La Cappella Sistina diventerà una fortezza tech per proteggere il Conclave e il nuovo Papa dalle fughe di notizie

La Cappella Sistina diventerà una fortezza tech per proteggere il Conclave e il nuovo Papa dalle fughe di notizie

Oggi, sabato 26 aprile, si celebrano le esequie di Papa Francesco in Vaticano. I funerali sanciscono la solenne fine del suo pontificato e dai prossimi giorni si entrerà nel vivo di una nuova fase per la Chiesa Cattolica. Quella del Conclave. Il collegio cardinalizio eleggerà il successore di Pietro seguendo una procedura antica e molto meno digitale rispetto ad altre votazioni in giro per il mondo. Eppure anche la tecnologia giocherà un ruolo. Proprio per far sì che il Conclave rimanga un ambiente chiuso e protetto le autorità vaticane dovranno fronteggiare una sfida non da poco in un’epoca di attacchi cyber, impiego di droni e altre innovazioni potenzialmente invasive.

Come si scherma il Conclave?

Le misure messe in atto per proteggere il Conclave, sulle quali vige massimo riserbo, finora hanno sempre funzionato. Questo sarà il terzo Conclave del nuovo Millennio: il primo è stato nel 2005, dopo la morte di Papa Giovanni Paolo II e per la prima volta in quell’occasione era stato vietato l’ingresso e l’utilizzo dei telefoni cellulari. Vent’anni dopo i rischi di possibili falle del sistema si sono moltiplicati.

Come si legge sulla stampa di settore è molto probabile l’impiego di disturbatori di segnale – il nome preciso è jammer – che renderanno impossibili le comunicazioni nelle aree circostanti. Come per il Conclave del 2013, che ha visto l’elezione di Papa Francesco, saranno condotte analisi spettrometriche per intercettare segnali anomali e saranno ovviamente effettuate scrupolose attività di bonifica. Ci sarà poi una protezione visiva per impedire a droni – è comunque in vigore una no fly zone a Roma – di poter riprendere attraverso telecamere ambienti che tra poche settimane saranno inaccessibili.