Riforma dei condomini, basta contante e obbligo di un revisore dei conti: saliranno le spese condominiali?

Riforma dei condomini, basta contante e obbligo di un revisore dei conti: saliranno le spese condominiali?

La riforma dei condomini in studio in Parlamento agita il settore. L’Associazione nazional-europea amministratori d’immobili ha lanciato l’allarme sostenendo che la riforma “non farebbe che rendere ancora più onerosa l’attività” di chi se ne occupa, “senza fornire soluzioni realistiche ai problemi di gestione” degli edifici.

“Inserire nella gestione delle parti comuni e del bilancio addirittura una seconda professionalità – sottolinea il presidente dell’associazione Giuseppe Bica – significa aumentare le spese per i nostri condòmini, in un quadro economico che, secondo i nostri dati, ha visto aumentare la morosità di almeno il 20%. Lo stesso obbligo di revisione dei bilanci rappresenta un costo pesantissimo, che sarà scaricato sui cittadini e sui professionisti”.

Le novità della riforma dei condomini

Secondo il provvedimento in 17 articoli presentato da FdI, gli amministratori dovranno essere laureati (anche triennale in maniera in materie economiche, giuridiche o scientifiche e tecnologiche), verrà istituito un albo per questa professione presso il Mimit e soprattutto introdotto l’obbligo di nomina di un revisore dei conti terzo per i condomini più grandi (oltre 20 condomini).

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La nuova figura dovrà verificare la la contabilità del condominio, certificare il rendiconto condominiale redatto dall’amministratore: laddove non si provveda a indicarlo, la nomina verrà fatta dall’autorità giudiziaria “su ricorso di uno dei condomini”. L’incarico dura due anni e non è tacitamente rinnovabile.

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All’articolo 3 si prevede inoltre che “le informazioni relative alla sicurezza delle parti comuni dell’edificio siano verificate e certificate” da una società specializzata. Il provvedimento in discussione prevede inoltre il divieto di pagamenti in contanti con l’obbligo di eseguirli su uno specifico conto corrente, postale o bancario, intestato al condominio medesimo.

Più semplice invece il rinnovo dell’incarico per l’amministratore che avverrà automaticamente di anno in anno a meno di un parere contrario dell’assemblea.