Mattarella ancora contro X? Tutti gli schiaffoni quirinalizi a Elon Musk

Mattarella ancora contro X? Tutti gli schiaffoni quirinalizi a Elon Musk

Mentre Elon Musk e il fratello Kimbal perennemente camuffato da cowboy entrano ed escono con una certa disinvoltura da Palazzo Chigi, c’è un Palazzo romano che i due imprenditori non hanno ancora certamente conquistato: è il Quirinale, il cui inquilino, anzi, nelle ultime ore sembra nuovamente tornato a tuonare contro X e quei social che potrebbero essere utilizzati in chiave anti europea.

Cos’ha detto Mattarella

Mattarella in occasione della XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia ha infatti avvisato a un certo punto del suo lungo discorso di prestare attenzione a «Pericolose attività di disinformazione» che «tendono ad accreditare una presunta vulnerabilità delle opinioni pubbliche dei Paesi democratici».

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Elon Musk

I più noti social statunitensi non vengono mai nominati ma dato che tale richiamo segue di pochi giorni gli sguaiati attacchi di Elon Musk alla Ue, il riferimento potrebbe proprio essere a X, utilizzato come megafono dall’imprenditore sudafricano. Aggiunge il Capo dello Stato: «Cercano di affermarsi inediti ma opachi centri di potere – di fatto sottratti alla capacità normativa e giurisdizionale degli Stati sovrani e degli organismi sovranazionali. Centri di potere dotati di vaste capacità di influenza sui cittadini e, con esse, sulle scelte politiche, tanto sul piano interno ai singoli Stati quanto su quello internazionale».

musk farneticazioni x contro giudici italiani

Come ricorda Open, soltanto pochi giorni fa sempre Mattarella aveva dichiarato: «La libera condivisione di principi e di norme non è una gabbia che costringe, ma un sostegno che tutela, soprattutto i più deboli. Non sorprende che vengano contestate da corporazioni internazionali che si espandono pretendendo di non dover osservare alcuna regola: questa non sarebbe libertà ma arbitrio».

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (foto: Quirinale)

Quello odierno non è dunque il primo schiaffone presidenziale che Mattarella assesta a Musk, anzi: esattamente lo scorso anno, nel mese di novembre, aveva risposto molto duramente all’ingerenza via X dell’uomo più ricco del mondo che definiva la magistratura italiana rea di prendere decisioni sgradite all’attuale governo del nostro Paese sui trasferimenti di migranti nel centro albanese «un’autocrazia non eletta che prende le decisioni». Anche in quell’occasione il Capo dello Stato non aveva mai nominato l’imprenditore fresco di nomina presidenziale al DOGE: «L’Italia sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione» e nessuno dall’estero «può impartirle prescrizioni».

Musk, che non sa tacere, aveva a sua volta replicato: «Continuerò a esprimere le mie opinioni tutelate dal Primo emendamento e della Costituzione italiana». Ma già a fine 2023 Mattarella, nel suo discorso d’auguri rivolto alla classe politica, aveva avvertito gli italiani e, con ogni probabilità, soprattutto gli imprenditori e la politica dal rischio rappresentato dagli «oligarchi di diversa estrazione» che «si sfidano nell’esplorazione sottomarina, in nuove missioni spaziali, nella messa a punto di costosissimi sistemi satellitari (con implicazioni militari) e nel controllo di piattaforme di comunicazione social, agendo, sempre più spesso, come veri e propri contropoteri».

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Elon Musk

Ma le parole più pesanti sono state pronunciate senza dubbio a inizio 2025 quando aveva definito gli egoarchi esteri «figure di neo-feudatari del Terzo millennio – novelli corsari a cui attribuire patenti – che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche.»

Nel frattempo gli attacchi dell’uomo più ricco del mondo nei confronti del Vecchio continente sono diventati via via più numerosi e farneticanti, fino a paragonare l’Europa al Terzo Reich di Adolf Hitler. Nelle scorse settimane Nikita Bier, head of product di X, ha inoltre annunciato la cancellazione dell’account pubblicitario della Commissione Ue. Tutte vicende che dovrebbero farci capire l’uso padronale cui è sottoposta la piattaforma, ma soprattutto che anche nel terzo millennio vale più che mai il detto popolare che ‘un bel tacer non fu mai scritto’. Su X.