Notizie attorno al mondo, con l’innovazione come denominatore comune. Sono quelle raccolte tutti i mercoledì sui profili social di Paola Pisano, tra questi LinkedIn e Instagram, nel tentativo di comprendere dove ci porterà la tecnologia e qual è il suo ruolo nella vita di istituzioni, aziende e semplici cittadini.

Le novità di Vibe Coding
Google AI studio lancia Vibe Coding all’interno di AI studio. Creata per portare l’utente dal prompt alla produzione di applicazioni eliminando tutte quelle frizioni che hanno sempre reso difficile la costruzione di un app per i non addetti ai lavori (API, SDK, ecc..), è possibile attingere da diversi tool di Google: dall’editing delle foto a Nano Banana per fare i video, passando per agenti conversazionali e integrando la propria applicazione con Google search data e Google maps.
Per prendere ispirazione, Google ha inoltre trasformato la galleria delle app in una libreria ricca di esempi. Lo sviluppo di app diventerà, quindi, accessibile a tutti? Una delle novità più interessanti di questo aggiornamento è il pulsante “I’m Feeling Lucky” (“Mi sento fortunato”). Pensato per gli utenti in cerca di un’idea creativa, genera concetti di app casuali. Ogni pressione del pulsante produce un’idea diversa, completa di funzionalità AI e componenti suggeriti. Un’altra funzione è il Flashlight di Gemini, che analizza l’app sviluppata e propone miglioramenti pertinenti. La nuova esperienza è gratuita per chi vuole sperimentare, creare prototipi o sviluppare app leggere, senza necessità di carta di credito. Tuttavia, funzioni più potenti richiedono una chiave API a pagamento. Questo modello di prezzo è pensato per ridurre le barriere d’accesso alla sperimentazione.

Atlas scende in campo con OpenAI
Atlas è il nuovo browser di OpenAI. Sam Altman ha presentato l’arrivo di Atlas come una rivoluzione fondamentale per ripensare a cosa un browser può fare. L’anno scorso è stato aggiunto il “Search” in ChatGpt per cercare le informazioni direttamente da internet. Secondo Sam Altman, il browser di OpenAI potrebbe diventare un super assistente che capisce il nostro mondo e ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi o le nostre richieste.
Se, per esempio, dobbiamo organizzare una cena e vogliamo fare una ricetta, possiamo chiedere a ChatGPT che acquisti tutti gli ingredienti e li faccia arrivare a casa. OpenAI trasformerà la navigazione in un servizio “intelligente”, ma anche in una nuova fonte di ricavo e di raccolta dati? Capire il contesto delle nostre interazioni con il web da un lato e essere in grado di fare azioni dall’altro potrebbe essere la vera rivoluzione di Atlas.
Tuttavia, la sua natura “premium”, basata su abbonamenti e limiti di utilizzo, apre una frattura nel modello gratuito che ha caratterizzato Internet per trent’anni. La sua logica commerciale “abbonamenti, raccolta dati, personalizzazione” rischia di trasformare Internet in un ecosistema chiuso e a pagamento, controllato come sempre da pochi attori.
I piani quinquennali cinesi per l’economia
La Cina nel suo piano quinquennale annuncia politiche volte a incrementare la sua forza economica, la capacità scientifica e tecnologica, la difesa nazionale, e l’influenza internazionale entro il 2035. I piani quinquennali del partito sono stati un pilastro centrale dell’economia pianificata di Mao Zedong e restano strumenti fondamentali per comunicare le priorità politiche, economiche e sociali della leadership. Sono osservati con grande attenzione da governi stranieri e investitori internazionali. Il segnale di Pechino, secondo cui continuerà a promuovere politiche industriali a sostegno del settore manifatturiero high-tech, arriva in un momento in cui la Cina deve far fronte a restrizioni sempre più estese sull’accesso alle tecnologie avanzate imposte dagli Stati Uniti.

La Cina riuscirà a diventare una potenza tecnologicamente autonoma?
Guardando al futuro, la corsa della Cina verso l’autosufficienza tecnologica potrebbe definire nuovi equilibri geopolitici. Da un lato, l’investimento nella ricerca e nella manifattura avanzata può rafforzare la capacità di innovazione interna e ridurre la dipendenza dai Paesi occidentali. Dall’altro, una chiusura tecnologica e il controllo centralizzato dell’AI e dell’industria rischiano di isolare l’economia cinese e ampliare la distanza con gli standard globali di trasparenza e cooperazione. Il documento ha riaffermato i piani per rafforzare la potenza militare attraverso la scienza e la tecnologia, e per accelerare lo sviluppo di capacità di combattimento avanzate.
Perché a fidarsi di più dell’AI sono i Paesi con basso indice di sviluppo?
A meno di tre anni dal lancio di ChatGPT, un settimo della popolazione adulta mondiale lo usa ogni settimana. Molti si trovano nei Paesi in via di sviluppo, dove la popolazione è giovane e tecnologicamente curiosa. Ma dopo gli Stati Uniti, i maggiori mercati sono India e Brasile. Un sondaggio delle Nazioni Unite mostra che la fiducia nell’AI è più alta nei paesi con indici di sviluppo umano più bassi. Secondo la società di ricerca GWI, ghanesi e nigeriani figurano tra gli utenti più entusiasti. Può l’AI mettere un tutor, un medico o un consulente in ogni tasca? I primi studi sembrano incoraggianti.
A Nairobi, OpenAI e Penda Health, una catena di cliniche di assistenza primaria, hanno testato uno strumento che forniva consigli ai medici durante le visite. In uno studio randomizzato su quasi 40.000 consultazioni in 15 cliniche, i medici che utilizzavano l’assistente hanno ridotto gli errori diagnostici del 16% e quelli terapeutici del 13%. In Nigeria, un programma extrascolastico di sei settimane con Microsoft Copilot ha migliorato i punteggi di inglese quanto due anni di istruzione aggiuntiva. La speranza è che, come è accaduto con i telefoni mobili, l’AI possa aggirare i colli di bottiglia tradizionali. Per riuscirci, però, dovrà superare tre ostacoli principali: la connettività, le competenze degli utenti, le barriere linguistiche ma soprattutto le istituzioni.