Il rame è impennato di oltre il 13% sui massimi storici ieri sera dopo l’annuncio del presidente statunitense Donald Trump di voler imporre un dazio del 50% sulle importazioni del metallo, che nelle ultime ore si guadagna pienamente il proprio soprannome di “oro rosso”. L’aumento da inizio anno è di circa il 37%. Stamani i future sul rame negli Stati Uniti trattano su quota 5,6 dollari per libbra, secondo dati del CME.
Perché Trump è attento al rame
Trump aveva ordinato un’indagine sulle importazioni di rame a febbraio. La mossa protezionistica dell’attuale inquilino della Casa Bianca mira a rafforzare la produzione interna e a ridurre la dipendenza dall’estero.
Quali sono i Paesi più colpiti dai dazi di Trump sull’oro rosso?
Secondo l’US Geological Survey, gli Stati Uniti hanno importato circa 810.000 tonnellate di rame raffinato lo scorso anno, circa la metà di quanto consumato, con il Cile come principale fonte (con 6 miliardi di dollari di rame spediti negli Stati Uniti lo scorso anno), seguito dal Canada.
Che succederà adesso?
Goldman Sachs prevede un’accelerazione delle spedizioni di rame negli Stati Uniti nelle prossime settimane, in seguito all’annuncio del presidente Donald Trump di un dazio del 50% sul rame importato. La banca mantiene la sua previsione sul prezzo del rame al London Metal Exchange (LME) per dicembre 2025 a 9.700 dollari (attualmente è a 9.625 dollari), ma ora prevede un rischio ridotto che il prezzo superi i 10.000 dollari nel terzo trimestre.
Chi produce più rame al mondo?
Il rame, il terzo metallo più utilizzato al mondo, è un componente cruciale in una varietà di beni, tra cui elettronica, macchinari e automobili. Il Cile pesa per oltre un terzo nell’estrazione mondiale di rame, seguito da Repubblica Democratica del Congo, Perù, Cina, Stati Uniti, Australia, Indonesia, Zambia, Canada e Polonia.