Dal momento che sono oltre 1,2 miliardi i contratti telefonici in India, il Paese più popoloso al mondo (1,46 miliardi di persone), è ragionevole pensare che, se dovesse essere applicato in maniera massiccia, il recente ordine da parte del governo di installare l’app Sanchar Saathi su tutti gli smartphone venduti nel subcontinente trasformerebbe la piattaforma in una delle più scaricate in tutto il mondo. Ma perché Nuova Delhi ha ordinato alle aziende produttrici di pre-installare l’app e fare in modo che sia impossibile cancellarla?

Come funziona l’app Sanchar Saathi che l’India vuole installare su tutti gli smartphone?
In hindi Sanchar Saathi significa “compagno di comunicazione”, ma a giudicare da alcune critiche di utenti ed esperti l’obiettivo di questa app sarebbe quella di controllare gli utenti. La piattaforma ha infatti accesso a telefonate, messaggi, file e foto. Il governo di Narendra Modi ha motivato questo obbligo per ragioni legate alla cybersicurezza e per impedire che i cellulari vengano utilizzati per scopi criminali. Ma sono evidenti i rischi di violazione della privacy e di sorveglianza di massa come accade in Cina.

L’obbligo è entrato in vigore da inizio dicembre e i produttori hanno tre mesi di tempo per procedere con l’installazione su tutti i dispositivi. Date le proteste il governo sembra aver spiegato che alle persone sarà comunque concessa la possibilità di disinstallare Sanchar Saathi, anche se restano i dubbi. Per quanto riguarda gli smartphone già in circolazione alle aziende è richiesto di prevedere l’installazione in un prossimo aggiornamento software.

Come ha riferito Reuters Apple e Samsung sono già state aggiornate su quel che devono fare. La Big Tech guidata da Tim Cook ha però fatto sapere che non intende rispettare questo obbligo. Nel corso della sua storia la multinazionale di Cupertino ha fatto della tutela della privacy uno dei propri punti fermi, arrivando perfino a scontrarsi con il governo americano a seguito del rifiuto di dare accesso alle autorità federali agli iPhone degli attentatori di San Bernardino. L’FBI era comunque riuscita a sbloccare i device senza l’aiuto della Big Tech.

Apple è una delle tante società americane, insieme ad Amazon per esempio, che da anni sta investendo in India anche per ridurre la propria dipendenza dalla Cina ora che tra Washington e Pechino la tensione è molto alta a causa della guerra commerciale e dei dazi.