Nel panorama italiano dell’innovazione sociale, Working Mom sta muovendo una rivoluzione silenziosa ma profondissima: aiutare genitori e aziende a conciliare davvero lavoro e famiglia e soprattutto dire alle aziende che farlo non è solo possibile ma è un investimento reale. L’idea è semplice solo in apparenza — creare spazi e servizi integrati dentro le aziende o nei coworking dedicati — ma l’impatto è ampio: dare sostegno ai bambini nella fase evolutiva più delicata (1-3 anni), offrire formazione per neomamme e neopapà, percorsi per migliorare benessere mentale e leadership, persino soluzioni pratiche come laboratori, eventi privati e temporary space nelle settimane in cui scuole e asili sono chiusi.
Nel 2025 il progetto ha conquistato il Premio VISIVA 365 Roma Capitale – Formazione, Lavoro & Innovazione Sociale, riconoscimento che insieme ai numerosi feedback positivi di aziende e dipendenti conferma la sua rilevanza nel dibattito su parità di genere, welfare aziendale e sostenibilità. Ne parliamo con Chiara Montaldi, CEO e founder di Working Mom, per capire perché questa idea sta facendo scuola e perché lavorare sul “welfare che elimina il gender gap”, citando il loro claim, è una questione che riguarda tutti.
Chiara, partiamo dall’inizio: quando nasce Working Mom e con quale esigenza concreta?
Working Mom nasce dalla mia esperienza personale e da quella di tantissimi genitori che incontravo: la difficoltà di conciliare serenamente carriera e famiglia. L’Italia ha ancora un tasso di abbandono lavorativo femminile troppo alto dopo la maternità: per questo, chiedendomi di cosa abbiano bisogno le aziende per colmare il gap, ho immaginato un modello che rendesse reale il concetto di “azienda family-friendly”, non solo come benefit sulla carta ma che ragionasse su spazi, servizi e accompagnamento emotivo
La vostra proposta va oltre l’asilo aziendale tradizionale. Cosa rende Working Mom diverso?
Il nostro approccio è a 360 gradi, online e offline. Noi creiamo coworking con spazi a misura di bambino dentro le aziende o nei nostri hub: i piccoli sono seguiti da personale qualificato con attività Montessori e Steiner specifiche per lo sviluppo neurologico 0–36 mesi, mentre mamma o papà lavorano accanto. Tutto è veicolato tramite piattaforma e app e ci rivolgiamo anche ai genitori lavoratori, con workshop dedicati alla primissima infanzia ma anche con percorsi su tematiche delicate proprie di adolescenza e pre-adolescenza come l’educazione digitale, il cyberbullismo, il body shaming e i disturbi alimentari. E poi i corsi di allenamento mentale secondo il metodo Bill Carmody su stress management, intelligenza emotiva e leadership femminile. Ogni dipendente ha anche un mental coach per sei mesi.
Formazione, neuroscienza, emozioni: perché questa attenzione così profonda ai primi tre anni?
Perché è lì che il cervello si forma in modo decisivo. Abbiamo creato laboratori sensoriali e percorsi come “Il cuore delle emozioni” che si ispirano anche ai modelli nord-europei: aiutiamo i bambini a riconoscere le emozioni, sviluppare empatia e competenze sociali. Crescere adulti meno inclini alla violenza, senza pregiudizi legati al genere e aperti alla collaborazione significa lavorare oggi sui loro strumenti interiori e immaginare un futuro migliore.

Working Mom è nata con un approccio B2B: quali vantaggi hanno le aziende che si rivolgono a voi?
I nostri servizi concorrono ai KPI richiesti per la certificazione di gender equality e per il bilancio di sostenibilità. Per la certificazione UNI PDR c’è anche la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto, quindi il vantaggio è doppio: sociale e aziendale. Scegliere questi servizi concorre alla brand reputation, per le aziende più grandi è una vera e propria partnership in termini di spazio, di servizi e di immagine. Offrire il nostro servizio nei periodi critici dell’anno come la chiusura estiva delle scuole e durante le festività riduce il carico organizzativo e di stress per i genitori che non sanno come gestire i bambini, e questo incide sull’efficienza lavorativa e sulla serenità in casa e al lavoro. Tutti i servizi sono fruibili tramite strumenti di welfare aziendale deducibili e non tassati, quindi sostenibili per le imprese
I vostri prossimi passi?
Espandere la rete dei nostri hub tra il 2026 e il 2027 in tutta Italia, siglare nuove partnership con le imprese e con le istituzioni per portare sempre più servizi anche in zone meno centrali.
Working Mom a SIOS25
L’obiettivo insomma è semplice: nessun genitore dovrebbe scegliere tra famiglia e lavoro. e Working Mom vuole essere l’infrastruttura che permette a entrambi di convivere. Per raccontarsi e incontrare altre aziende innovative Working Mom sarà presente a SIOS25 e ad Unstoppable Women, mettendo a disposizione di nuovi startupper l’esperienza di Chiara Montaldi, tra le mentor del bootstrap.
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