La patente con l’app, un ventottenne ripensa la scuola guida. «All’esame venni bocciato, ora reinvento il servizio»  

La patente con l’app, un ventottenne ripensa la scuola guida. «All’esame venni bocciato, ora reinvento il servizio»  

In quinta liceo è stato bocciato all’esame di pratica della patente. Non hai mai amato guidare e aveva chiarissime due cose: non avrebbe mai lavorato nel turismo e mai nel mondo delle autoscuole. Ma poi la vita, si sa, fa dei giri immensi e spesso ti riporta lì. In quel fallimento cosi comune a tantissime persone per provare a cambiare le regole. «Ho sempre combattuto il si è sempre fatto così»

eleonora chioda venti di futuro

E così Luca Cozzarini, classe ’97, nato e cresciuto in un piccolo paese del Friuliano, ha trovato la spinta per innovare un settore che da trent’anni non si muove e non cambia: le autoscuole. È il founder di BRUM, un’autoscuola 2,0, dove tutto è online, tracciato e smart. «Ti scrivi online, carichi i documenti, prenoti la visita medica, studi la teoria, fai le guide quando vuoi scegliendo gli istruttori che preferisci, seguendo un percorso chiaro dall’inizio alla fine». Cozzarini inoltre il prossimo 17 dicembre parteciperà a SIOS25 Winter al Palazzo della Borsa di Milano assieme a Paolo De Nadai, founder di WeRoad e Paolo Barberis, fondatore di Nana Bianca, all’interno di un panel che vedrà confrontarsi tre generazioni differenti di imprenditori innovativi.

SIOS25 Winter, il 17 dicembre a Milano: registrati e prendi il tuo biglietto

L’autoscuola del futuro

BRUM non è una piattaforma di quiz online, ma è un’autoscuola a tutti gli effetti «Abbiamo la licenza, sedi fisiche, istruttori certificati e auto di proprietà, quelle viola che già a Milano iniziano a girare. Ma tutto quello che può essere digitale lo è. Burocrazia, iscrizioni, test. Tutto senza code, senza faldoni. Abbiamo un’App per studiare, pickup point in tutta la città, un percorso didattico con gamification, interattivo, e feedback dopo ogni lezione. Così sai esattamente a che punto sei e quando puoi andare a sostenere l’esame. C’è di più: stiamo testando la prima dashcam con intelligenza artificiale installata su un’auto scuola in Italia. Legge la strada, analizza gli errori, valuta i progressi e aiuta sia lo studente sia l’istruttore a migliorare».

BRUM 1
Luca Cozzarini

Autoscuola digitale sì, ma al centro restano le persone. «Da una parte lo studente nel percorso di formazione dall’altra l’istruttore nel tracciare, nell’insegnare a guidare con sicurezza e anche banalmente nel lavorare quotidiano». BRUM nasce come MVP (Minimum Viable Product) nell’aprile 2024. Ed è operativa su Milano da gennaio 2025. «In un anno abbiamo raggiunto volumi quattro volte superiori a quelli di un’autoscuola tradizionale. E stiamo crescendo di mese in mese».

Da due settimane ha ottenuto la licenza per operare a Monza. «Stiamo lavorando per ottenere quella di Venezia e quella di Modena, dove lavoreremo con i city manager: giovani istruttori che hanno i titoli per poter aprire un’autoscuola, ma che non lo vogliono fare da soli e alla vecchia maniera».

BRUM si mette in moto

La startup ha raccolto 3,5 milioni di euro da Italian Founders Fund, il fondo di investimento sostenuto da più di 100 imprenditori digitali, family office e professionisti ai vertici nei loro settori. «Hanno creduto in noi anche alcuni investitori – imprenditori come Paolo Barberis, Nicola Drago e Claudio Erba». Inoltre può contare sul supporto di Paolo De Nadai, imprenditore seriale, founder del gruppo OneDay, che in BRUM affianca Cozzarini, come co-founder e presidente. «Lui mi insegna a sbagliare meno»

La storia di Cozzarini parte nel Friuli. Arriva a Milano a 19 anni per studiare Management all’Università Statale. Entra in WeRoad per uno stage, si appassiona e rimane: lavora nei team finance e operations. «A un certo punto ho avuto l’opportunità di fare un percorso di accelerazione interno che si chiama HPP, High Potential Program, che è una sorta di MBA interno con tutti i C-level del gruppo. Nel 2024 ho capito che il mio tempo in WeRoad era finito e volevo fare qualcosa di mio. Ho sempre avuto questa spinta all’imprenditorialità. E Paolo De Nadai mi ha detto: facciamolo insieme. Guardiamo il mondo delle autoscuole: in Francia c’è Ornikar, un player che oggi vale 800 milioni e che ha formato più di tre milioni di studenti. Siamo partiti. Non immaginavo però che fosse così difficile e di trovarci davanti a un mondo così vecchio. La più grande difficolta è stata proprio lì partire».

BRUM de nadai
Luca Cozzarini e Paolo De Nadai

«Ma forse è stata anche la parte più bella, quella che guardi con più fierezza. E dici: wow che cosa ho fatto. Noi siamo arrivati a guardare il settore con un occhio esterno, a 360 gradi, e stiamo cercando di cambiarlo. E quello di cui ci siamo convinti è che ci sarà un prima e un dopo BRUM nel modo di prendere la patente in Italia».

Partiamo dai numeri. «In Italia c’è molta domanda, ed è costante fin dagli anni del Covid. Quello che manca è l’offerta». C’è dell’altro. L’età media per ottenere la patente B si è alzata: solo il 50% dei giovani la consegue a 18 anni. «Molto più spesso si prende la patente a 20 o 21 anni».

Il settore è difficile. «È un settore pieno di assurdità. Le autoscuole operano con licenze su base provinciale, ognuna con requisiti obbligatori identici a trent’anni fa. Hai obbligo di sedi fisiche con aule da mq prestabiliti. Per ogni città serve un parco mezzi completo: camion, autobus, rimorchi, moto, anche se la maggior parte degli studenti fa la patente B. Il percorso per diventare istruttore è pensato per scoraggiare chiunque: per insegnare la patente B devi prendere tutte le patenti superiori, affrontare esami lunghi e incerti, con tempistiche poco chiare. Il risultato – prosegue lo startupper – è una professione dove non entra più nessuno, nemmeno i figli d’arte. A questo si aggiunge un modello gestionale che non è mai evoluto: il titolare fa tutto, senza strumenti digitali. E gli studenti, paradossalmente, devono spostarsi a orari fissi in sedi spesso lontane, proprio quando non hanno ancora la patente per raggiungerle».

Il team di BRUM
Il team di BRUM

Il team di BRUM è composto da 12 persone. Se li seguite su Instagram, vedrete quanta freschezza portano nel settore. «Abbiamo davvero la possibilità di cambiare le cose. Il futuro è oggi e la nostra esperienza su Milano ci dice che possiamo cambiare. Nel mio futuro? C’è BRUM e un’Italia da conquistare».

Lezioni imparate? «Che le persone con cui parti per questo viaggio sono fondamentali. Ed è importante scegliere quelle giuste. Ci vuole costanza, coraggio, testa bassa e pedalare anche quando le difficoltà sembrano insormontabili». Luca ha tanta voglia di fare e non è solo. «Forse io vivo nella bolla del tech, delle startup, di Milano, ma vedo una generazione incredibile che si rimbocca le maniche e ci prova. Con ottimismo».