Platypus Reclayed, uno sparatutto fatto di didò torna dopo 20 anni (e una bella spolverata)

Platypus Reclayed, uno sparatutto fatto di didò torna dopo 20 anni (e una bella spolverata)

Non c’era ancora l’iPhone. Erano i primi anni Duemila quando Platypus fece la sua comparsa, con una offerta dedicata agli appassionati degli sparatutto a scorrimento orizzontale. Vent’anni dopo e con notevoli miglioramenti dal punto di vista grafico, il titolo torna con una robusta spolverata. Platypus Reclayed, sviluppato da Claymatic Games per PC, non è una libera interpretazione del videogioco old gen, ma un’avventura intrapresa col suo stesso creatore, Anthony Flack.

Platypus Reclayed, la recensione

La claymation è la tecnica artistica che ha dato un’impronta eterna a prodotti di animazione come Wallace & Gromit. Ed è la medesima che Claymatic Games ha scelto come cifra stilistica nei propri lavori. In questa proposta 2025, Platypus Reclayed è un videogioco che colpisce immediatamente lo sguardo, incuriosisce con quei suoi colori sgargianti e vivaci e le forme morbide e buffe di navicelle e nemici.

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La storia come accade spesso in titoli simili è un banale pretesto per dare il via agli scontri, livello dopo livello. La nostra navicella è una F-27 e deve difendere Mungola, la città minacciata dai nemici di Colossatropolis pronta a tutto pur di resistere. Non c’è granché da seguire lato trama, ma molto da fare per evitare i tantissimi proiettili vaganti: costringeranno il gamer a valzer continui di avanti, indietro, su e giù per uscire da labirinti di fuoco.

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Nulla di quello che troviamo in Platypus Reclayed è minaccioso e il gameplay è imbullonato nella tradizione del genere senza grandi innovazioni. Gli scontri fanno emergere dettagli il più delle volte ironici e surreali, come le ciambelle volanti. Gli elementi di gioco sembrano fatti di didò, quel materiale che da piccoli era troppo bello modellare per costruire cose. Ecco, il titolo è nuovo, ma vale come biglietto per un veloce viaggio nel tempo.