Quali sfide attendono la società di domani? Quali sono i rischi e quali le possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico? Per la rubrica “Futuro da sfogliare” un estratto del libro La scomoda verità sul denaro di Paul Podolsky, edito da Apogeo.
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Il caos ha osservato mia madre spegnersi lentamente, come una pera che marcisce sul ramo, quando io avevo tre, quattro e cinque anni. È così che fa il cancro. L’ordine, così, stava acquisendo autonomia, che si trattasse di imparare a cucinare le uova o di scalare una scogliera. Quando sono diventato padre, ho capito che creare ordine significava anche imparare a usare il denaro. Fino a quel momento, pensavo che coloro che pensano troppo al denaro fossero anime grette e avverse al rischio, che si perdevano la vita. So dire esattamente il momento in cui mi sono reso conto di aver sbagliato a giudicarli. Era il 1997. Avevo 29 anni e mi trovavo in piedi su un marciapiede di Brooklyn, tenendo per mano mio figlio di tre anni, Sasha; osservavo una fila di topi grassottelli che passeggiavano pigramente, avanti e indietro tra l’ingresso del nostro palazzo e una pila di immondizia che perdeva liquami. Fu allora che mi venne questo pensiero: Paul, le cose non funzionano, occorre fare qualcosa, e subito. Non volevo far crescere i miei figli tra i topi. Ma per cambiare appartamento, avevo bisogno di soldi, che non avevo. Così è iniziato un lungo viaggio, che prosegue ancora oggi. Questo libro prende le lezioni che ho appreso in materia di denaro, in realtà una serie di capisaldi, e le offre a ogni lettore che, come me anni fa, non ha la più pallida idea di come funzioni il denaro.

Ci sono cose più importanti del denaro. Certamente il denaro non è tutto, ma è certamente qualcosa. Non possiamo ignorare il denaro, ma cercare di comprenderlo è ficile, perché spesso il denaro significa più cose contemporaneamente. Qualche esempio. Il denaro è contante oggi e contante per un futuro lontano, come la vecchiaia, se siamo abbastanza fortunati da arrivarci. Il denaro è contante ma anche a credito. Il denaro è un dollaro, ma può anche essere un euro o uno yen, per qualcun altro in qualche altro Paese. Il denaro serve per le cose di cui sapete di aver bisogno, come il cibo, per le cose di cui potreste aver bisogno, come le cure mediche di emergenza, e per le cose di cui non avete bisogno ma che desiderate, come una bella camicia elegante.
Il denaro è numeri e fatti, ma anche emozioni e sensazioni. Siamo tutti intrappolati dal denaro. Che ci ingabbia, a volte fisicamente, a volte mentalmente. Conoscere i meccanismi di funzionamento della gabbia del denaro ci aiuta a distinguere la logica dalle emozioni e, allo stesso tempo, ci mantiene calmi e ci aiuta a prendere decisioni migliori. Sì, sarebbe più facile se esistessero risposte semplici, ma la verità è che il denaro è tutta una serie di compromessi senza risposte certe e permanenti. Da migliaia di anni le persone si preoccupano del denaro e continueranno a farlo. Pensiamo molto al sesso, e probabilmente la maggior parte di quei pensieri è ricolma di gioia. Ma potremmo pensare ancora di più al denaro, e molti di quei pensieri saranno probabilmente carichi di ansia, quella terribile sensazione di avere troppo poco o di preoccuparsi di avere troppo poco.
Parlare di soldi mette a disagio. Tutti sono sempre felici di dirvi dove hanno studiato. Mi hanno detto che qualcuno invia foto di se stesso, nudo, sui siti di incontri. Ma nessuno ama dirvi quanti soldi ha. Quasi tutti sono schivi su questo argomento. Chi ha troppi pochi soldi, si sente a disagio, come se fosse una colpa. Chi ne ha molti, teme che possiate provare invidia nei suoi confronti o chiedergliene in prestito. A volte le persone ricche non si sentono davvero ricche, ma si sentono povere rispetto ad altre persone più ricche con cui si confrontano. Sono poche le persone che sanno come funziona il denaro, anche se molti sono costretti a comportarsi in un certo modo a causa della quantità di denaro che possiedono, come può ben testimoniare chiunque di denaro ne abbia poco. La vita diventa più facile, avendo dimestichezza con il denaro. La cosa che mi ha allontanato da quei topi in strada è stata pura e semplice: studiare come funziona il denaro. È una competenza di base che non richiede più della matematica del liceo, ma è comunque difficile da imparare, perché il denaro si agita come la fiamma di una candela, sia come valore sia come forma, e richiede una comprensione generale ma anche una comprensione a livello micro, di dettaglio. Ed è questo l’obiettivo del libro che avete tra le mani: condividere questa comprensione con voi, in modo che non dobbiate imparare da zero come ho fatto io, il che, sebbene gratificante, richiede molto tempo. Questo libro si concentra più su “ciò che è” che su “ciò che dovrebbe essere”, ovvero su come funziona effettivamente il sistema. Trovo che alcune parti del sistema siano ingiuste. Ma resta il fatto che il sistema è comunque una realtà da comprendere e nella quale viviamo.
Ho ricevuto la mia educazione finanziaria in tempo reale, per necessità, pezzo dopo pezzo. La conoscenza del denaro arriva gradualmente, e per me è sempre stata legata a specifiche esperienze. All’epoca dell’incontro con i topi a Brooklyn, mi affannavo ai gradini più bassi del giornalismo finanziario, compilando reportage sul mercato del cotone. Ero sposato, avevo un figlio e vivevo a New York con 38.000 dollari all’anno. Durante il giorno, avevo a che fare con trader che sembravano capirne di soldi, a differenza di me. “Tony”, dicevo, “sono Paul del Dow Jones”. Tony commerciava in cotone, un’istituzione che risaliva all’Ottocento e che stabiliva il prezzo del cotone in un dato momento futuro, quando il raccolto fosse giunto a maturazione. Ho trovato il suo nome in una lista di fonti che si tramanda di giornalista in giornalista. “Bid, meteo”, mi disse Tony, poi sbatté giù il telefono. All’inizio non avevo idea di cosa intendesse. Poi l’ho capito: i prezzi del cotone stavano salendo (“bid”) perché il maltempo, per esempio un tornado, rischiava di danneggiare il raccolto e ridurre l’offerta. Facciamo un balzo in avanti di venti anni. Ora sono un equity partner del più grande hedge fund del mondo. A quel punto, non solo avevo studiato e fatto trading di materie prime (cotone, rame e petrolio), ma anche di obbligazioni, azioni, immobili e valute. Guadagnavo di più, ma continuavo a preoccuparmi del denaro. Guadagnarlo era stressante. Ormai ero più avanti negli anni, e percepivo la brevità della vita.
Quanto potrei vivere? Di quanti soldi avrò bisogno? Agli occhi del mondo, e forse anche dei miei figli, avrei potuto sembrare un tipo noioso, che andava al lavoro al mattino, tornava a casa per cena, partecipava agli eventi sportivi dei figli o agli incontri con i loro insegnanti. Ma dentro di me c’era un’altra realtà. Sapevo che una vita significativa era più importante del semplice accumulare denaro. Il denaro, sebbene importante, doveva essere uno strumento per raggiungere un obiettivo. Da sempre sono convinto che la vita ci chieda di occupare contemporaneamente due sfere con i nostri pensieri: uno stupore reverenziale e la realtà pratica. Questa convinzione dell’importanza dello stupore si è formata molto presto dentro di me, ben prima che avessi a che fare col denaro. I momenti di connessione con mia madre, prima che morisse, sono stati pochi e preziosi. Ma hanno lasciato in me un’impronta profonda, come quella gita mattutina per osservare gli uccelli in una palude salata di Woods Hole, Massachusetts, col profumo dell’acqua salmastra. Avrò avuto tre anni. Le scarpe da ginnastica fradice, la mia piccola mano nella sua.
Dopo di allora, sono sempre stato alla ricerca di momenti che trascendessero l’ordinarietà, che mi ricordassero il miracolo di essere vivo. Immagino che tutti noi cerchiamo momenti simili. Soprattutto dopo la sua morte, ho capito che la vita era breve e imprevedibile, e che quei momenti magici e rari andavano ricercati e custoditi. A volte, questi momenti li ho trovati sul fianco di una montagna, sotto una violenta tempesta di neve. A volte li ho colti svoltando l’angolo di una città straniera su un acciottolato, udendo piccoli frammenti di una lingua sconosciuta. A volte li ho letti in una frase perfetta, seduto in silenzio in una biblioteca o al tavolino di un bar, come quando ho provato per la prima volta un caffelatte in un bar di Berkeley, mentre leggevo una poesia di Miłosz. Li ho sicuramente colti la prima volta che ho tenuto in braccio i miei figli, così caldi e indifesi. Sono stati i momenti in cui più mi sono sentito vivo. La mia vita pulsava di possibilità e legami. E lì il denaro non c’entrava, per niente.
Quella sensazione di stupore era ciò che inseguivo quando vivevo a Mosca, nei miei primi vent’anni, lavorando come giornalista. Volevo diventare scrittore, e gli scrittori sembravano perseguire esperienze di scrittura fin da piccoli, come Hemingway che guidava un’ambulanza in Italia durante la Prima guerra mondiale. L’amore si inserì perfettamente in queste esperienze così struggenti. In quel periodo conobbi mia moglie Marina. Era stata invitata a una festa organizzata dal mio capo. Fu amore a prima vista, almeno per quanto mi riguarda. Più tardi, bevemmo del vino e discutemmo di tutto, la finestra della cucina spalancata, la distesa verdeggiante del Parco Gorky dall’altra parte del fiume.
Quello stato di sogno fu bruscamente interrotto da preoccupazioni del tutto pratiche, come la necessità di trovare il denaro per corrompere i medici e gli infermieri di Mosca per far nascere nostro figlio, Sasha. In un Paese come la Russia, e in molte altre parti del mondo, i medici integravano il loro misero stipendio con un po’ di denaro sottobanco, contrattato in anticipo. Se non erro, si trattò di circa 2.000 dollari in candide banconote da 100 dollari. L’episodio dei topi di diversi anni dopo non fece che cementare la mia crescente consapevolezza della necessità di concentrarmi anche sulle realtà pratiche. Il denaro è una catena che ci tiene legati a realtà concrete come l’affitto, l’assicurazione e le bollette.
Quando ero giovane, mi comportavo come se questa catena non esistesse. Tuttavia, esiste, inevitabile come la morte. Ecco perché chi è molto ricco o famoso spesso perde la strada. Chi diventa troppo ricco o famoso, perde il legame con la realtà. Avere una conversazione sincera sui soldi è un po’ come avere una conversazione sincera sul sesso: è imbarazzante, ma è molto meglio parlarne che non parlarne. Quando ero piccolo, io e mio fratello abbiamo avuto una conversazione imbarazzante sul sesso con nostro padre. “A quel punto, il pene dell’uomo diventa…” predicava mio padre, mentre io e mio fratello ci scambiavamo occhiate. Però non abbiamo mai parlato di soldi. Probabilmente perché mio padre non ci capiva niente.
Anch’io ho parlato di sesso con i miei figli, ma non abbiamo mai parlato di soldi. In parte, ciò è dovuto alle ragioni che ho spiegato in Raising a Thief. Ognuno dei miei figli aveva problemi urgenti che non lasciavano spazio per parlare di soldi. Questo libro è rivolto al grande pubblico, ma anche ai miei figli, un po’ anche per sostituire i discorsi sui soldi che non ho mai fatto con loro. La conoscenza del denaro, pur pratica, non esclude lo stupore. Almeno non dovrebbe escluderlo.
Desidero ancora quei momenti trascendenti, e spero di averne altri, prima di andarmene. Ma perfino un funerale costa soldi, quindi le domande sui soldi ci accompagnano fino alla fine.
Capire come funziona il denaro significa anche trovare il proprio posto nella vita, il che può sembrare una questione impossibile, soprattutto quando si è giovani. Quando fate qualcosa di cui gli altri hanno bisogno, venite pagati. Quando spendete meno di quanto guadagnate, la vostra ricchezza aumenta. Semplice. La domanda è quanto verrete pagati e a quale ritmo cresceranno i vostri risparmi. Più tempo impiegherete a capire che cosa potete offrire, più lento sarà questo processo. Per rispondere a queste domande è necessario capire che cosa sapete fare, il che richiede coraggio e onestà. Ci preoccupiamo tutti se i nostri difetti ci precludono una vita felice. Tutti sono insicuri.

Guadagnarsi da vivere e accumulare risparmi vi aiuterà a sentirvi più sicuri. La mia paura di riuscire a guadagnarmi da vivere si materializzò sotto una luce fluorescente, in una piccola stanza vicino al parco del college. Mi sedetti di fronte a una donna anziana, gentile, con una voce calda e un volto segnato come una noce. “Prendi un pezzo di carta, arrotolalo e guardaci attraverso, come se fosse un cannocchiale”, disse. Tenendo il foglio bianco con la mano sinistra, chiusi l’occhio sinistro e sollevai il “cannocchiale” verso l’occhio destro. In altre parole, ero mancino, ma prediligevo l’occhio destro, nessuno dei due lati era davvero dominante. Quella sequenza era parte di ciò che la portò a credere che io fossi un po’ strano. Avevo diciannove anni. A scuola avevo sempre faticato. La geometria, per me, era una passeggiata, ma la grammatica un incubo. Non pensavo che ci fosse qualcosa di veramente sbagliato in me, ma solo che ero irrimediabilmente stupido. Non sapevo mai quale materia mi avrebbe afflitto e quale sarebbe stata inaspettatamente facile. Inizialmente, la diagnosi fu un sollievo, subito seguita da un’ondata di ansia. Chi mai assumerebbe una persona dislessica?
Sapevo già di voler fare lo scrittore. Ma esistevano scrittori dislessici? Gli scrittori erano brillanti e indipendenti, ricchi, come Tolstoj, o indigenti e pazzi, come Dostoevskij, o chiusi da soli in una stanza senza nessuno da mantenere, come Proust. Io non ero ricco, non volevo essere pazzo e non volevo vivere la mia vita da eremita in una stanza con le pareti di sughero. In breve, non riuscivo a immaginare nel mondo del lavoro un posto adatto a me. Lentamente, ho capito che avevo un’altra opzione. Avrei potuto scrivere se avessi avuto abbastanza soldi da non dover dipendere dalla scrittura per il denaro. Il problema era che non sapevo nulla dei soldi. In un modo o nell’altro, dovete allineare i vostri interessi con la necessità di avere un flusso di cassa positivo. Per capire che cosa vi interessa, considerate i vostri hobby. Che cosa fate, involontariamente? Diciamo che amate lo skateboard. Che cosa ci trovate nello skateboard? Il fatto di poter stare fuori tutto il giorno? L’avere un bel fisico? L’attrezzatura? Qualunque cosa sia, è un enigma cui solo voi potete rispondere, ed è un primo passo per risolvere la questione soldi.
Le basi del denaro sono semplici ma ingannevoli. Oltre a spendere meno di quanto guadagnate, occorre riuscire a ottenere il miglior lavoro possibile, investire i risparmi in un mix di azioni e obbligazioni utilizzando strumenti economici e semplici ed evitare di finire incastrati in cose che distruggono la ricchezza, come le dipendenze o un divorzio. Andate in pensione quando ne avrete abbastanza, e condividete i vostri risparmi in eccesso con i vostri figli. È come un consiglio per la dieta: anche lui è solo apparentemente semplice.
Non mangiate molto, soprattutto verdure. Eppure, molte persone nei Paesi ricchi sono sovrappeso, e pensano di non avere abbastanza soldi. La realtà sfida la semplicità. Seguire una buona pratica alimentare è difficile perché viviamo in un’epoca di abbondanza e siamo programmati per affrontare la penuria. Il fatto che l’industria alimentare infili dappertutto sostanze che danno dipendenza, come lo zucchero, non aiuta di certo.
Mangiare sano non significa solo scegliere alcuni cibi ed evitarne altri; significa riprogrammare il cervello per l’abbondanza, allenarci ad astenerci, abituarci a sopportare lievi attacchi di fame. La bilancia aiuta. I libri di diete non vi dicono che, poiché astenersi dai dolci è difficile, pesarsi diventa umiliante, e allora vi raccontano che perdere peso sia facile. Non è facile, e non lo sarà mai. Anche il denaro non è una questione semplice. Una questione fondamentale è il fatto ineluttabile che il denaro non è stabile.
Le azioni che un mese fa venivano scambiate a 100 dollari, oggi ne valgono 10. L’azienda che sembrava un posto sicuro in cui lavorare, General Electric, oggi è finanziariamente fragile. Ciò che da lontano e all’inizio sembra un’oasi, una carriera nella fabbricazione di briglie per cavalli o di motori a combustione, può rivelarsi un’illusione, se il mondo passa alle auto e poi alle auto elettriche. Le condizioni che perdurano per molto tempo inducono a credere che quelle condizioni dureranno per sempre. Pertanto, la relativa stabilità nell’Europa dell’Ottocento ha accelerato in modo estremamente inaspettato i cambiamenti durante la Prima guerra mondiale.
Allo stesso modo, il calo dell’inflazione dal 1980 fino a circa il 2020 ha portato i risparmiatori a credere che l’inflazione non sarebbe mai più stata un problema. Poi è arrivata la pandemia. Ops… Questi cambiamenti così drastici sono estremamente efficaci nel distruggere la ricchezza. Oltre alla sfida intellettuale di comprendere quello che sta accadendo, c’è anche quella emotiva. Dal denaro vogliamo qualcosa, la sicurezza, che il denaro, strutturalmente, non può fornirci. Il vostro lavoro è instabile, i vostri risparmi sono instabili e il Paese in cui vivete potrebbe diventare instabile. Tutto è instabile. Inoltre, anche il vostro stesso “funzionamento” è instabile. Un giorno siamo sani, il giorno dopo non lo siamo più.
Passiamo dal guadagnare soldi all’essere dipendenti dai risparmi. Quando cambiano le nostre condizioni, cambia anche il nostro rapporto col denaro. Come cambia l’aspetto di una rampa di scale, dopo aver avuto una distorsione alla caviglia… Alcuni superano questa turbolenza senza problemi, senza mai rendersi conto di quanto sia instabile la struttura in cui si trovano a vivere. Altri vengono spazzati via.
Mentre scrivo queste pagine, sono passati meno di cento anni da quando un paese altamente sviluppato, la Germania, si è allineato dietro un maniaco. Ha creato l’inferno in terra, annientando vite e ricchezze. Milioni di persone lo hanno seguito con entusiasmo, in Germania come altrove. Terminata la guerra, non è che le persone siano cambiate. Se è successo in Germania, può succedere ovunque, ed è già successo: in Cile (anni Settanta), in Ruanda (anni Novanta), in Italia (anni Venti), in Russia (anni Trenta e poi Venti di questo secolo). Questa verità non è riportata nei libri sui soldi per lo stesso motivo per cui i libri sulle diete sono ingannevoli: perché è scomodo, perfino snervante, considerare questa realtà. Non distogliete mai lo sguardo.
Le istituzioni legate al denaro mantengono una facciata di solidità: pesanti colonne di granito, pietra e acciaio. Devono sembrare stabili, come il Colosseo di Roma, per mascherare una realtà che invece è caotica. È per questo che gli esperti di denaro indossano giacca e cravatta: per dimostrare a tutti che sono persone serie, non persone che esprimono giudizi puramente probabilistici su un futuro incerto e in continuo mutamento. Se non volete essere spazzati via, studiate come funzionano le cose. È come sciare in un pendio soggetto a valanghe. Le valanghe hanno sempre un motivo. Studiatene le ragioni. C’è un po’ di meccanica, un po’ di storia, un po’ di psicologia.

Gli eventi improbabili possono avere impatti enormi. Basta una tempesta anomala e il pericolo di valanghe aumenta esponenzialmente. Per “studiare” intendo osservare l’intero sistema. Per esempio, avevo già una laurea in Economia e lavoravo in banca, ma non capivo ancora molto, perché fino a quel momento avevo studiato solo piccoli frammenti di informazioni, come i tassi di interesse, anziché cercare di capire come interagivano le varie parti del sistema. Questo libro vuole essere in parte una risposta a quel senso di confusione, uno sforzo per mostrare come si mettono insieme le varie parti. Non solo non avevo alcuna idea del mercato del cotone, ma non capivo nemmeno come funzionava il mercato azionario, e le notizie finanziarie parlavano ogni giorno del mercato azionario. Il mio lavoro non era direttamente legato al mercato azionario, quindi, a dire il vero, non avevo bisogno di capirne il funzionamento, ma questa lacuna era, per usare un eufemismo, una vera voragine nella mia conoscenza. E non ero l’unico.
Una volta ho intervistato un governatore della Federal Reserve. Quando gli ponevo domande sull’inflazione o sulla politica della Fed, ottenevo risposte perfette. Ma se ci spostavamo anche solo di un grado da quella base di conoscenza, per esempio sui tassi di interesse a lungo termine (rispetto a quelli a breve termine) o sulle azioni, le sue risposte diventavano deboli e vaghe. Anche lui, un tizio che gestiva il sistema, ne aveva una conoscenza solo parziale. Con una conoscenza solo parziale, si ottengono cattivi risultati. Per colmare le conoscenze parziali e ampliare la comprensione, è utile strutturare gli argomenti. Che cosa intendo per strutturare? Quasi tutto ciò che riguarda il denaro può essere semplificato in strutture. Una buona conoscenza del denaro è in realtà data da una serie di strutture interconnesse, saranno non più di qualche decina.
Prendiamo una delle problematiche più basilari del denaro: l’inflazione. Il concetto generale è noto. In pratica, significa che il denaro che avete oggi acquista sempre meno, nel tempo. Ma per capire che cosa causa l’inflazione dovete capire come si forma un prezzo, e quali forze determinano la domanda e l’offerta. L’inflazione è data più o meno dall’equazione che riporto qui sotto. Per capire che cosa sta succedendo con l’inflazione, dovete capire questi componenti, che possono tutti aumentare o diminuire per diversi motivi. Queste strutture rendono concreto un argomento che può sembrare astratto.

L’inflazione è ciò che paghiamo per guidare, per avere un tetto sopra la testa e per pagare o ricevere uno stipendio. I prezzi del petrolio possono aumentare a causa di un conflitto all’altro capo del mondo, che non ha nulla a che fare con quanto costa affittare un appartamento o acquistare una casa.
Inflazione = (circa) 1/4 petrolio + 1/4 alloggio + 1/2 stipendio
Nel corso della propria vita si può essere spazzati via dall’inflazione, oppure la si può studiare. La scelta è vostra. Se non volete essere spazzati via, dovete familiarizzare con i grandi episodi di inflazione, come la Germania di Weimar, l’America degli anni Settanta, l’impennata post-Covid e le ripetute ondate di inflazione nei mercati emergenti. Inoltre, dovete imparare a proteggere il vostro denaro dall’inflazione.
Ci sono tecniche che possono aiutare, come l’acquisto di obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse dal governo. Il sistema monetario è complesso, si evolve e non gli interessa proprio niente di voi o del vostro benessere. Siete voi a dovervi adattare, perché lui non si adatterà certo a voi. Per farlo, avete bisogno di una strategia, e nei prossimi capitoli la espongo passo dopo passo. Il primo passo consiste nel separare ciò che potete controllare, la vostra mentalità, da ciò che non potete controllare, il continuo sconvolgimento.