Fine anno molto amara per l’Editoriale Linkiesta che, secondo quanto scrive Italia Oggi, è stata ammessa a procedura di concordato preventivo dal Tribunale di Milano e avrà tempo fino al 7 gennaio 2026 per presentare un progetto definitivo così da porre termine alla crisi che l’attanaglia.
Editoriale Linkiesta, i numeri della crisi
“La crisi della società – si legge -, dopo i 6,85 milioni di euro di perdite accumulati dal 2011 al 2023, si è acuita nel 2024, chiuso con 2,3 milioni di ricavi ma 1,77 milioni di perdite e 3,1 milioni di debiti, di cui 1,5 mln tributari e quasi un milione verso Inpgi e Inps. […] La Editoriale Linkiesta dal 1° gennaio al 3 novembre 2025 ha accumulato altri 1,14 milioni di euro di perdite a fronte di un valore della produzione di 639 mila euro”.
Del Vecchio si muove tra i quotidiani
Ma la cattiva situazione in cui versa Linkiesta non è la sola notizia di giornata a riguardare il giornalismo italiano. Leonardo Maria Del Vecchio (quartogenito del fondatore di Luxottica) continua a manifestare interessi crescenti per l’editoria.
Infatti, dopo aver provato a inserirsi nella compravendita di Gedi offrendo per il gruppo controllato da Exor 140 milioni di euro – con John Elkann che parrebbe però interessato a continuare le trattative solo con i greci di Antenna Group dell’armatore greco Theodore Kyriakou-, secondo diverse voci di corridoio rimbalzate sulle agenzie, avrebbe sottoscritto un’offerta esclusiva per acquistare la maggioranza del gruppo Quotidiano Nazionale, che edita Il Giorno, La Nazione e il Resto del Carlino.
Si tratta di tre quotidiani controllati da Andrea Riffeser Monti, che attualmente è anche presidente della Fieg, la Federazione italiana editori di giornali, che ultimamente è tornata a chiedere a gran voce aiuti pubblici a favore del settore.
LMDV Capital, family di Del Vecchio, ha inoltre sottoscritto un accordo per entrare nell’azionariato de Il Giornale, quotidiano nazionale della famiglia Angelucci, con il 30%. Non è sfuggito che nella medesima nota con cui annunciava l’operazione il venture capital che supporta startup innovative e imprenditori diceva di aver ottenuto una esclusiva per una quota di maggioranza di un “gruppo editoriale italiano attivo su quotidiani e piattaforme digitali a diffusione nazionale e locale”, senza citare il nome.