Parità. DAZN e Sky dovranno assumere anche giornaliste brutte

ROMA — Con un colpo di scena che ha lasciato di stucco l’Italia intera il Ministero delle Pari Opportunità ha imposto a DAZN e Sky di assumere “anche giornaliste brutte”. La direttiva, firmata con penna rosa shocking, mira a bilanciare il ‘monopolio estetico’.

È ora di smetterla con la dittatura della plastica spacciata per bellezza”, ha tuonato la titolare del dicastero Eugenia Maria Roccella durante la sua ultima seduta dall’estetista, aggiungendo che “le spettatrici meritano di guardare una telecronaca fatta da chi ha la stessa faccia che vedono allo specchio e non solo faccine da Instagram e gambe da spot di calze velate”.
Il primo effetto è stato il panico nelle redazioni: un producer di Sky è stato colto dal terrore e dai conati di vomito alla sola idea di dover praticare dell’onanismo guardando una taglia 42. L’uomo si è quindi licenziato, lasciando l’edificio mentre urlava: “Nessuno mi costringerà a masturbarmi guardando le ciccione, non sono marchigiano!“.

DAZN dal canto suo ha già deciso che attuerà una protesta simbolica mandando in onda Luca Toni, Massimo Ambrosini e Andrea Stramaccioni vestiti da Charlie’s Angels.
Le giornaliste “non conformi” esultano: “Finalmente anche noi potremo commentare uno sport di cui in realtà non c’è mai fregato nulla!
Il servizio di streaming ha inoltre reso noto che, per contrastare un’eventuale fuga del suo pubblico di segaioli da un servizio mal funzionante e troppo caro, renderà disponibile un abbonamento che permetterà di guardare GRATUITAMENTE tutti gli spot pubblicitari (dove la mercificazione del corpo femminile per vendere qualunque cosa è ancora un valore condiviso) che trasmetterà. I provvedimenti adottati sono considerati una vera sciagura per una grossa fetta del Paese. La parte sana della Nazione, invece, continuerà a usare il pezzotto.

Fabio Corigliano

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