Senior executive con oltre vent’anni di esperienza in ruoli di leadership nel digital advertising, Constantijn Vereecken nel 2003 ha lanciato la filiale italiana di WebAds, guidandone per più di 20 anni la crescita e trasformandola da giovane concessionaria digitale a digital marketing solutions compan. L’idea è stata quella di introdurre modelli integrati di media, content marketing e soluzioni data-driven che hanno contribuito allo sviluppo del mercato digitale e alla diffusione di formati e tecnologie innovative per editori, brand e agenzie. Oggi è managing director Southern Europe di Adways · Weborama, dove sovrintende la strategia commerciale e l’espansione dei mercati dell’Europa meridionale, con un focus su interattività e formati pubblicitari avanzati (anche nel mondo CTV). Vereecken pone al centro del proprio lavoro la combinazione di creatività, dati e tecnologia per creare esperienze digitali ad alto impatto. La sua intervista per il nostro speciale dedicato al mondo del martech e dei centri media.

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Constantijn, con quale obiettivo ha lanciato WebAds Italia e che cosa l’ha spinta poi a entrare nel team di Adways · Weborama?
Sono passati molti anni da quando ho lanciato WebAds sul mercato italiano, all’inizio degli anni 2000 (per la precisione nel 2003). All’epoca l’offerta di inventory pubblicitaria era quasi inesistente e quella rappresentò la prima espansione internazionale del gruppo. Dopo 22 anni di attività, è stata presa la decisione di interrompere le operazioni sul mercato italiano. Questo passaggio mi ha portato a intraprendere una collaborazione con il team di Adways · Weborama. Ho visto in questa opportunità la possibilità di unire l’esperienza creativa, piu di 15 anni, con tecnologie avanzate e con le metriche disponibili su tutti i formati (standard, rich media e video advertising per web, app e CTV), per dare vita a un ecosistema davvero completo, autentico e innovativo, capace di rispondere alle nuove esigenze del mercato e offrire ai brand soluzioni di altissimo livello.
Quali sono secondo lei le chiavi che oggi guidano il cambiamento?
A mio avviso il cambiamento è guidato da tre elementi fondamentali: la privacy, che ci impone di ripensare il modo in cui raccogliamo e utilizziamo i dati; la qualità del dato, perché oggi non conta più la quantità ma la capacità di comprendere davvero il comportamento delle persone in modo preciso e predittivo; e infine l’integrazione tra creatività e tecnologia, forse l’aspetto più stimolante, perché le performance dipendono sempre più dall’esperienza complessiva dell’utente e dalla capacità di combinare in modo intelligente idee creative e soluzioni tecnologiche avanzate.
Quale è l’approccio che oggi avete con l’AI in Adways · Weborama?
In Adways, l’AI è ormai parte integrante del nostro lavoro quotidiano: la utilizziamo per ottimizzare i flussi creativi, semplificare e velocizzare l’adattamento degli asset, migliorare l’interattività e generare esperienze più coinvolgenti. Il nostro obiettivo non è usare l’Intelligenza artificiale come una scorciatoia, ma come una leva capace di aumentare qualità, velocità e precisione, liberando tempo per concentrarci su ciò che conta davvero: creatività, strategia e innovazione umana.
Come differenziate, a grandi linee, le vostre strategie rispetto ai differenti target?
La differenziazione nasce sempre dall’osservazione del contesto e dei comportamenti: per i target più sofisticati puntiamo su momenti di contatto estremamente mirati e quasi su misura, mentre per pubblici più ampi utilizziamo formati interattivi che stimolano l’engagement e ci restituiscono insight preziosi. In ogni caso, personalizziamo messaggio, formato e approccio con un obiettivo chiaro: far sentire ogni utente ascoltato, coinvolto e realmente rilevante per il brand.
Come sarà, secondo lei, la pubblicità del futuro?
Meno invasiva, più rilevante e completamente misurabile. Vedremo creatività dinamiche generate in tempo reale, esperienze immersive e un utilizzo sempre più sofisticato dei dati contestuali. La vera differenza la farà la capacità di connettere tecnologia, contenuto e rispetto della privacy all’interno di un ecosistema fluido, capace di adattarsi al contesto e di parlare alle persone in modo naturale. L’obiettivo è creare esperienze che coinvolgano davvero, combinando creatività e tecnologia senza mai dimenticare chi le riceve. Già oggi è possibile integrare soluzioni di advertising basate su LLM (Large Language Model come ChatGpt) e interazioni conversazionali via AI, aprendo nuove strade per comunicazioni personalizzate e di grande impatto.
Secondo lei quali potrebbero essere le applicazioni future dell’AI nel mondo delle agenzie di comunicazione e dei centri media?
Credo che l’AI giocherà un ruolo chiave in tre ambiti principali: l’automazione intelligente delle attività ripetitive come planning, reportistica e adattamento creativo; la previsione delle performance basata sull’analisi di enormi quantità di segnali contestuali e comportamentali; e la generazione e ottimizzazione creativa, con messaggi dinamici capaci di adattarsi a piattaforma, momento e pubblico. In sintesi, l’AI permetterà ad agenzie e centri media di concentrare il proprio valore su strategia, insight e creatività, lasciando all’automazione tutto ciò che può essere svolto più rapidamente, accuratamente e in maniera ottimizzata.