In un piccolo borgo abruzzese di 600 anime, Villetta Barrea, conosciuto per la bellezza del suo paesaggio immerso tra il verde della montagna e l’azzurro del lago, torna in funzione la centrale idroelettrica, con una particolarità. Si tratta della prima d’Italia classificata come “nZEC – Near Zero Energy Community“. Diciotto mesi dopo la messa in funzione, la centrale ha prodotto oltre 633.500 kWh di energia da fonte rinnovabile, evitato l’emissione in atmosfera di circa 200 tonnellate di CO₂, con un valore pari all’assorbimento di 10mila alberi in un anno. «Esisteva dal 1910 ma, dopo vari stop, dal 2015 non era più in funzione – spiega Moreno Scarchini, CEO di Energred – Con EnergRed, che si occupa di realizzare e gestire a proprie spese Impianti fotovoltaici per aziende, ci siamo proposti al Comune per prenderne la gestione. L’amministrazione ce l’ha data in convenzione per 30 anni e 18 mesi fa è tornata in funzione». La storia della riqualificazione di questa eccellenza nel patrimonio naturalistico italiano nella nuova puntata di Viaggio in Italia.

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La rinascita della centrale idroelettrica
La centrale idroelettrica di Villetta Barrea è di vecchia data: risale al lontano 1910 ma durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa delle distruzioni provocate dai tedeschi, aveva smesso di funzionare. Enel l’ha poi rimessa in funzione nel 1952, ma negli anni ’60 ha subito un nuovo stop. Un ulteriore tentativo di rilancio è avvenuto nel 1995, ma l’alluvione del 2015 l’ha poi messa definitivamente fuori uso, lasciandola in stato di abbandono e degrado.

Grazie all’intervento di EnergRed – nell’ambito del suo programma di recupero di impianti storici dedicati all’energia rinnovabile – e all’impegno da parte dell’amministrazione comunale, la centrale è tornata a essere operativa dopo un lungo e attento lavoro di revamping. «La collaborazione virtuosa pubblico-privato ha trasformato un canale di 600mq senza acqua che era diventato una discarica in un impianto di nuovo funzionante – spiega Moreno Scarchini, CEO di EnergRed – La rinascita della centrale di Villetta Barrea è per noi uno dei progetti più significativi e di cui andiamo più orgogliosi, non solo per l’impatto ambientale positivo ma anche per l’armonia con cui quest’opera storica è incastonata nel territorio. In Italia esistono oltre 4.600 centrali idroelettriche di cui una parte non più operative: rilanciarle con modelli pubblico-privati e trasformarle in Comunità Energetiche Rinnovabili significa dare nuova vita a luoghi incantevoli e rispondere concretamente alle sfide della transizione energetica». Un percorso, che come spiegano il CEO e la sindaca di Villetta Barrea, Giuseppina Colantoni: «è stato possibile grazie a un modello fondato su innovazione e sostenibilità», che ha reso i cittadini protagonisti. «Siamo riusciti a trasformare quello che era l’onere di gestione di un impianto del genere, per via della complessità tecnica e ingegneristica che comporta, in un vantaggio competitivo straordinario e in un bene per l’intera comunità», racconta Colantoni.

Un impianto Net-Zero-Energy
Il metodo Care&Share di EnergRed adottato in questo caso è necessario per produrre energia locale, a chilometri ed emissioni zero, che permette ai cittadini di usufruire dei vantaggi senza affrontare costi diretti, contribuendo attivamente a un futuro più equo, sostenibile e partecipato. In particolare, le centrali idroelettriche “Net-Zero-Energy” sono impianti che producono energia rinnovabile dall’acqua e che, grazie a tecnologie come il pumped storage (accumulo idroelettrico a pompaggio), svolgono un ruolo strategico nel raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e neutralità climatica entro il 2050.

«Ho scoperto l’esistenza di questa centrale per caso, tramite un mio amico che a Villetta Barrea andava ogni anno d’estate in vacanza. Con EnergRed abbiamo investito circa 600mila euro per le opere di riqualificazione e abbiamo ottenuto una concessione 30ennale. EnergRed si è fatta carico della manutenzione straordinaria e, in cambio, gestirà la centralina per 30 anni. Attualmente il proprietario è ancora il comune – continua il CEO – In questo periodo, siamo stati molto attenti a mantenere l’infrastruttura architettonica che corre nel paese. Così gli stessi cittadini si sono liberati di un onere importante. Valeva la pena rimettere in piedi l’opera senza usare il cemento ma con carotaggi. A pieno regime oggi produrrebbe circa 1 milione di kw all’anno, che è il fabbisogno necessario per la popolazione e i turisti, che decuplicano d’estate». Insomma, un grande passo in avanti che ha ridato alla comunità qualcosa che era andato perduto. «È un bene storico, profondamente identitario, che per anni ha vissuto vicissitudini complesse diventando un peso per il comune, privo delle competenze e delle risorse necessarie per mantenerlo – spiega la sindaca – Tanto che, nella prima valutazione, si era persino valutata l’alienazione. L’incontro con EnergRed ha ribaltato la prospettiva. Ora vogliamo rendere il paese energeticamente autosufficiente», e ribadisce l’importanza della collaborazione con Moreno: «Il Comune e l’azienda hanno condiviso lo stesso obiettivo con tenacia: Energred con una visione industriale, noi con una finalità sociale. Senza questo approccio congiunto, il risultato non sarebbe stato possibile».

Il futuro della centrale e non solo
«Stiamo valutando ulteriori progettualità, in particolare la costituzione di una CER, sempre insieme a Energred. Vogliamo costruire percorsi realistici, rispettando i tempi necessari per raggiungere gli obiettivi e coinvolgendo cittadini e imprese del nostro territorio. Crediamo che la collaborazione e la partecipazione siano il vero valore per il futuro energetico e sociale della nostra comunità», continua la sindaca. La riqualificazione della centrale è anche al centro di una produzione fotografica e di un libro dal titolo “Acqua Corrente” curato da EnergRed e tre fotografi ambientali, Alfredo Corrao, Yvonne De Rosa e Simona Filippini, che hanno catturato con le loro immagini le emozioni e le sensazioni della comunità durante il processo di recupero della centrale. «I fotografi dopo aver trascorso qualche mese a Villetta Barrea hanno messo a frutto il loro potenziale all’interno del libro i cui ricavati sono stati devoluti al comune di Villetta Barrea», conclude Moreno.