San Francesco come Steve Jobs? La curiosa analogia del professor Alessandro Barbero che impazza sui social

San Francesco come Steve Jobs? La curiosa analogia del professor Alessandro Barbero che impazza sui social

«C’è un fondo di verità in questa analogia: immaginiamo che vi parli di una grande multinazionale conosciuta in tutto il mondo fondata grazie allo slancio visionario di un giovane fondatore. Diventato mito già da vivo e ancora di più dopo la morte. Una organizzazione riconoscibile dal punto di vista visivo. Sto parlando della Apple e di Steve Jobs? No, di San Francesco e dell’ordine francescano». Alessandro Barbero, lo storico medievale star dei social e della tv, ha tenuto tempo fa durante una delle sue viralissime lezioni in pubblico presentando un parallelismo affascinante tra uno dei santi più venerati dai cristiani e forse il più grande visionario degli ultimi tempi, il fondatore della Apple scomparso nel 2011.

Oggi, 4 ottobre, si festeggia San Francesco e dal 2026 tornerà a essere una festa nazionale, esattamente come il Primo Maggio e il 25 Aprile.

Steve Jobs presents iPhone

Cos’hanno in comune San Francesco e Steve Jobs secondo Alessandro Barbero

«Sono stati mitizzati in vita e poi sono diventati leggende. Introducendo qualcosa che ha precise origini medievali: la biografia autorizzata». Nel corso della conferenza Barbero ha parlato dei grandi imprenditori del passato, da Henry Ford a Steve Jobs. E ha spiegato come ci sia dal suo punto di vista un evidente parallelismo tra i libri che i grandi brand affidano ad autori e quelli commissionati secoli fa a uomini di cultura che certe cose potevano scriverle e altre no, a seconda dei documenti a cui avevano accesso.

professor barbero

«Steve Jobs ha questo in comune con San Francesco: le idee chiarissime sull’importanza del look». Il maglioncino a collo alto e i jeans dell’ex capo di Apple sono entrati nell’immaginario collettivo e non si contano quanti imprenditori si siano ispirati a quell’estetica. San Francesco, finché era vivo, è riuscito a imporre i vestiti dei poveri al proprio ordine: un saio di tela di sacco, una corda alla vita e un cappuccio. «Gli storici dell’arte, con le tecnologie odierne – ha detto Barbero – hanno visto che in diverse tavole a un certo punto è stato fatto un piccolo intervento: hanno cancellato il cappuccio a punta e rimesso quella arrotondato, più alla moda».

apple parl

«Francesco non esita mai, non sbaglia mai. E soprattutto è inimitabile», ha ricordato Barbero. Così i suoi successori, come Bonaventura, hanno glorificato strumentalmente il santo decidendo di bruciare buona parte dei libri sulla sua vita per riproporre una nuova narrazione. «Nel Medioevo si può costruire e stravolgere un grande personaggio per motivi precisi. Finché uno è vivo può dare un’impronta, quando puoi muore non è detto che continui». Di Steve Jobs oggi conosciamo sia il lato geniale, sia quello più brutale.