Passi l’ennesimo aumento a danno dei tabagisti: dato che il fumo non fa bene né alla salute né alle casse dello Stato già alle prese con una sanità che va sfilacciandosi senza più medici e infermieri (il Piemonte li sta importando dall’Albania) ben vengano misure che inducano a smettere, ma il rincaro sul diesel rischia di costare caro agli italiani. E alle aziende italiane, dato che alimenta furgoni, camion e trattori.
Giorgetti non è un diesel e accelera sulle accise
«Acceleriamo l’allineamento tra le accise di gasolio e benzina approfittando di una situazione dei prezzi di mercato degli oli particolarmente depressa». Sono queste le parole pronunciate dal ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti a mandare nel panico famiglie e imprese.

Niente di nuovo in realtà dato che l’obiettivo è un riallineamento su base quinquennale già iniziato il 14 maggio scorso, quando era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale che stabiliva l’aumento delle imposte sul diesel per permettere la riduzione di quelle sulla benzina, considerato che la coperta è corta.
L’aliquota di accisa applicata alla benzina è stata ridotta di 1,50 centesimi di euro per litro, viceversa quella applicata al gasolio impiegato come carburante è aumentata del medesimo importo: in soldoni, mentre la tassa sulla verde scendeva da 0,7284 euro/litro a 0,7134 quella sul gasolio saleiva da 0,6174 a 0,6324 euro. Il provvedimento sarà seguito ogni anno da un’analoga disposizione.

“Pareggiando le tasse – sottolinea Quattroruote – lo Stato incasserà un surplus di gettito ogni 12 mesi: circa 100 milioni in più il primo anno, quindi 200 milioni il secondo, e 500 milioni il quinto.
Le nuove dichiarazioni del titolare del dicastero di via XX Settembre, però, fanno sospettare che ora il governo voglia anticipare il termine dei cinque anni sulla base del fatto che i principali produttori di petrolio hanno concordato di aumentare i barili prodotti quotidianamente e dunque il prezzo dovrebbe restare calmierato nel prossimo periodo. L’incasso in più contribuirà a coprire i provvedimenti del disegno legge Bilancio 2026, ma al momento non è dato sapere l’entità del rincaro.
Aumentano le accise sul fumo
Tutto ciò fa il paio con l’aumento contenuto nella Manovra 2026 riferito alle sigarette: anche qui è stato predisposto un rincaro costante delle accise spalmato su più anni che ammonterà a pochi centesimi di euro nel 2026 e nel 2027 ma con un effetto cumulato rilevante entro il 2028 fino a raggiungere, in totale, un euro e mezzo in più per ciascun pacchetto.
Le novità sulle pensioncine
Cattive notizie pure sul fronte pensioni: servirà un mese in più dal 2027 e altri 2 dal 2028. In compenso aumenteranno le minime: «Ricorderete le polemiche rispetto ai 6 euro dell’anno scorso» ha sottolineato Giorgetti a voler rivendicare che l’esecutivo ha fatto tesoro degli scivoloni pregressi e a questo giro vuole evitare le facili accuse da parte dei detrattori di alimentare tristi mancette elettorali. Con la Manovra 2026 infatti l’aumento sarà di 20 euro al mese.
Il “graffio” (e non il taglio) dell’IRPEF
Ma l’aspetto più amaro della Manovra 2026 rischia di essere il taglio dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, sbandierato a più riprese come misura per aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti ma ridotto come portata a quella di un “graffio” dell’IRPEF: la riduzione della seconda aliquota dal 35 al 33% nel migliore dei casi (ovvero per coloro con un imponibile sia sopra i 50mila euro annui) sarà pari a 36 euro all’anno in più in busta paga. Questo a meno che non si abbia il vizio del fumo o un’auto diesel in garage. In quel caso torneranno subito all’erario.