicamente fragile come l’Italia.
Per capire cosa c’è dietro questa scelta (e cosa significa, oggi, fare innovazione quando gestisci reti “fisiche” e critiche), abbiamo intervistato Silvia Celani, Partnership & Alliance in Open Fiber.



