Il debito pubblico torna a casa? Quanti miliardi sono in mani italiane attraverso BOT e BTP?

Il debito pubblico torna a casa? Quanti miliardi sono in mani italiane attraverso BOT e BTP?

Il debito pubblico torna a casa. La strategia del governo Meloni finalizzata a ridurre l’esposizione del nostro Paese a possibili speculatori internazionali avviata con massicce e continue emissioni di BTP (come i Valore o la nuova categoria emessa quest’anno, i Più) sembra iniziare a funzionare, almeno secondo quanto emerge dalla ricerca fresca di pubblicazione della Federazione autonoma bancari italiani, in acronimo FABI.

Cresce il debito pubblico nelle tasche degli italiani?

Le famiglie e le imprese ad agosto 2025 detenevano 442,4 miliardi di euro di debito pubblico italiano, pari al 14,4% del totale di 3.081 miliardi (3.080,9 a settembre), quasi il doppio rispetto al minimo del 7,9% registrato nel 2021.

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Aumentano anche gli investitori internazionali

A crescere con forza – rileva la Fabi – è anche la presenza degli investitori esteri, che salgono a 1.039,9 miliardi, il 33,8% del totale (record negli ultimi sei anni), in rialzo rispetto al 26,8% del 2022 e ai massimi dell’ultimo decennio. La domanda internazionale torna quindi a essere uno dei pilastri principali del mercato del debito sovrano italiano.

Chi cala

In controtendenza, sottolineano da Fabi, la Banca d’Italia, che opera per l’Eurosistema: l’istituzione riduce l’esposizione dai 721 miliardi del 2022 ai 592,1 miliardi del 2025, con la quota che scende dal 26,1% al 19,2%, per effetto della fine degli acquisti netti Bce.

Leggermente in calo anche fondi e assicurazioni, oggi al 12,5% (386,3 miliardi), contro il 15,8% del 2019. Nel complesso, il debito pubblico italiano cresce da 2.415,6 miliardi del 2019 a 3.080,9 miliardi nel 2025. Le banche italiane continuano ad avere “in pancia” oltre 620 miliardi di Bot e Btp, un valore sostanzialmente stabile negli ultimi anni. Nel 2024 e nel 2025 la dinamica si è ridimensionata, in termini assoluti, al livello più basso del periodo osservato: 601,4 miliardi pari al 21,7% del totale.

Il peso del settore creditizio sul totale del debito pubblico è sceso in modo netto: dal 26% del periodo pre-pandemico al 20% del 2025. Una quota in calo, dovuta non a un disimpegno delle banche, ma alla crescita del debito complessivo e al maggiore ruolo di esteri oltre che di famiglie e imprese. Complessivamente, dal 2019 a oggi il debito pubblico del Paese è cresciuto di 665 miliardi, pari a un incremento del 27,5%.