Educazione sessuale, apertura del Governo: “Sì nelle università ma col consenso dei genitori”

Menopip (PE) – Forse si avvista finalmente all’orizzonte una tenue apertura da parte del governo sul tema dell’educazione sessuale, al centro di infiammate discussioni non solo nelle ultime settimane, ma soprattutto da quando un padre ha scoperto la possibilità che sua figlia possa avere dei contatti ravvicinati con altre persone, a prescindere dal sesso: “Non credevo che sarebbe successo“, ci dice Italo Ardito, “mia figlia ha solo 24 anni ed è veramente assurdo che possa avere simili pulsioni alla sua età. Ma lo Stato dov’è?!

Ed è proprio captando la richiesta d’aiuto grazie ai suoi sensibilissimi ipersensi, a dispetto di chi lo accusa di essere insensibile, che è intervenuto il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, che ne ha anche approfittato per smentire tutti coloro che accusano il governo Meloni di essere bigotto e refrattario alla modernità: “Le bambine sono bambine, i bambini sono bambini. Esistono i sessi e non i generi. Il sesso fuori dal matrimonio è immorale. Ed è per tale motivo che vogliamo evitare le orge nelle scuole elementari come invece propone la sinistra. Tuttavia non siamo del tutto alieni al richiamo dei bisogni corporali, seppure da assecondare con moderazione“.

Dopo essersi interfacciato con la ministra dell’Università Bernini, con la ministra della famiglia Roccella e con Salvini, che non c’entrava un cazzo ma si sa che ama mettersi sempre in mezzo alle cose che non gli competono, Valditara ha quindi presentato il suo innovativo progetto: “Abbiamo recepito l’accorato grido di quel padre e pertanto posso annunciare con orgoglio l’introduzione di un’ora di Educazione affettiva alla settimana in tutte le facoltà universitarie, umanistiche e scientifiche. Previo, ovviamente, consenso dei genitori, a meno che non siano omosessuali, in tal caso non solo il consenso non sarà ritenuto valido ma verrà loro tolta la potestà dei figli“.

A supervisionare i corsi verrà opportunamente istituita una cabina di regia composta da una ex deputata del PD che ora passa il tempo a difendere Netanyahu, un’avvocata che si era candidata per il Popolo della Famiglia di Adinolfi, una suora delle Marcelline e un coniglio, che si candida comunque a risultare il più credibile del gruppo.

Augusto Rasori

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